Il decreto del Consiglio dei ministri n. 252/2012, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 4 febbraio scorso, è entrato in vigore e definisce chiaramente le regole circa gli oneri a carico delle imprese e riguardo all’obbligo di trasparenza della pubblica amministrazione. Nel caso in cui non venga rispettato tale obbligo saranno i dirigenti a esserne responsabili e a pagarne le conseguenze.
Lo Statuto delle imprese, legge n. 180/2011, aveva stabilito l’obbligo di pubblicazione online, nei siti istituzionali, degli oneri informativi che gravano sui cittadini e sulle imprese, al fine di uniformare a livello nazionale l’elenco degli obblighi.
La normativa ha imposto quest’obbligo di trasparenza, oltre che per rendere comprensibili gli adempimenti e le disposizioni adottate, per prevenire l’introduzione o il mantenimento di oneri sproporzionati o non necessari rispetto alle esigenze di tutela degli interessi pubblici.
L’onere informativo, in base alla definizione riconosciuta a livello internazionale, si definisce nell’obbligo di raccogliere, produrre, conservare e trasmettere informazioni e documenti alla p.a.
Il Dipartimento della funzione pubblica, in vista del termine stabilito per il 31 marzo, e che prevede la stesura di una relazione, ha emanato le «linee guida» delle modalità che devono essere rispettate dai dipartimenti.
Tra queste, particolare importanza assume la compilazione di schede nelle quali verranno riportati gli oneri eliminati e quelli introdotti, con il riferimento alle disposizioni contenute in regolamenti che regolano l’esercizio dei poteri autorizzativi o certificatori nei confronti di imprese e cittadini, o contenute in provvedimenti che disciplinano l’accesso ai servizi pubblici (a esclusione dei bandi per gli appalti pubblici), o la concessione di benefici fiscali e monetari.
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