Rete Imprese Italia | Cambio al vertice

È il semestre di Ivan Malavasi (Cna)

Il presidente di Cna sostituisce per il prossimo semestre Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio. Rete Imprese Italia è l’associazione delle cinque principali organizzazioni di rappresentanza delle pmi e raccoglie 2,5 milioni di imprese.

Cambio della guardia al vertice di Rete Imprese Italia: a Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio (in carica da gennaio a giugno) succede Ivan Malavasi, presidente di Cna nazionale, e presidente portavoce di Rete Imprese Italia, l’associazione unitaria delle cinque principali organizzazioni di rappresentanza delle piccole e medie imprese e dell’impresa diffusa (Casartigiani, Cna, Confartigianato Imprese, Confcommercio Imprese per l’Italia e Confesercenti) che raccolgono insieme più di 2,5 milioni di imprese.

Ivan Malavasi, presidente nazionale Cna e Rete Imprese Italia.

Proprio Malavasi giorni fa si era dichiarato soddisfatto dell’accordo con l’Abi, soprattutto perché avvenuto in un quadro di perdurante difficoltà nell’accesso al credito, per le imprese. «L’accordo, in particolareha sostenuto Malavasiconsente di applicare la sospensione anche a operazioni che erano già state oggetto di precedente sospensione e permette di portare fino a quattro anni il periodo di allungamento dei finanziamenti, alleggerendo di conseguenza le rate. Ora è necessario che le banche assumano comportamenti coerenti con gli impegni presi perché siamo tutti consapevoli che la ripresa dipende in maniera significativa dalla erogazione del credito».

Carlo Sangalli, presidente uscente Rete Imprese Italia.

Prima di lasciare il semestre di presidenza Carlo Sangalli si era espresso sulla decisione assunta dal Consiglio dei ministri di rinviare al prossimo primo ottobre il previsto aumento dell’Iva asserendo che «lo slittamento di tre mesi dell’aumento dell’Iva è un segnale importante che va nella giusta direzione e che testimonia l’impegno del Governo su questo fronte. Questa scelta non deve, tuttavia, ridurre ogni ulteriore sforzo necessario per eliminare definitivamente qualsiasi ipotesi di aumento della pressione fiscale, a cominciare proprio dall’Iva. Questo ulteriore passo in avanti resta, dunque, la priorità perché, in una situazione in cui il perdurare della crisi ha portato famiglie e imprese allo stremo, un eventuale aumento di questa imposta avrebbe ulteriori, gravi effetti recessivi su occupazione, crescita e consumi».

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