Edilizia | Lavoro

Costruzioni: vincolare gli incentivi al Durc per congruità

Oggi nel solo settore dell’edilizia privata si stimano tra i 300mila e i 400mila lavoratori irregolari. Per i sindacati edili vincolare gli incentivi al Durc per congruità è un'occasione per dimostrare che tutto il sistema vuole combattere davvero il lavoro nero.

«Ai tanti che oggi dichiarano di voler combattere il lavoro nero, consigliamo una semplice ed efficace operazione: vincolare tutti gli incentivi per risparmio energetico, sisma bonus, ristrutturazioni al possesso del Durc di Congruità. Si tratta della documentazione emessa dalle Casse Edili che certifica che i lavori per cui lo Stato ci mette praticamente l’intero importo, sono stati svolti da un numero congruo di lavoratori, e che è stato applicato correttamente il Contratto Collettivo edile».

È quanto dichiarano in una nota i segretari generali di FenealUil Filca-Cisl, Fillea-Cgil, Vito Panzarella, Franco Turri e Alessandro Genovesi, ricordando che questa proposta è già da tempo sul tavolo aperto presso il Mise per il rilancio del settore edile, prima ancora dell’emergenza Covid.

«Il Durc di Congruità è del resto già previsto dall’art. 105 comma 16 del Codice degli Appalti, da diverse leggi Regionali ed è già operativo, per esempio, nella ricostruzione post-terremoto del Centro Italia, a partire dal sisma in Umbria, vincolando i contributi che gli Uffici Speciali per la Ricostruzione danno, proprio all’utilizzo di lavoro edile regolare – spiegano i sindacati – In questo modo gli incentivi riconosciuti e che si ritiene utile addirittura di aumentare, non solo darebbero una mano alla ripresa del settore, ma anche alla creazione o emersione di lavoro, colpendo le imprese più scorrette e aiutando le tante imprese saneOggi nel solo settore dell’edilizia privata si stimano tra i 300mila e i 400mila lavoratori irregolari. Per come sono strutturati attualmente gli incentivi essi prevedono il bonifico parlante (per evitare l’evasione fiscale) e la comunicazione all’Enea (per gli incentivi sul risparmio energetico), ma nessuna certificazione sul rispetto dei contratti e sui corretti (e congrui) versamenti proporzionati ai lavori fatti e ai soldi dati dallo Stato. Magari questa potrebbe essere l’occasione – concludono Panzarella, Turri, Genovesi – per dimostrare che tutto il sistema vuole combattere davvero il lavoro nero, sottraendo tanti lavoratori al ricatto dei caporali e tante imprese per bene dal dumping contrattuale».

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