L'intervista | Angelica Krystle Donati, Presidente Ance Giovani

Dal capitale umano al Pnrr: l’agenda di Angelica Donati per un’edilizia giovane e competitiva

La ricetta di Angelica Donati, presidente Ance Giovani, per un'edilizia attrattiva e competitiva, che emerge dalla nostra intervista è semplice quanto impegnativa. Ecco i fronti sui cui sta lavorando insieme ad Ance senior: snellimento burocratico, revisione e strutturalità degli incentivi fiscali, revisione automatica dei prezzi nel nuovo Codice appalti, carenza di manodopera e nuove competenze professionali. 
Angelica Donati | Presidente Ance Giovani.

Oltre all’esperienza come manager, Angelica Donati è impegnata a sostenere altri giovani imprenditori e imprenditrici, attraverso attività di associazionismo. Fa parte di Ance (Associazione nazionale costruttori edili), e a dicembre 2021 è stata eletta presidente nazionale di Ance Giovani.

In precedenza, ha fatto parte del Consiglio di Presidenza del Gruppo Giovani con delega all’Internazionalizzazione, ed è stata Presidente di Ance Giovani Lazio. Inoltre, Angelica Donati fa parte del B20, il più autorevole degli E

ngagement Group istituiti dal G20 che ha l’obiettivo di formulare raccomandazioni di policy indirizzate alla Presidenza di turno del G20 in un ampio novero di settori strategici.

Nel 2012 ha deciso di dedicarsi al business familiare, entrando in qualità di Head of Business Development in Donati spa, consolidata società di costruzioni italiana che da 40 anni si occupa di lavori residenziali, commerciali, infrastrutturali e di restauro in Italia e all’estero. Angelica Donati è anche imprenditrice e investitrice nel proptech come venture partner di Concrete Vc, e collabora come editorialista con Forbes, Agi e Property Week.

Presidente Donati, a poco più di un anno dalla sua elezione a presidente dei Giovani Ance qual è il bilancio dell’attività svolta?

È stato un anno intenso, in cui siamo riusciti a portare avanti molte attività ma il momento è ancora sfidante. La crisi energetica, il caro materiali, le criticità legate al Superbonus ci hanno spinto a muoverci in uno scenario complesso, segnato anche, a livello nazionale, dal cambio di governo.

Ad inizio novembre, nel corso dell’annuale Convegno Nazionale Giovani Imprenditori Edili – cui abbiamo voluto dare un titolo significativo “Costruttivi – La sfida per il settore delle costruzioni dopo il Pnrr” – abbiamo riunito attorno al tavolo istituzioni, imprese e mondo associativo. Nell’ambito del Convegno è stato presentato uno studio realizzato dall’Ance che traccia un quadro esaustivo delle sfide cui noi come imprenditori edili siamo chiamati ad affrontare. Il bilancio per noi è positivo ma c’è ancora molto da fare.

Per il prossimo futuro quali iniziative avete previsto per favorire la promozione dell’innovazione, così come per diffondere la sostenibilità e l’economia circolare?

Come Ance Giovani abbiamo posto la sostenibilità fra le attività prioritarie. All’interno dell’associazione è stato istituito un gruppo di lavoro nato proprio con l’obiettivo di coordinare e rafforzare l’azione dei giovani costruttori su questi temi.

D’altra parte, la prospettiva sostenibile non è più una scelta ma risponde a quanto anche l’Europa ci chiede. Basta pensare a tutta la normativa legata alla EU Solar Energy Strategy da cui deriva la European Solar Rooftops Initiative. Sono solo alcune tappe del percorso che punta ai cosiddetti nZEB, ovvero Nearly Zero Energy Building, edifici ad alta prestazione energetica che contribuiscono in maniera significativa a rendere le città più sostenibili.

Il gruppo interno di Ance Giovani collabora e dialoga con le Commissioni Senior per apportare nuova linfa al settore attraverso una visione che abbraccia e lega tutti questi valori, l’innovazione, la sostenibilità, ma anche la ricerca e la formazione.

Condivisione di buone pratiche e aggiornamenti su nuovi trend del settore sono la base di una nuova cultura che vorremmo fosse di ispirazione per il costruttore. Tutto questo risponde a una strategia di lungo termine che è quanto mai necessario assumere per poter gestire le complessità del settore.

Sul versante dei rapporti internazionali ci sono iniziative specifiche del Gruppo Giovani di Ance?

Anche sul tema dell’internazionalizzazione Ance Giovani ha istituito un gruppo di lavoro. Le sfide del settore delle costruzioni non riguardano solo il contesto italiano ma anche quello internazionale. Per questo crediamo moltissimo nella condivisione e nella riflessione congiunta a livello internazionale.

Molti dei nostri imprenditori operano all’estero e le sfide del comparto – dall’innovazione alla sostenibilità – hanno una dimensione internazionale. Uno dei temi legati all’internazionalizzazione è come valorizzare l’eccellenza e l’expertise delle nostre imprese all’estero, anche in termini di tecnologia, capacità di progettazione, esecuzione e gestione delle commesse.

In un mondo sempre più connesso è importante per noi fornire ai giovani imprenditori gli strumenti necessari per muoversi in uno scenario globale, e promuovere una formazione che permetta alle imprese di operare anche al di fuori del mercato italiano. I viaggi tematici all’estero rivolti al Gruppo dei giovani imprenditori, come nel caso dell’Expo di Dubai, o la recente visita al Parlamento europeo, sono parte integrante di questo piano.

A suo avviso, che fase sta attraversando l’edilizia italiana?

L’edilizia sta attraversando un periodo complesso, pieno di sfide ma anche di opportunità. Caro materiali e crisi energetica sono i due ostacoli che impediscono alle imprese del comparto di portare avanti le opere e i cantieri con dinamismo e con quella dose di certezza necessaria per poter definire gli obiettivi e delineare una visione a lungo termine.

Su questo serve potenziare gli strumenti messi a disposizione finora dal governo. L’adeguamento dei prezzari e i meccanismi che garantiscono liquidità alle imprese per citarne alcuni.

Un altro problema che interessa in maniera specifica il comparto riguarda il blocco della cessione dei crediti legati al Superbonus che rischia di far fallire moltissime imprese. E poi ci sono sfide di natura strutturale, come la mancanza di manodopera e il gap delle competenze. Su queste bisogna lavorare da subito valorizzando e investendo sul capitale umano.

Dall’altro lato, però, questa fase offre molte opportunità che ci danno la possibilità di riattivare il Paese oltre che il nostro settore. Il Pnrr rappresenta un grande laboratorio in cui poter adottare nuove strategie e best practice.

Sulle criticità è chiaro che non è possibile rimandare la messa in atto delle soluzioni che possano potenziare l’edilizia. Nel 2021, il contributo del comparto sulla crescita del Pil italiano è stato pari al 30%. Sostenere il settore delle costruzioni significa quindi sostenere un settore strategico per il Paese.

Superbonus, al di là della rimodulazione della percentuale, come considera il provvedimento?

In due anni il Superbonus ha reso possibile l’efficientamento di oltre 35mila condomini, un numero che segna un cambio di rotta rispetto ai bonus ordinari attraverso i quali erano stati efficientati appena 1.443 nei 7 anni precedenti.

Questi numeri ci trasmettono il valore di una misura che andrebbe resa strutturale. Con il dl Aiuti quater il governo ha abbassato il rimborso garantito dallo Stato per i lavori di efficientamento energetico degli edifici dal 110 al 90% dal 2023, stravolgendo le carte in tavola e creando danni enormi a chi aveva programmato o contrattualizzato i lavori ma non aveva depositato la Cilas.

Ma il mercato era già di fatto quasi fermo a causa del blocco della cessione dei crediti che rischia di far fallire migliaia di imprese. Una misura che dovrebbe diventare strutturale continua a essere oggetto di cambiamenti che non lasciano intravedere un disegno chiaro e che ne impediscono un utilizzo efficiente.

Ora, con la nuova direttiva europea sull’efficienza energetica degli edifici che sta per entrare in vigore, sarà fondamentale ripensare questo meccanismo in modo da creare un’incentivazione a medio-lungo termine perché i privati riqualifichino i propri immobili. 

Quali iniziative avete in cantiere per favorire l’avvicinamento dei giovani alle Scuole edili e al settore del costruito? 

Il comparto edilizio ha un grande bisogno di rinnovamento del capitale umano. L’età media è ancora troppo alta e da qui a qualche anno avremo bisogno di nuove risorse con competenze necessarie per affrontare la sfida digitale e quella ecologica che già oggi stanno cambiando il settore.

Come Ance Giovani siamo impegnati a coinvolgere le giovani generazioni, stimolando l’interesse verso questo settore. Fra i progetti che promuoviamo, e in cui crediamo molto, c’è Macroscuola, di cui si sono tenute finora sette edizioni.

È un concorso rivolto agli studenti delle scuole secondarie di primo grado, nell’ambito del quale i giovani sono chiamati a realizzare progetti all’insegna dell’innovazione e della sostenibilità. Da quest’anno, abbiamo lanciato il format Orientagiovani, per aiutare i ragazzi a scegliere un percorso di studi che li avvicini al mondo delle costruzioni.

Parafrasando un film di successo: l’edilizia non è un paese per donne?

È vero che l’edilizia è un settore che registra ancora una maggiore presenza maschile ma la quota di donne è in aumento. Come per i giovani, ci auguriamo che sia un trend destinato a crescere. L’edilizia, come tanti altri settori, ha bisogno di donne anche per supportare lo sviluppo del Paese.

Il nostro è un settore con una grande capacità di traino a livello nazionale e contribuisce in maniera significativa alla crescita dell’economia dell’Italia. Una maggiore presenza di donne nel comparto edilizio significa una maggiore presenza di donne nell’industria del Paese, un elemento imprescindibile anche per la piena attuazione del Pnrr, dove, non a caso, la parità di genere figura fra le priorità trasversali del Piano.

Nei giorni scorsi si è riunito a Brescia il Consiglio Nazionale Giovani Imprenditori Edili di Ance per approfondire il tema del recupero e riutilizzo di calcestruzzi e asfalti. Rigenerazione dei materiali e non solo urbana?

Certo. La rigenerazione dei materiali è un processo fondamentale per lo sviluppo sostenibile in ambito edilizio. Il riutilizzo di materiali da demolizione e costruzione e il loro riutilizzo sono tecniche frutto di ricerca e innovazione, importanti oggi e destinate a diventare imprescindibili nei prossimi anni  per diminuire l’impatto ambientale e realizzare opere sostenibili sin dalle fondamenta. La rigenerazione urbana non è pensabile senza la rigenerazione dei materiali. 

Qual è la sua visione, presidente Donati, del Next Generation Eu?

Il Next Generation Eu rappresenta una grande opportunità per il nostro Paese e per l’Europa perché ci proietta in una fase in cui siamo spinti a costruire con fiducia e ottimismo un’Europa impegnata su temi decisivi come il cambiamento climatico e la transizione digitale.

È chiaro che la guerra in Ucraina aggiunge complessità all’attuazione di un piano già ambizioso che ha il merito di abbracciare obiettivi chiari e condivisi su questioni che devono essere affrontate da tutti.

Non dimentichiamoci che il Next Generation Eu è la base del nostro Pnrr, che rende e renderà possibile la realizzazione di quelle opere e infrastrutture di cui l’Italia ha urgente bisogno da anni. Insomma, il Next Generation Eu è la chiave per ripensare il futuro.

Edilizia, un settore sempre più innovativo grazie soprattutto ai giovani? 

La presenza dei giovani nel nostro settore e l’innovazione sono due temi strettamente legati. Il comparto sta registrando un cambio generazionale che sicuramente contribuisce ad arricchire le prospettive dell’edilizia.

Come Ance Giovani vogliamo partecipare al processo di trasformazione dell’edilizia del futuro, che per noi significa innovare, guardando ai grandi cantieri di opere e infrastrutture come a dei laboratori di sostenibilità. Per questo l’innovazione è fondamentale. Senza innovazione nei processi, nelle tecnologie e nei materiali non è possibile immaginare un cambio significativo, e necessario, in un’ottica di sostenibilità.

Rigenerazione urbana e ammodernamento del patrimonio edilizio non sono più un’alternativa in un Paese, come il nostro, in cui oltre il 70% dei 12,2 milioni di edifici che compongono lo stock abitativo risalgono a prima del 1981.

Il processo di transizione e la sostenibilità delle nostre città dipendono dal comparto edilizio, che può rinnovarsi solo grazie a un progressivo potenziamento del know-how e al costante aggiornamento delle competenze, due fattori che, per l’appunto, sono strettamente legati alla partecipazione dei giovani alle attività del settore.

Avesse la bacchetta magica, come la userebbe per migliorare l’edilizia italiana? 

Innanzitutto occorre operare sul fronte della burocrazia per snellire il settore, rendendo strutturale una misura come il Superbonus e, in generale, razionalizzando il sistema dei bonus fiscali. Il blocco dei crediti da parte delle banche nell’ambito del Superbonus, ad esempio, è una criticità che dipende proprio dalla mancanza di questo processo di razionalizzazione.

Poi c’è il tema del caro materiali, che sta frenando moltissime imprese, molte delle quali sono sull’orlo del fallimento. Per questo chiediamo da tempo che nella riscrittura del Codice degli Appalti venga introdotta una revisione prezzi automatica.

Occorre poi risolvere il problema della carenza di manodopera e di figure professionali specializzate. Sempre nell’ambito dello studio presentato nel corso del nostro convegno annuale, l’Ance ha stimato che per la realizzazione di 64 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi del Pnrr e dei principali interventi ferroviari in capo a Rfi il fabbisogno occupazionale ammonta a 64.400 unità.

Città e transizione ecologica, nesso e opportunità… Qual è la sua visione in merito?

Questo binomio riguarda trasversalmente tutto il comparto e lo mette in dialogo con la società, oltre che con interi settori. Anche su questo punto vorrei citare alcuni numeri: secondo le stime dell’Ance, dal settore edile dipende il 78% della transizione ecologica totale prevista dal Pnrr, pari a 71,8 miliardi (37,5% dei 191,5 miliardi del dispositivo per la Ripresa e la Resilienza).

Una parte importante dell’intero processo di transizione ecologica passa per le città, continuamente sottoposte a pressioni che rendono il cambiamento repentino, e con cui è difficile stare al passo. Innovazione e sostenibilità, di nuovo, sono la chiave per cogliere le trasformazioni dei prossimi anni.

Anche qui è importante lavorare sin da oggi indirizzando gli investimenti in maniera lungimirante, evitando gli sprechi e potenziando la vitalità di un settore da cui dipendono il futuro delle città e il nostro.

intervista a cura di Adriano Baffelli

Angelica Donati | Studi e percorso professionale

Nata a Los Angeles, ha vissuto a Roma prima di trasferirsi in Inghilterra per motivi di studio. Laureata in management alla London School of Economics (Lse), ha successivamente conseguito un master in Business Administration alla Said Business School dell’Università di Oxford.

Inizia il suo percorso professionale nel settore della finanza, lavorando per tre anni nel team di Foreign Exchange Sales in Goldman Sachs a Londra occupandosi del mercato del Sud Europa. Dopo l’Mba, passa in Ralph Lauren, dove ricopre il ruolo di Retail Marketing Manager.

Responsabile Sviluppo del Business per Donati spa – è imprenditrice edile e investitrice nel Proptech come venture partner di Concrete Vc; collabora come editorialista con Forbes, Agi e Property Week. Attualmente ricopre il ruolo di presidente di Ance Giovani.

Premi e riconoscimenti

Per il suo impegno nel mondo dell’edilizia e dell’innovazione, Angelica Donati ha ricevuto alcuni riconoscimenti di particolare rilevanza.  È stata tra le finaliste del premio “Disruptor of the Year” nei “First Women Awards” nel 2017, a testimonianza dell’impegno relativamente all’innovazione tecnologica, e finalista del premio “Young Personality of the Year”, promosso dal settimanale “Property Week”, per aver co-fondato la piattaforma Houzen.

Nel 2018, il mensile Capital l’ha inserita nella top 100 dei trentenni che rappresentano il futuro della classe dirigente del Paese in vari settori. Nel giugno ’18 Angelica Donati è entrata nella prestigiosa lista Resi Trailblazers 2018 stilata da Property Week e sponsorizzata da Cluttons, che raccoglie figure individuate come pionieri, innovatori, professionisti e imprenditori capaci di operare “fuori dagli schemi” e guidare il cambiamento del settore immobiliare.

Nel 2020 Angelica Donati ha ricevuto il premio “Donna dell’Anno” ai Real Estate Awards, per il suo impegno nel proptech e nel settore delle costruzioni. Nel 2022 è stata nominata da Forbes Italia una delle 100 donne vincenti dell’anno.

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