Professioni | Richieste al Governo

Dalla Rete delle professioni tecniche toscane il dissenso sulle regole e i vincoli della pianificazione territoriale

La Rete delle professioni tecniche in rappresentanza di 40mila professionisti e 60 tra ordini e collegi regionali della Toscana ha inviato la richiesta urgente di metter mano agli strumenti considerati «non adeguati» a sostenere la tutela della aree paesaggistiche e la riqualificazione delle città.

La Rete delle professioni tecniche della Toscana, in rappresentanza di 40mila professionisti e 60 tra ordini della regione e collegi (geometri, ingegneri, periti industriali, architetti, forestali), si è espressa sulla proposta di legge 282/2013 che sostituirà la precedente normativa regionale 1/2005 in materia di governo del territorio, chiedendo di semplificare il sistema della pianificazione territoriale e soprattutto chiedendo di diminuire il numero degli elementi decisori e dei processi di decisione, soluzioni che migliorerebbero e faciliterebbero il lavoro dei professionisti. Queste richieste stanno a confermare che le professioni tecniche non credono più agli strumenti vigenti per sostenere la riqualificazione del paesaggio e delle città, la tutela delle aree di pregio e la prevenzione dei rischi naturali.Urbanistica_lenteTra gli elementi discussi in riferimento agli obiettivi della legge, un posto particolare spetta al contenimento del consumo di suolo attraverso la riqualificazione delle aree dismesse e il divieto di nuova edificazione residenziale fuori dai territori urbanizzati.
I tecnici sono d’accordo sul «freno» al consumo di suolo ma non sono d’accordo sul rigido controllo nelle aree non urbanizzate: un controllo oltremisura potrebbe dare il «colpo di grazia» al settore edile, settore tra i più colpiti dalla situazione di crisi. In questo settore l’abbattimento dei costi della struttura democratica potrebbe raggiungere due scopi: da una parte arrivare alla semplificazione delle procedure e dall’altra razionalizzare l’intero sistema della pianificazione. Una proposta, quella dei tecnici, che fa leva su due elementi decisori invece di tre (comune, Provincia e Regione) con l’obiettivo di evitare stratificazioni normative e acquistare velocità nelle decisioni pubbliche con la chiara certezza dei risultati e con notevoli risparmi per le istituzioni.

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