Edilizia ricettiva | Ayas, Aosta

Cantiere ad alta quota per la trasformazione in centro benessere

L’intervento di demolizione-ricostruzione e ampliamento, su progetto dell’arch. Fabrizio Bianchetti, con Architettura Tre, ha consegnato alla Val d’Ayas un nuovo e articolato spazio benessere e un auditorium polivalente affacciati sul Monte Rosa, realizzando una delle più importanti strutture wellness del nord Italia. Tra i suoi punti di forza l’impiego di materiali a basso impatto visivo e armonicamente “accordati” con i colori della natura: vetro, legno, pietra e ceramiche.

Fra i pregi dello stabilimento figura senza dubbio la posizione, che lo vede sorgere su uno spazio pianeggiante, circondato a stretta distanza da aree boschive di grande bellezza e “allineato” con il Monte Rosa. Le ampie vetrate del centro si affacciano, infatti, proprio sul ghiacciaio di questa imponente cima e sembra che l’acqua e i vapori “dialoghino” a distanza con il ghiaccio che copre la sommità del Monte Rosa e con il torrente Evançon, che scorre proprio a fianco della struttura.

Quasi un’immersione totale nell’acqua, a ragione ritenuta generatrice di benessere per eccellenza. L’ubicazione straordinaria del nuovo centro, lungo un torrente d’acqua cristallina, con una quinta di grande impatto come quella dei boschi di conifere e delle vette alpine, ha felicemente dettato la cifra stilistica del progetto che ha tra i suoi punti di forza l’impiego di materiali a basso impatto visivo e armonicamente “accordati” con i colori della natura: vetro, legno, pietra, ceramiche in nuance con le tinte del bosco autunnale, rivestimenti delle differenti vasche in pietra grigia che riproducono l’effetto del verde-turchese dell’acqua, sculture lignee realizzate da artisti valdostani che si rifanno al ciclo vitale acquatico.

Lo studio di colori, materiali ed elementi decorativi è stato effettuato seguendo un concetto olistico di sostenibilità ambientale e di “accordo” con il contesto di riferimento per offrire all’ospite un’esperienza che porti un benessere integrato, espressione dello spirito del luogo. Monterosa Terme è organizzato in più macroaree, tra loro integrabili, dedicate a specifiche funzionalità.

Il cantiere

La storia del cantiere ha dovuto confrontarsi con le difficoltà logistiche e climatiche del luogo, visto che l’area di Champoluc è situata a 1.600 m sulle Alpi che fronteggiano il monte Rosa e quindi con lunghi periodi invernali in cui le temperature, di notte, scendevano anche – 25° C. Pertanto, la scelta di organizzazione del cantiere ha privilegiato la preparazione di aree protette che consentissero di protrarre i periodi di lavorazione anche nelle giornate meteorologicamente sfavorevoli.

La realizzazione dell’opera prevedeva di edificare parte del nuovo complesso all’interno della struttura esistente dell’ex palazzo del ghiaccio e una parte in ampliamento nel lato a est. Sono state privilegiate tutte quelle opere di demolizione e costruzione che coincidevano con la porzione di edificio esistente per poter chiudere l’area e affrontare il successivo inverno lavorando in uno spazio già protetto e delimitato. Sono poi state realizzate le strutture in ampliamento e avviate contemporaneamente le opere di finitura delle due porzioni di cantiere. Tranne alcuni giorni particolarmente avversi, si è lavorato al chiuso completando l’opera in primavera.

Del vecchio palazzo del ghiaccio sono state mantenute le strutture in c.a. portanti verticali poste al lato del corpo di fabbrica, le strutture in legno lamellare della copertura e la copertura stessa. Sono state invece rimosse le gradinate interne, i tamponamenti laterali delle facciate e gli impianti esistenti, perché non compatibili con la nuova destinazione.

Lo spazio così sgomberato è stato progressivamente scavato per realizzare alcune vasche e i locali interrati, le vasche di compenso e gli impianti per le piscine, mentre in alcuni casi, sfruttando l’organizzazione delle vasche di balneazione su livelli diversificati, le vasche sono state realizzate alla quota di campagna, senza scavi, rialzando i solai laterali per gli spazi di deambulazione.

Le vasche delle piscine sono realizzate con struttura in c.a., sagomate secondo il disegno architettonico, impermeabilizzate con specifici rasanti e quindi rivestite in gres porcellanato effetto pietra. All’interno del corpo di fabbrica dell’ex palazzo del ghiaccio è stato realizzato, in alcune porzioni, un secondo livello, mediante una struttura con solai in calcestruzzo per accogliere gli spogliatoi e le aree di ristorazione.

All’interno delle capriate della copertura, che presentavano vani particolarmente voluminosi, è stata realizzata una passerella in legno, nascosta alla vista dal centro benessere grazie a una controsoffittatura per consentire di manutenere gli impianti di distribuzione elettrica ed aeraulica. Le aree in ampliamento sono anch’esse realizzate con una struttura in c.a. e rivestite, all’esterno con un isolante minerale a elevato spessore e con una facciata ventilata in doghe di legno.

I prospetti esterni sono stati trattati, per uniformitĂ , con il rivestimento in doghe di larice; le facciate sono caratterizzate anche da grandi aperture vetrate che inquadrano l’ambiente naturale circostante e il massiccio del Monte Rosa. Per quanto riguarda i fabbisogni energetici, sono stati adottati materiali e tecniche costruttive per valorizzare l’efficienza passiva.

L’edificio è certificato in classe B, impiega 400 mq di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica e 150 mq di pannelli solari termici per il preriscaldamento dell’acqua. La produzione di calore è effettuata con una centrale termica a cippato, proveniente dai boschi della valle.

Per quanto concerne le strutture, la costruzione è composta da una serie di pilastri in c.a.p. di altezza 5,50 m che fungono da appoggio per le capriate miste legno lamellare-acciaio con luce totale appoggio-appoggio di 40,70 m, elementi principali portanti della copertura. Gli arcarecci in legno lamellare, sezione 16×60 cm, impiastrati alle capriate, fungono da elementi secondari.

Acustica

Il progetto acustico è stato sviluppato a tre livelli:

  • il rispetto delle prescrizioni del dpcm 5.12.1997 – requisiti acustici passivi degli edifici;
  • l’attenzione al benessere acustico dei fruitori tramite il controllo della riverberazione, l’intelligibilitĂ  del parlato, le buone condizioni per l’ascolto della musica, aspetti che non sono normati per legge;
  • infine, la progettazione è stata guidata da un approccio particolarmente innovativo che si sta affermando nel panorama internazionale: realizzare adeguati “paesaggi sonori”, cioè creare le condizioni acustiche che s’ipotizzano preferite dai fruitori o che si vogliono indurre a preferire.

Per quanto riguarda l’involucro edilizio si è lavorato all’isolamento della facciata, ai divisori interni, ai solai. Gli impianti sono stati progettati in modo da ridurre al minimo il disturbo all’interno dei locali confinandoli in appositi spazi tecnici coibentati acusticamente.

Impiantistica installata

  • Sono state installate pompe di calore inserendole nel circuito di ricambio dell’aria attraverso Uta con scambio diretto, aria/aria a recupero totale, dotate di un doppio sistema di recupero: uno ad alta efficienza con recuperatore statico a flussi incrociati, e un secondo termodinamico funzionante con gas R410a, il tutto con un Cop (Coefficiente di Prestazione) di oltre 4.7 e quindi superiore a una macchina geotermica, considerando le perdite di distribuzione e il pompaggio. L’impianto è a portata variabile.
  • Distribuzione dell’aria mediante canali circolari spiroidali e lancio mediante ugelli orientabili preferibilmente in direzione delle ampie vetrate per eliminare la possibile condensazione superficiale. Le velocitĂ  residue, specialmente nella parte umida, sono comunque contenute al di sotto degli 0,15 m/s.
  • Diffuso utilizzo di pavimentazione radiante che oltre ad aumentare il comfort percepito dall’utenza contribuisce all’efficienza di distribuzione in edifici ipercoibentati.
  • Inserimento di PdC anche sul ciclo di rinnovo dell’acqua delle piscine e sul ciclo di pulizia dei filtri.
  • Utilizzo di una caldaia a cippato di legna/pellets di potenza resa 390 KW.
  • Trattamento acqua di Spa e Piscine nel locale interrato ricavato in posizione baricentrica dell’edificio, sotto battente idraulico. Nella stessa posizione si trovano le vasche di compenso e i bollitori bivalenti solari.
  • Gli impianti elettrici a tensione di rete impiegano una potenza di circa 380 kWe derivanti da cabina Mt/BtL’impianto interno è distribuito da un unico quadro radice mediante struttura stellare su canalina metallica chiusa e filare nei tratti verticali. Nelle piscine e saune sono adottate le nuove prescrizioni derivanti dalle Cei 64/8 ed. 2007.
  • Si è progettato il sistema di fulminazione utilizzando scaricatori di sovratensione a protezione degli apparati elettronici presenti.

Le aree

  • Area pool, vasca marina h. 0,90 – temperatura 35 °c
  • Vasca le bolle – h. 0,90 – temperatura 35 °c
  • Vasca bimbi – h 0,60 – temperatura 34 °c
  • Vasca ludico sportiva – h 1,20 – temperatura 33 °c
  • Vasca idromassaggio le stelle
  • Vasca riabilitativa
  • Area garden
  • Area beauty & treatments
  • Area wellness
  • Sauna finlandese – temperatura 90 °c – umiditĂ  20%
  • Biosauna – temperatura 65 °c – umidita’ 50 %
  • Bagno turco aromatico – temperatura 45°c – umiditĂ  90 %
  • Bagno thalasso – temperatura 40°c – umiditĂ  90%
  • Vasca di reazione – h 0,80 – temperatura +5°c
  • Docce sensoriali
  • Vasca idromassaggio la chiocciola – h 0,90 – temperatuta 33°c
  • Area fitness
  • Ristoro
  • Area meeting e congressi

CHI HA FATTO COSA

  • Opera: Monterosa Terme- Champoluc, Ayas (Ao), recupero dell’ex palazzo del ghiaccio per trasformarlo in centro benessere e congressuale
  • Committente: Amministrazione Comunale di Ayas (Ao)
  • Progetto: Arch. Fabrizio Bianchetti (capogruppo); Architettura Tre ( arch. Paolo Venturotti, arch. Mauro Rosini, geom. Luca Melotto)
  • Direzione lavori: Ing. Corrado Trasino
  • Esecuzione: Impresa Fpsm Costruzioni Aosta; Consorzio Renergie Aosta

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