Punti di Vista | Massimo Angelo Deldossi, Presidente Ance Brescia

Deldossi: via le limitazioni ai sub affidamenti in cantiere

In linea con la posizione presa da Bruxelles, l’associazione dei costruttori chiede di rivedere il Codice appalti e le normative relative al subappalto per permettere alle Pmi di accedere alle gare d’appalto. Il presidente Deldossi: necessario premiare le realtà virtuose, a prescindere dalla loro dimensione.
Angelo Massimo Deldossi | Presidente Ance Brescia.

Ance Brescia condivide la recente decisione della Corte di giustizia dell’Unione europea di bocciare la normativa italiana che limita il subappalto in cantiere al 30% dell’importo complessivo del contratto.

Il subappalto è uno strumento legittimo di organizzazione del lavoro che, se utilizzato in maniera corretta e con i giusti controlli, permette anche alle piccole e medie imprese di accedere agli appalti pubblici.

Nell’attuale sistema le imprese edili hanno una propria attività caratterizzante e, per coprire l’intero processo produttivo di un cantiere, devono necessariamente appoggiarsi a imprese specializzate nelle singole fasi lavorative, anche attraverso il legittimo strumento del subappalto.

Qui la locandina del convegno sul tema che si tiene il 24 ottobre a Brescia

Ance Brescia rinforza, quindi, la posizione dell’Europa contraria all’imposizione di limitazioni ai sub affidamenti. Confermando una tesi sostenuta da tempo dall’associazione dei costruttori, la norma del Codice appalti del 2016 in tema di subappalto si rivela una grave violazione della libertà di organizzazione d’impresa, incompatibile con le direttive europee sugli appalti e con i fattori della produzione tipici del settore dell’edilizia.

Ance Brescia riconosce e promuove la necessità di una regolamentazione dell’istituto normativo del subappalto attraverso misure idonee.  La proposta dell’associazione costruttori, che sarà approfondita durante il convegno dal titolo: «Il Codice dei contratti pubblici dopo lo Sblocca cantieri» del 24 ottobre prossimo, si basa, dunque, su una revisione del Codice appalti e, in particolare, su un sistema di qualificazione delle imprese, anche subappaltatrici, che si erge su criteri meritocratici.

Si devono introdurre elementi finalizzati a premiare la qualità dei processi organizzativi e produttivi introdotti dalle imprese per evitare che le pubbliche amministrazioni cadano nell’errore di valutare le aziende solo sulla base della mera logica del fatturato.

È necessario premiare le realtà serie, strutturate e virtuose, sia piccole sia grandi. In quest’ottica, Ance ha da tempo posto all’attenzione del Governo un sistema di indici qualitativi e quantitativi misurabili e oggettivi.

Constatati da Bruxelles i “disallineamenti” del Codice appalti italiano rispetto alle direttive europee, per evitare una procedura d’infrazione, l’associazione costruttori di Brescia suggerisce di accompagnare al decreto legislativo di riscrittura del Codice, un regolamento dedicato in via esclusiva ai lavori pubblici, per chiarire le responsabilità e ridurre l’incertezza interpretativa e applicativa relativa ai principali istituti normativi che regolano gli appalti del nostro Paese, affinché le risorse, poche, si trasformino velocemente e in modo efficace in cantieri.

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