Dal prossimo anno i datori di lavoro che occupano mediamente più di cinque dipendenti (inclusi gli apprendisti) dovranno assicurarsi all’Inps, al neo Fondo d’integrazione salariale, fondo che accoglie le imprese non rientranti nel settore di applicazione di Cigo e Cigs. A stabilirlo è il dlgs di riforma degli ammortizzatori sociali (Jobs Act) approvato dal Consiglio dei ministri in via definitiva, provvedimento che riscrive la disciplina dei fondi di solidarietà bilaterali istituiti dalla legge Fornero.
I fondi di solidarietà sono operativi e sono di tre categorie:
- Fondi di solidarietà bilaterali: sono i fondi ordinari, oggi obbligatori nei settori non rientranti nella categoria delle integrazioni salariali per le imprese con oltre 15 dipendenti
- Fondi di solidarietà alternativi: sono fondi facoltativi e rappresentano il modello alternativo ai fondi bilaterali ordinari per l’erogazione di trattamenti aggiuntivi ai lavoratori
- Fondo di solidarietà residuale: accoglie i datori di lavoro con più di 15 dipendenti per i quali non risulta costituito uno specifico fondo di solidarietà. È operativo presso l’Inps.
I fondi già costituiti alla data di entrata in vigore della riforma dovranno adeguarsi alla nuova disciplina entro il 31 dicembre prossimo.
Cosa dice la riforma. Le principali considerazioni-novità riguardano l’estensione dell’obbligo d’istituzione alle imprese che occupano più di cinque dipendenti (compresi gli apprendisti), mentre oggi l’obbligo è per le imprese con più di 15 dipendenti. In mancanza di questa istituzione, i datori di lavoro con più di cinque dipendenti confluiscono nel Fondo di solidarietà residuale dell’Inps, che dal prossimo 1° gennaio si chiamerà Fondo d’integrazione salariale.
Per quanto concerne l’applicazione e le prestazioni dei fondi di solidarietà ordinari, potranno accedere anche gli apprendisti assunti con contratto professionalizzante. Le prestazioni sono: l’assegno ordinario, l’assegno di solidarietà, le prestazioni ulteriori. La durata massima complessiva di queste prestazioni non può superare i 24 mesi nel quinquennio mobile.
Assegno ordinario. Questo è erogato per le causali previste dalla normativa sulle integrazioni salariali e nell’importo almeno pari alle stesse integrazioni salariali. I fondi stabiliscono la durata massima non inferiore a 13 settimane nel biennio mobile e non superiore (a seconda della causa invocata) alle disposizioni massime previste dalla normativa per la Cigs e la Cigo.
Assegno di solidarietà. È garantito dal prossimo mese di gennaio ai dipendenti di datori di lavoro che stipulano accordi aziendali per la riduzione dell’orario di lavoro non superiore al 60% dell’orario giornaliero, settimanale o mensile dei lavoratori interessati. L’assegno può essere corrisposto per un massimo di 12 mesi in un biennio mobile.
Prestazioni ulteriori. I fondi possono erogare ulteriori prestazioni previste dai regolamenti istitutivi: nella specie di prestazioni integrative in termini di importi o durata rispetto a quelle pubbliche in caso di cessazione del rapporto di lavoro (Naspi), di prestazioni integrative in termini d’importo in relazione alle integrazioni salariali Cigs e Cigo, di assegni straordinari per il sostegno al reddito.
A partire dal prossimo anno la principale novità relativa ai fondi di solidarietà alternativi riguarda l’innalzamento della contribuzione dallo 0,20% (prevista oggi) allo 0,45%.
