Uncem | Rigenerazione

Edifici Nzeb: Uncem Piemonte insiste su formazione e condivisione di buone pratiche

Paola Vercellotti, vicepresidente di Uncem Piemonte, in merito alla direttiva europea sull’obbligo di edifici Nzeb entro il 2021, si dice pronta a supportare gli enti locali in questa trasformazione, ma richiede che si attui da subito un programma di rigenerazione del patrimonio costruito tra gli anni Sessanta e Novanta nelle aree urbane, rurali e montane.

La Direttiva Europea 31/2010/CE introduce il concetto di edifici a energia quasi zero e impone che tutti gli edifici pubblici di nuova costruzione, a partire dal 2019, siano Nzeb (Nearly Zero Energy Building).

L’obbligo è esteso anche agli edifici privati a partire dal 2021. Un edificio a energia quasi zero è un edificio ad altissima prestazione energetica. Il fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo dovrebbe essere coperto in misura molto significativa da energie da fonti rinnovabili, compresa l’energia da fonti rinnovabili prodotta in loco o nelle vicinanze.

Paola Vercellotti | Vicepresidente Uncem Piemonte

Paola Vercellotti | Vicepresidente Uncem Piemonte.

«È un tema del quale Uncem si occupa da più di dieci anni e oggi siamo a un punto di svolta. L’obbligo Nzeb è per gli enti locali, per i nostri Comuni ma dal 2021 lo è per tutti. Per questo vogliamo accompagnare questa transizione con una serie di appuntamenti che stiamo studiando. Saranno rivolti ad amministratori locali e professionisti. Potremo lavorare con Agenzia CasaClima, Isbee, Green Building Council, Legambiente, Fondazione Symbola, Fondazione Montagne Italia. Costruiremo proposte operative di supporto ai Comuni e alle Unioni montane, grazie anche al progetto Interreg Alcotra A2E, Alpi Efficienza Energetica, del quale Uncem è partner. Gli accordi sul clima di Parigi e ancora di Katowice impongono una riduzione della produzione d’inquinanti, l’abbassamento delle temperature medie e un sostanziale blocco del consumo di suolo. In montagna abbiamo molto da fare attorno alla rigenerazione del patrimonio costruito abbandonato, ad esempio, nei borghi alpini. Nelle aree urbane e anche rurali, bisogna pensare a sempre più iniziative per gli immobili poco efficienti energeticamente costruiti tra gli anni Sessanta e Novanta. I Comuni aprono una strada, devono fare un’operazione culturale decisiva e sensibilizzare i cittadini. Lavoreremo come sempre al loro fianco».

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