Produzione | Rockwool

Pannelli in lana di roccia per l’isolamento termoacustico e la protezione dal fuoco

I pannelli isolanti in lana di roccia Conlit di Rockwool sono stati utilizzati per la realizzazione di un edificio residenziale in via Negri a Roma. I vari vincoli, dettati dalla delicata posizione dell’intervento, hanno orientato la scelta del progettista verso una struttura portante in carpenteria metallica che necessitava di una soluzione in grado di resistere e proteggere dal fuoco, oltre a garantire un elevato isolamento acustico.

Demolire per ricostruire un edificio dal volume maggiore rispetto al preesistente, se consentito dagli strumenti urbanistici e dalle leggi straordinarie. È il caso di un nuovo edificio recentemente realizzato a Roma, in via Negri, che ha beneficiato delle norme previste dal “Piano Casa Lazio” e ha potuto aumentare la volumetria di oltre il 15%.

La struttura sorge in un’area delicata dal punto di vista storico, archeologico e architettonico, in prossimità dell’antica cinta muraria della città di Roma e al tracciato storico della via Consolare Ostiense. In questa zona sorgono prestigiosi monumenti storici quali la Piramide Cestia e la Basilica di San Paolo, che si affiancano a edifici più recenti archeo-industriali come i Mercati Generali, la Centrale elettrica Montemartini e il Gazometro.

Nella seconda metà del Novecento il quartiere ha assistito a un intenso sviluppo residenziale, accompagnato da importanti interventi di carattere pubblico, quali la realizzazione dell’Università Roma Tre e il recupero di strutture archeo-industriali.

Considerando le premesse, l’intervento di demolizione del precedente edificio ha dovuto inizialmente confrontarsi con alcune difficoltà: la posizione delicata tra le due strutture adiacenti, ma soprattutto l’improvvisa scoperta di reperti archeologici che ne hanno rallentato i lavori.

Edificio residenziale in via Negri, Roma.

Le fondazioni

Su disposizione della Soprintendenza Archeologica di Roma, a seguito di sondaggi regolarmente eseguiti, sono stati messi in luce tutti i reperti presenti: quelli amovibili sono stati trasportati in deposito, mentre i reperti non movimentabili sono stati protetti con adeguate strutture lignee e metalliche e sono poi stati nuovamente ricoperti sotto una coltre pozzolanica.

In un secondo tempo è stata realizzata una palificata che attraversa gli interspazi liberi tra le aree occupate dai reperti, fino a raggiungere lo strato resistente del sottosuolo posto a 65 m di profondità rispetto al piano stradale. Sulla testa dei pali è stata realizzata una platea di cemento armato, la cui quota all’estradosso – che coincide con quella stradale di via Negri – costituisce il piano di imposta del fabbricato.

Tale fondazione ha risposto a due fondamentali esigenze: garantire l’assenza di cedimenti differenziati grazie allo sviluppo longitudinale dei pali che assicura una notevole componente di attrito laterale e il puntamento sullo strato più profondo delle argille resistenti.

In questa zona sono presenti diversi monumenti storici e costruzioni più recenti archeo-industriali, tra cui il Gazometro, visibile dall’edificio di nuova costruzione.

Struttura in acciaio

Il nuovo edificio, composto da un piano interrato e 10 piani fuori terra (di cui l’ultimo destinato agli impianti tecnici e fotovoltaici), doveva incidere il meno possibile sulle fondazioni in termini di peso. Per questo motivo il progettista ha scelto una struttura in carpenteria metallica con tamponature esterne e tramezzature interne realizzate con il sistema a “secco”.

Questa modalità di costruzione ha comportato un notevole impiego di materiali isolanti per garantire con efficacia il superamento dei criteri minimi di risparmio energetico attraverso l’uso di componenti passive molto performanti, integrate da fonti di energia rinnovabili e dall’utilizzo di pompe di calore per la climatizzazione centralizzata estiva e invernale dell’edificio.

Inoltre, la struttura portante in carpenteria metallica, che in caso d’incendio subisce una notevole diminuzione di resistenza meccanica, ha richiesto un’attenta scelta del materiale isolante che doveva rispondere a precisi requisiti di protezione al fuoco.

È stato quindi scelto il sistema Rockwool Conlit, costituito da pannelli in lana di roccia. Quest’ultima è resiliente al fuoco, rimane stabile a temperature estremamente elevate (oltre 1000 ºC), svolge un’azione di contenimento del fuoco e non contribuisce all’emissione di significative quantità di fumi tossici.

La gamma Conlit è composta da due tipologie di pannelli: Conlit 150 p, pannello rigido in lana di roccia non rivestito ad alta densità e Conlit 150 Af, pannello rigido in lana di roccia ad alta densità, rivestito su un lato da un foglio di alluminio rinforzato da una rete in fibra minerale.

Un’unica soluzione, facile da installare, con una duplice valenza: l’isolamento termoacustico e la protezione dal fuoco, certificata con Eta. Applicato interamente a secco, il prodotto presenta una elevata stabilità dimensionale a garanzia della sua durata nel tempo. A oggi la realizzazione dell’edificio, che comprende 22 appartamenti e che dal punto di vista estetico è un tipico esempio di razionalismo modernista italiano, è in fase conclusiva. (vb)

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