Paolo Mazzoleni | Presidente Ordine Architetti Provincia Milano
«La crisi sanitaria non ha cambiato sostanzialmente i temi sul tavolo, ma ne ha sicuramente mutato priorità e urgenza, e ha rafforzato la consapevolezza che gli architetti sono un capitale sociale fondamentale. In queste settimane la nostra categoria è stata spesso chiamata a dare risposte suggestive e immediate, magari con disegni e rendering, ma il contributo degli architetti può essere molto più approfondito e strategico. Invitiamo quindi stakeholder e decisori politici a un tavolo condiviso per riformulare insieme la domanda. Quello che faremo come Ordine di Milano è realizzare un documento di sintesi con le riflessioni e le proposte emerse dal dibattito e metterle a disposizione della comunità».
Con queste parole Paolo Mazzoleni ha concluso i lavori degli Stati Generali degli Architetti milanesi 2020, l’iniziativa digitale e partecipata promossa dall’Ordine, a partire dallo scorso mese di aprile, attraverso una call aperta a iscritti, cittadini e stakeholder ed entrata nel vivo a fine maggio.
Gli esiti si tradurranno in proposte concrete per la ripartenza della città metropolitana di Milano e saranno condivise con interlocutori pubblici e privati, auspicando ricadute tangibili sul territorio nazionale.
Marialisa Santi | Consigliera Ordine milanese con delega alla Professione e coordinatrice dell’evento
«Tre giorni di dibattito online, 6 sessioni e 50 voci di esperti, 800 i partecipanti alla tavola rotonda: un evento che per noi è stato un punto di riflessione centrale per orientare le politiche e scegliere quali iniziative supportare nei prossimi mesi, pensando al futuro della professione post emergenza, a partire da quegli ambiti d’intervento in cui l’impatto della crisi sanitaria ha evidenziato la necessità di una trasformazione e l’ha in parte già avviata, agendo da acceleratore di processi: nuove economie e sostegno a imprese e professionisti, sicurezza dei cantieri, digitalizzazione della PA, programmazione dei lavori pubblici e centralità del progetto, ruolo dell’architetto nella società».
Gli esiti dell’evento
L’appuntamento conclusivo ha visto l’Ordine degli Architetti della Provincia di Milano dialogare con rappresentanti istituzionali e del mondo della politica, opinion maker e professionisti di diverse discipline. Al centro del dibattito gli esiti del percorso partecipativo digitale e dei tavoli di discussione da tradurre in proposte concrete e condivise.
Per Ezio Micelli, Iuav e Consigliere Fondazione dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Milano, che ha animato il dibattito, «È urgente investire sull’intelligenza collettiva, il mestiere dell’architetto oggi è hardware ma anche software. Ma per i professionisti le norme prodotte per rispondere alla crisi provocata dal Covid-19 hanno suonato come una beffa. Dopo tanta retorica si è scoperto che design e progetto sono state tagliate fuori da considerazioni su tutele e sostegno. Per non essere travolti dalla crisi, in una situazione di crescente competizione internazionale serve un nuovo patto in un settore troppo focalizzato sulla parcellizzazione delle strutture. Non è un elogio incondizionato delle grandi imprese, ma un’attenzione all’intelligenza distribuita nei tanti studi capaci di promuovere le competenze necessarie».
«A gennaio 2020, Milano dal punto di vista economico e di crescita era nel suo massimo splendore – ha dichiarato Pierfrancesco Maran, Assessore a Urbanistica, Verde e Agricoltura Comune di Milano – nelle ultime settimane è cambiato drasticamente il quadro e dobbiamo capire come adattarci alla nuova situazione. Vanno ripensati gli spazi pubblici: a fine giugno molte piazze e vie della città saranno pedonalizzate, stiamo lavorando anche con delle iniziative sperimentali ma sempre concrete. Utile in questa direzione il contributo di menti più aperte, comprese quelle di donne e giovani, in altri contesti non sufficientemente valorizzate. Il distanziamento sociale impone nuovi modi di gestire gli spazi, inevitabile che prima ancora debba essere rimesso al centro il tema del progetto».
Per l’onorevole Alessandro Fusacchia, Camera dei Deputati e membro della Commissione Cultura, «Bisogna stabilire nuove priorità per la rigenerazione urbana, che è ancora più importante oggi dopo l’emergenza Covid19. Insieme agli altri deputati iscritti a Movimenta – racconta – abbiamo lanciato cinque proposte all’interno delle quali il tema della riqualificazione urbana è centrale, “adottare un pezzo di città” era il motto. Abbiamo ipotizzato un fondo nazionale per la bellezza urbana che si occupi dell’intero ciclo di riattivazione dello spazio e di immobili in disuso, dalla presa in carico alla nuova destinazione rigenerata. Senza dimenticare il tema della transizione ecologica, attivando partnernariati tra Università e Comuni, definiti “dottorati comunali”, per aiutare gli enti locali ad affrontare tutte queste sfide della contemporaneità. Penso poi che una percentuale degli oltre 80 miliardi a fondo perduto concessi dall’Europa debbano andare prioritariamente a cultura, scuola e rigenerazione urbana».
Sulla stessa linea Margherita Guccione, neo-direttore Generale Creatività Contemporanea Mibact, «La direzione del Ministero che guido, vicina al mondo dell’arte e dell’architettura, ha tra i suoi obiettivi quello di mettere in atto pratiche di pensiero innovative. Progetti e sperimentazioni che senz’altro hanno bisogno di risorse per tradursi in iniziative concrete. Il Covid è stato un acceleratore: la rigenerazione urbana e la sostenibilità, che erano temi importanti già prima, sono ora priorità assolute. Concordo sul fatto che parte delle risorse date dall’Europa debba essere destinata a queste tematiche. In questo ambito si colloca anche un investimento nel ripensamento degli spazi. Tutti abbiamo sperimentato in queste settimane come lo spazio domestico, che nella tradizione novecentesca era ridotto al minimo e all’essenziale, ora debba cambiare per tenere insieme i luoghi per la famiglia, per il lavoro e per la decontaminazione, nell’ottica di uno spazio flessibile. Gli architetti oggi devono avere un approccio meno perentorio ed essere più flessibili per adattarsi alle esigenze che cambiano».
Gli esiti dei tavoli di lavoro
Nuove economie e sostegno alle imprese e ai professionisti. Tra i concetti chiave emersi nel dibattito sul post-Covid, un set di linee guida sul cambiamento del mercato, legato a capacità d’innovazione, multidisciplinarità, nuovi modelli organizzativi e per la leadership, approccio internazionale, insieme ad intelligenza collettiva e condivisione delle conoscenze e della creatività.
Costruire la ripresa: cantieri più sicuri e ruoli più chiari. L’esperienza del Covid19 ha reso necessario intraprendere un percorso di condivisione tra tutti i soggetti della filiera per poter approntare le necessarie misure di sicurezza nei cantieri, che va valorizzato anche dopo la crisi. L’applicazione delle procedure Covid19 anche nei piccoli cantieri può portare a una maggiore consapevolezza e rispetto di tutte le norme sicurezza, mentre la presa di coscienza che la modernizzazione dei processi risponde meglio alle procedure. Da qui si può innescare quell’innovazione tecnologica mai realmente applicata.
Pubblica amministrazione: semplificare si può? In un mondo sempre più digitale, l’emergenza sanitaria ha imposto la necessità per l’amministrazione pubblica di implementare i servizi digitali sia per i professionisti che per i cittadini. È diventato un nuovo modus operandi che sarà strutturale nell’operato della pubblica amministrazione. Tra le parole ricorrenti del dibattito: semplificazione normativa, velocità procedurale, responsabilità degli attori coinvolti, condivisione di conoscenze e saperi, visione, aggiornamento formativo e professionale, necessità di interazione e fiducia tra gli attori coinvolti.
Lavori pubblici: programmazione dei servizi e centralità del progetto. È possibile progettare opere, servizi e spazi pubblici con nuove e più snelle procedure, che sappiano anche attivare le necessarie risorse? Una programmazione agile, efficace e consapevole può mettere in moto un processo di qualità a partire dall’importanza e centralità del ruolo del progetto, inteso come artefatto tecnico, culturale, intellettuale e creativo, uno strumento di regia nei processi di trasformazione del territorio, anche per affrontare la sfida dell’innovazione.
Nuovo patto tra architetti e società. Come l’emergenza ha confermato o modificato le traiettorie di sviluppo che si erano immaginate in precedenza e i principi cardine su cui si basavano le attività consuete? Quattro i temi individuati come prioritari rispetto ai contributi ricevuti: territorio e pianificazione, abitare e lavoro, spazio pubblico, sostenibilità. Tra i concetti emersi: importanza del progetto per uno sviluppo sostenibile, dimensione della casa, necessità di implementare l’offerta dell’affitto e di ripensare le modalità di costruzione, lavorando sulla modularità; home working come opportunità per la sostenibilità ambientale; visione globale e strumenti flessibili e adattabili per lo spazio pubblico.