Edilizia residenziale | Pomponesco, Mantova

Edificio rurale reso efficiente e con un ottimo grado di comfort abitativo

I lavori di ristrutturazione edilizia e riqualificazione energetica di Corte Saletto, edificio rurale nel mantovano, grazie all'isolamento termico, 15 kW di fotovoltaico, pompa di calore, solare termico e ventilazione meccanica con recupero di calore, hanno portato la struttura in classe B. A dimostrazione che è possibile risanare energeticamente gli edifici esistenti e ridurre il consumo di fonti fossili nel rispetto della tipologia architettonica.
Arch. Damiano Chiarini | Progetto e direzione lavori.

Arch. Damiano Chiarini | Aree esterne e microclima

«L’attenzione al microclima esterno è stata valutata in fase di progetto. Il posizionamento di un pergolato perimetrale in corrispondenza delle superfici a vetro, non diventa solo un elemento compositivo ma soprattutto elemento funzionale in fase di progetto energetico. Gli elementi di metallo brunito, supporto e sostegno del pergolato del glicine caratterizzano il prospetto Sud. In pochi anni le piante caducifoglie saranno in grado di schermare completamente le superfici vetrate del piano terra nel periodo estivo e lasciar filtrare liberamente il sole in periodo invernale, garantendo il giusto apporto solare gratuito. L’area esistente presentava originariamente un’area cortilizia in cemento, la tipica aia. In fase di progetto, al fine di ridurre il surriscaldamento dato dall’effetto isola di calore si è optato per aumentare la superficie a verde, fino a ridosso dall’abitazione, in modo tale di aumentarne la percezione dall’interno, attraverso le ampie superfici vetrate della zona giorno. Il passaggio carraio è stato realizzato in calcestre, per garantire una buona permeabilità delle superfici e drenaggio delle acque meteoriche. La scelta delle essenze arboree si è mantenuta su specie autoctone, in grado di resistere bene al clima locale senza dover intervenire con una cura e trattamenti eccessivi nel corso dei ciclo di vita dell’albero. Le siepi perimetrali garantiscono una chiusura visiva verso Nord, una protezione al vento e una privacy maggiore, i Carpini verso sud, ad alto fusto mantengono altresì una maggiore visuale libera. Le aree a verde ricavate nella ex aia si caratterizzano dal posizionamento di Querce e Frassini in grado di ombreggiare gli edifici retrostanti. A distanza di un anno, il comportamento dell’edificio, i consumi energetici e il comfort in generale, vengono costantemente monitorati dalla committenza al fine di confrontare i rilevamenti dell’utenza con i valori elaborati in fase di progetto, recepire eventuali scostamenti, utili al miglioramento della qualità progettuale. Avere un feedback dell’utente è una condizione fondamentale, sulla quale studiorinnova fa sempre affidamento, per un miglioramento della qualità progettuale e risposta alle aspettative del cliente. Corte Saletto è un esempio di giusto compromesso tra rispetto dell’edificio storico, contesto rurale ed efficientamento energetico, con attenzione al comfort abitativo e tipologia architettonica».

Il recupero di Corte Saletto

Il paesaggio agricolo circostante il borgo di Pomponesco (Mantova) è caratterizzato dalla presenza di cascine a corpo unico che nel corso degli anni ’50 hanno spesso subito interventi edilizi invasivi con marcata alterazione dei prospetti e dei volumi, pur mantenendone viva la funzionalità.

Corte Saletto rientra in questa casistica e recentemente è stata oggetto di lavori di ristrutturazione edilizia finalizzati a un pieno recupero tipologico e formale dell’edificio nel rispetto dell’inserimento paesaggistico, con attenzione alla riqualificazione energetica.

Il progetto ha visto la creazione di due unità abitative: la prima nell’originaria casa padronale, con rifunzionalizzazione degli spazi interni e armonizzazione delle forometrie di facciata secondo il disegno originario; la seconda, nel confinante edificio adibito a fienile e stalla, con demolizione e ricostruzione, avendo cura a conservare il materiale recuperabile e solo il volume centrale al piano terra (stalla con volte ellittiche).

È sul secondo edificio di circa 200 mq di superficie utile che si è maggiormente posta attenzione al riutilizzo dei materiali da demolizione, creando non solo una continuità materica con il territorio riproponendo un sobrio uso del mattone faccia a vista in generale, ma anche tipologico, conservando e riproponendo gli elementi architettonici quali l’arco a sesto ribassato e le trame a gelosia in facciata tipiche dell’architettura rurale padana.

Nuove funzioni e restauro

La struttura dell’originaria stalla a volte ellittiche è stata conservata, con notevole difficoltà nelle fasi demolizione. Ne è prova la campata di testa ceduta in corso d’opera e interamente ricostruita realizzando le dime in legno sulle volte esistenti e riproponendo lo schema di posa originario. Il consolidamento delle volte è consistito nell’inserimento di connettori nei mattoni in laterizio, fissaggio con resina e getto di una soletta armata in calcestruzzo, rendendo così tutta la struttura collaborante.

Alla base dei muri, su tutto il perimetro, sono state realizzate delle controfondazioni e la parete con maggiore eccentricità è stata rinforzata addossando 3 pilastri in c. a. con funzione di contrafforti, in corrispondenza delle catene esistenti, al fine di contenere eventuali movimenti in fase esecutiva. Infatti, la demolizione di tutte le strutture di elevazione e l’assenza di carichi permanenti verticali hanno contribuito ai movimenti verificatosi sulle strutture rimaste.

Sopra le volte consolidate è stato realizzato un nuovo solaio in laterizio prefabbricato, poggiante su nuovi muri portanti, svincolato dalla struttura originaria al fine di sgravare le volte da un carico eccessivo. All’interno, dopo una sabbiatura di tutti gli elementi in laterizio, le pareti sono state intonacate con calce naturale contenente materiali pozzolanici dell’Opificio Bio linea Calx Antiqua, seguendo il ciclo di applicazione proposto.

In particolare, pulizia accurata di tutti i giunti di malta e lavaggio delle superfici per eliminare il più possibile i sali assorbiti dai mattoni in laterizio. Dopo un primo rinzaffo si è proceduto alla realizzazione dell’intonaco e successivo strato di finitura. Trattasi d’intonaco traspirante, composto da pura calce idraulica naturale Nhl 3.5, materiali pozzolanici come: pozzolana romana naturale, zeolite naturale e cocciopesto e sabbie.

Isolamento tradizionale

I nuovi muri perimetrali delle parti ricostruite sono stati realizzati in blocchi Svizzeri della Danesi. I blocchi della linea tradizionale offrono tutte le caratteristiche prestazionali del laterizio tradizionale in relazione a isolamento termico, inerzia termica, potere fonoassorbente, resistenza e compattezza.

Al fine di garantire il riutilizzo all’esterno dei mattoni faccia a vista, si è optato per un isolamento in intercapedine dall’interno, con un pannello in Eps grafitato e controparete in laterizio forato, utilizzata per i passaggi impiantistici. La parete verso Sud, delimitante il volume dell’ex stalla, essendo crollata con la volta in fase di lavori, è stata ricostruita in blocchi di laterizio portanti e, non potendo realizzare una controparete interna con isolamento in intercapedine, è stata isolata dall’esterno con termointonaco della Fassa Bortolo con sfere di polistirolo, spessore totale 6 cm con interposta rete portaintonaco antialcalina. Tale spessore permette di migliorare la temperatura superficiale interna evitando il raggiungimento della temperatura di rugiada, ovvero formazione di condensazioni superficiali.

Solai interpiano

I solai interpiano sono stati realizzati in opera, in laterocemento a eccezione della porzione sulla zona d’ingresso, dove si è voluto mantenere visibile il riutilizzo delle travi in rovere conservate dalla demolizione, recuperate, in affiancamento a nuove travi Ipe in acciaio. Sopra tale struttura è stato posizionato un solaio in legno lamellare dello spessore di 8 cm, di finitura analoga a quella dell’assito del tetto in legno, verniciatura all’acqua di colore bianco a copertura parziale per mantenere la lettura della venatura naturale del legno.

Tetto in legno

La copertura, in legno con orditura principale in travi e travetti in lamellare e sovrastante assito perlina a spigolo vivo, ha un pacchetto d’isolamento in fibra di legno dello spessore di 18 cm chiuso da un pannello Osb e sovrastante telo di tenuta all’aria Elephant Riwega.

Il manto di copertura, microventilato, è in ondulina sottocoppo in fibrocemento e rivestimento con coppi di recupero, conservati dalla demolizione dell’edificio originario. La buona massa derivante dall’utilizzo dell’isolante in fibra di legno, migliora notevolmente il comportamento passivo dell’edificio dato dall’inerzia termica della struttura riducendo il surriscaldamento degli ambienti sottostanti. Attenzione è stata posta al comportamento antisismico della struttura, avendo cura di solidarizzare i travetti alla struttura perimetrale di coronamento superiore.

L’inserimento di barre di metallo nella testa dei travetti evita lo scivolamento in caso di forza sismica e garantisce un comportamento di movimento uniforme della struttura di copertura. Le gronde in legno non sono realizzate con travetti passanti, ma con struttura sporgente dal pacchetto isolante. Tale soluzione riduce il problema delle possibili infiltrazioni d’aria in corrispondenza dell’attacco tetto-muro, essendo la struttura portante realizzata sopra il freno a vapore.

Serramenti minimali

I serramenti, ad anta unica e alzante scorrevole nella zona giorno, sono in alluminio a taglio termico Schüco, con profilo ridotto e vetro basso emissivo. Uw 1.1 W/m2K Il profilo ridotto (telaio visibile all’esterno 3 cm) garantisce una maggior superficie vetrata aumentando la luminosità degli ambienti e al tempo stesso ottimizzando gli apporti solari gratuiti.

Rispetto ad altri materiali l’alluminio garantisce una particolare leggerezza ed leganza nelle linee di design, oltre alla flessibilità di utilizzo e alla grande robustezza meccanica e entieffrazione. Inoltre i serramenti in alluminio richiedono una bassa manutenzione e hanno un più lungo ciclo di vita, assicurando vantaggi funzionali ma anche economici e verso sempre una maggiore sostenibilità ambientale, poiché il metallo conferisce loro numerose possibilità di riutilizzo in fase di dismissione.

Scala interna

Per la scala interna si è optato per una struttura leggera in metallo e legno, autoportante. I cosciali disegnati con taglio al laser sono stati comunque puntualmente ancorati alle murature perimetrali per evitare eccessive vibrazioni e irrigidire la struttura. Il vano scale è caratterizzato dalla struttura in metallo, non solo per le rampe della scala, ma anche per il ballatoio di passaggio al piano primo, con affaccio al piano terra, e creazione di uno spazio a doppia altezza che crea movimento e lettura di tutto il volume verticale. La leggerezza della struttura viene accentuata dalle luci perimetrali a Led inserite nello spazio tra il cosciale esterno e il muro (4 cm).

Radiante a pavimento e pavimento in cemento

Il piano terra, al fine di valorizzare le volte in mattoni dell’ex stalla esigeva un pavimento il più possibile neutro, pertanto sui pannelli isolanti del riscaldamento a pavimento, Loex XEnergy300 by Dow, spessore 4 cm in polistirene espanso estruso additivato con particelle di carbonio amorfo, è stato realizzato un pavimento in cemento.

Il vantaggio del pannello isolante liscio è di una maggiore conduttività del calore con una resa anche del 20% rispetto a un tradizionale pannello con fungo. La particolarità del sistema di riscaldamento a pavimento XEnergy300 è rappresentata dall’ancoraggio della tubazione a una rete metallica grazie alle clips; in questo modo la tubazione risulta sollevata rispetto all’isolamento evitando i punti di contatto con esso, come avviene in un classico sistema di riscaldamento a pavimento con pannello presagomato.

La tubazione viene avvolta completamente dal massetto ottenendo una maggiore superficie di scambio e come risultato finale una temperatura dell’acqua di alimentazione minore a parità di resa termica. La rete inserita nel massetto contribuisce alla ripartizione del carico e ne aumenta la resistenza meccanica.

Il pavimento è in cemento di spessore 8 cm Idealwork con finitura nuvolata. Una soluzione che ha permesso di ampliare gli spazi regalando raffinatezza e luminosità. Questa soluzione si adatta all’ambiente tradizionale recuperato. Il pavimento inoltre risulta estremamente pratico da pulire e di facile manutenzione. È stato comunque trattato in modo da  proteggere in profondità la superficie in calcestruzzo per sigillare, densificare, indurire e renderla completamente antipolvere, resistente all’abrasione e meno permeabile all’acqua.

Fonti rinnovabili prima di tutto

A livello impiantistico, la richiesta è stata di utilizzare il più possibile le fonti rinnovabili essendo la zona non servita dal gas metano. Considerando che già sul tetto era prevista la realizzazione di un impianto fotovoltaico di 12 kW, è stata abbinata una pompa di calore aria/acqua Hoval Belaria twin AR da 24 kW. L‘ottimo valore Cop di 4,62 è raggiungibile grazie ad alcuni dettagli tecnici e costruttivi: il modello Belaria twin A è dotato di un evaporatore speciale, di un ventilatore di ultima generazione e di due valvole di espansione elettroniche, che regolano in modo ottimale il ciclo del freddo.

La pompa di calore racchiude l’ultima generazione di ventilatori assiali, particolarmente silenziosi. In combinazione con l’evaporatore di grandi dimensioni, le emissioni sonore sono ridotte. Il monoblocco per posizionare l’impianto all’esterno è resistente alle intemperie e, grazie alla struttura robusta, risulta più piatto rispetto a modelli simili. Un vantaggio estetico notevole per gli impianti che vengono posizionati all’esterno.

Il dispositivo di comando regola efficientemente l’impianto bivalente, combinato ai pannelli solari per la produzione di Acs. Inoltre, con la funzione preposta a ridurre temporaneamente l’assorbimento di corrente, non solo si risparmia, ma si sfrutta anche in modo ottimale l’energia solare.

Il sistema garantisce la temperatura di esercizio al bollitore da 300 litri collegato al riscaldamento a pavimento. Lo stesso sistema, in periodo estivo, con un separatore idraulico, funziona per il raffrescamento. L’acqua calda sanitaria, è prodotta dalla medesima PdC per il riscaldamento, integrata con due pannelli solari posti in copertura, caldaia e bollitore autonomo da 300 litri.

Chi ha fatto Cosa

Committente Privato
Progetto e direzione lavori Arch. Damiano Chiarini
Progetto Impianti Ing. Igor Ilardi, studiorinnova
Impresa edile Zanoni Pierluigi, Sabbioneta, Mn
Serramenti alluminio Zanetti snc, Bozzolo, Mn
Serramenti in legno e interni Falegnameria Dilda snc, Torre de’ Picenardi, Cr
Impianto termo sanitario Baiardi Francesco, S. Martino dell’Argine, Mn
Impianto elettrico Ronchi Giovanni, Bozzolo, Mn
Cappotto, cartongessi, tinteggiature Barbiani Paolo, S. Martino dell’Argine, Mn

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here