Edilizia scolastica | Villa Marini Missana, Mestre

Villa storica trasformata in scuola

Il cantiere di ristrutturazione è consistito nella creazione di due strutture scolastiche per i bambini: un asilo nido e una scuola per la prima infanzia. La filosofia progettuale ha privilegiato un tipo di intervento che trasformasse nel minor modo possibile il sistema distributivo della villa per garantirne la riconoscibilità formale anche se l’uso stava variando. Una filosofia che è stata estesa anche alla conservazione di tutti quegli elementi secondari che era possibile riutilizzare adattandoli al nuovo uso come i serramenti lignei e i vetri originali.

L’edificio è stato costruito tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo sulle preesistenze di un fabbricato a uso principalmente rurale. Lo sviluppo planimetrico della villa prevedeva un corpo centrale lineare delimitato da due ampi portici passanti da nord a sud per il ricovero degli attrezzi a loro volta delimitati dalle ali trasversali.

Prospetto sud a lavori ultimati.

La famiglia Matter allora era proprietaria di una vasta zona pericentrale di Mestre e decise di edificare una villa a pianta rettangolare ad ali accostate che si sviluppa su due piani oltre a un sottotetto che anche ai giorni nostri potrebbe essere adattato alla residenza, ma che è sempre stato usato come deposito dei più svariati materiali domestici.

Concepita come residenza alto borghese la villa è ancora oggi dotata di un parco di gusto romantico davanti al fronte sud, mentre il fronte nord si affaccia sul bosco di carpini bianchi, farnie, aceri oppio e frassini meridionali denominato bosco di Carpenedo, piccola area forestale facente parte del bosco di Mestre e che è sito d’interesse comunitario e zona di protezione speciale.

Ingresso alla scuola materna.

Caratteristiche costruttive

L’edificio e parte degli annessi sono vincolati ai sensi della L. 1089/39, soggetti quindi al nulla osta della Soprintendenza di Venezia. La villa è stata costruita con le tecniche tradizionali dell’epoca: strutture portanti e muri divisori in mattoni lavorati a una, due e tre teste, strutture orizzontali formate da travi in legno e singolo o doppio tavolato cui era sovrapposta la pavimentazione alla veneziana il cui stato conservativo ne ha permesso la conservazione in alcune aree dell’edificio.

Il tetto è formato da un sistema di capriate lignee semplici a cui, in interventi precedenti, sono state accostate capriate in acciaio. Il vano scale originale baricentrico è formato da gradini in pietra d’Istria e pareti con riquadri geometrici bicromatici, la scala collega solo il piano terra con il piano primo, lasciando il compito a scale secondarie il collegamento con il sottotetto. Il lato sud è caratterizzato dalla teoria di porte passanti tutte le stanze, garantendo il cono prospettico che attraversa tutta la villa, come spesso avveniva negli edifici di quel periodo.

Sala restaurata.

Il rapporto col paesaggio era garantito da poggioli poco sporgenti al primo nobile limitatamente all’affaccio verso sud, sul salone passante si aprono due trifore una per entrambi i fronti. La villa è priva di apparato decorativo parietale e le travature strutturali sono sempre state nascoste da una controsoffittatura in canucciato intonacato, gli unici motivi decorativi sono stati rilevati sulla pavimentazione in seminato della sala da pranzo al piano terra.

L’edificio è stato residenza della famiglia Matter per decenni. I cambiamenti delle condizioni economico-sociali del Paese hanno fatto diventare poco ospitali questi edifici, che per il loro funzionamento richiederebbero anche ai giorni nostri molto personale di servizio per poter essere governati. Quindi nel corso degli ultimi trent’anni la villa ha subito una serie di cambiamenti funzionali, trasformata per oltre metà della superficie per ospitare destinazioni terziarie prima e scolastiche poi.

Intervento sul portico est.

L’adattabilità alle nuove funzioni di questo tipo di strutture storiche è un’operazione sempre molto delicata e da affrontare con sensibilità e attenzione. L’analisi dello stato conservativo del manufatto oggetto di vincolo è un passaggio preliminare fondamentale che permette di individuare le criticità intrinseche del manufatto e le soluzioni progettuali con il minore impatto sulle strutture originarie.

Criticità conservative

Lo stato conservativo della villa era buono, alcuni interventi di adattamento alla fine degli anni ’80 del Novecento ne avevano parzialmente trasformato l’ala est, creando una nuova scala e introducendo una serie di strutture metalliche di orizzontamento.

Per contro, una perdita d’acqua causata dalla rottura di un tubo in una zona inabitata della villa aveva causato il degrado totale di un solaio ligneo, tanto da richiederne la messa in sicurezza per via della perdita delle caratteristiche di resistenza dei materiali. Inoltre, per motivi funzionali, era necessaria la chiusura con un serramento di grandi dimensioni del portico passante più a est con la scelta progettuale di non variare la percezione del prospetto sud.

Vano scala principale.

La ristrutturazione

Il progetto di ristrutturazione è consistito nella creazione di due strutture scolastiche per i bambini: un asilo nido e una scuola per la prima infanzia. Strutture soggette a normative di ordine differente: una specifica norma regionale del Veneto per la prima struttura e la norma statale per gli edifici scolastici la seconda. Entrambe le attività dovevano obbligatoriamente ospitare al piano terra i bambini in ogni fase della loro permanenza mentre ai piani superiori potevano essere previste le funzioni di servizio: segreteria e i locali per il personale.

Le due strutture scolastiche dovevano inoltre avere ognuna un’organizzazione spaziale e funzionale propria, evitando qualsiasi punto in comune tra di loro. La filosofia progettuale ha privilegiato un tipo di intervento che trasformasse nel minor modo possibile il sistema distributivo della villa per garantirne la riconoscibilità formale anche se l’uso stava variando. Una filosofia che è stata estesa anche alla conservazione di tutti quegli elementi secondari che era possibile riutilizzare adattandoli al nuovo uso come i serramenti lignei e i vetri originali.

Pavimento alla veneziana al piano terra.

L’analisi statica dello stato di fatto ha rivelato un edificio ben progettato sia per le macro-caratteristiche geometriche sia per la qualità dei materiali impiegati. Il progetto ha quindi evitato qualsiasi modifica alle strutture portanti, anche di modeste dimensioni, studiando una serie di soluzioni che ne garantisse l’efficienza funzionale senza indurre modifiche alle strutture esistenti.

Il cantiere

Nella prima fase dei lavori è stato imposto e sorvegliato l’utilizzo di attrezzature per lo smontaggio e le piccole demolizioni a basso impatto meccanico sulle strutture esistenti. In particolare, è stato vietato l’uso di demolitori a percussione preferendoli ad attrezzature di piccole dimensioni, addirittura a mezzi manuali per le parti più delicate.

Sono poi stati controllati e verificati i materiali provenienti dalle demolizioni per farne una lettura il più precisa possibile e individuare il ricorso a tecniche e materiali compatibili con quelli preesistenti. Ogni modifica messa in atto doveva da un lato essere riconoscibile e soprattutto essere reversibile in futuri interventi sull’edificio.

Interventi sulle strutture

Ripristino del solaio del primo edificio adiacente all’ala est dell’edificio. Una grave perdita di acqua da una tubazione di adduzione proseguita per mesi aveva portato al crollo del controsoffitto e al danneggiamento irrimediabile del 90% delle travature. Le travi originarie avevano una sezione di 16×24 cm con un interasse di 60 ed erano in larice. La qualità della lavorazione delle strutture lignee non era particolarmente elevata, si alternavano travi squadrate a travi lavorate “alla triestina” ovvero con gli spigoli arrotondati secondo la sezione tipica degli alberi da cui erano ricavate, lo stesso interasse era talvolta irregolare.

Bisogna d’altro canto pensare che queste strutture era poi controsoffittate che le avrebbe definitivamente celate alla vista. Si è quindi deciso, previa verifica sulla portata del solaio, di procedere alla sostituzione con elementi lignei in larice della stessa sezione e messa in opera sulle tasche originarie, ripristinando l’appoggio sulla muratura con maltine autolivellanti per garantire un appoggio complanare a tutta la testa della trave.

Essendo la destinazione d’uso residenziale non si è ritenuto necessario l’utilizzo di particolari pratiche di rinforzo, limitandosi all’applicazione di un doppio tavolato in larice da 22 mm inchiodato e incrociato. La scelta della pavimentazione superiore, che originariamente era in terrazzo alla veneziana, è ricaduta su una finitura in parquet ligneo incollato su un massetto alleggerito, che ha permesso di ridurre i carichi permanenti.

Le verifiche sui solai della parte ristrutturata della villa non hanno rivelato particolari patologie di degrado, tutte le travi erano in buono stato conservativo e la verifica statica è sempre stata positiva. Unico parametro che in tre casi non era rispettato era quello della freccia massima dell’apparato portante, difetto tipico di questi sistemi costruttivi.

Scartata l’idea d’intervallare nuove travi a quelle esistente e tanto meno mettere travi metalliche per evitare, nel primo caso, la creazione di nuove tasche per gli appoggi nelle murature e, nel secondo caso, l’irrigidimento dei solai e lo spostamento degli scarichi in muratura propri dell’utilizzo di putrelle metalliche. Si è quindi posto un limite alla freccia teorica dei solai che non rispettavano quella di legge con l’introduzione di rompitratta in legno di larice di sezione opportuna.

Questa scelta ha permesso di limitare al minimo necessario gli interventi in muratura e in due casi su tre di riuscire a contenere comunque anche i rompitratta sotto il controsoffitto. Nel terzo caso non è stato possibile. Nel salone del primo piano la sezione della rompitratta era maggiore ed era necessario adattarla alla pendenza del solaio esistente soprastante che presentava un dislivello orizzontale di dodici centimetri.

Si era rivelato infatti inattuabile sia lo spessoramento della rompitratta montata in orizzontale per creare gli appoggi delle travi sia la creazione di un controsoffitto orizzontale regolato con gli appendini per via della cornice d’imposta da conservare. Si è quindi deciso di montare il controsoffitto sulle travi originali interrompendolo dieci centimetri prima di ogni lato della rompitratta, montata seguendo l’andamento del solaio, ingannando quindi la percezione visiva di due piani con una leggera inclinazione.

Stratigrafie delle finiture storiche.

Gli apparati di finitura

Tutte le superfici della villa sono intonacate. All’esterno con un intonachino a base di calce steso su un rinzaffo in cotto macinato. In alcune aree si è anche rilevata una finitura cementizia, probabilmente oggetto di rappezzi eseguiti nel corso dei tempi. Si è quindi proceduto al ripristino degli intonaci cementizi con altri compatibili con quelli riconosciuti come originali procedendo poi alla ritinteggiatura con le medesime cromie originali riconosciute dalla campagna stratigrafica.

Con il ripristino delle controsoffittature è stato aumentato il grado di sicurezza del sistema di orizzontamento utilizzando pannelli in cartongesso omologati e introducendo tra le travi un sistema di coibentazione termo-acustica. Le finiture interne originali erano ben conservate al primo piano, mentre quelle al piano terra non erano più presenti per via di un intervento precedente per risolvere i problemi dell’umidità di risalita che probabilmente causava il continuo degrado delle superfici intonacate.

Studio dei controsoffitti.

Ci si è quindi limitati a intervenire sulle aree degradate ripristinando le aree lacunose consolidando e uniformando le superfici con una rasatura cementizia con microrete per rendere più omogenea la superficie che poi è stata tinteggiata con cromia bianca. I pavimenti alla veneziana a legante cementizio esistenti sono stati restaurati e riportati al livello di finitura originale. Sono state rimosse le aree decoese e si è proceduto alla pulizia meccanica della superficie e a una carteggiatura con carte abrasive di granulometria medio-fine.

I serramenti, con l’eccezione di alcune integrazioni per creare le vie d’esodo necessarie all’utilizzo della struttura, sia porte sia finestre, sono stati smontati, puliti, carteggiati e riverniciati sostituendo la ferramenta con elementi analoghi. I vetri, per la maggior parte originali, sono stati conservati e resi sicuri allo sfondamento con l’applicazione della pellicola “Glass-Gard Gg 400 Cl 90 Ps Scr”, che come effetto collaterale ha avuto anche quello di ridurre la trasmissione di raggi Uv del 99%, proteggendo materiali e finiture dallo scolorimento che può essere provocato dalle radiazioni solari.

La biblioteca

La stanza che nella villa domestica era utilizzata come biblioteca ospitava un mobile libreria che era parte integrante dell’architettura. Il mobile era stato pensato e costruito su misura per quello spazio e lo smontaggio ne avrebbe danneggiato molti elementi. Allora si è deciso di restaurarlo in opera, come se si trattasse un elemento edilizio vero e proprio.

Da una parte la sorveglianza tecnica puntuale e dall’altra lo spirito cooperativo delle imprese che hanno partecipato ai lavori hanno garantito la riuscita del lavoro restituendo lustro anche a questa piccola stanza.

Sottotetto.

Strategia impiantistica

La villa aveva ancora il sistema di riscaldamento originario con caldaia modulare e termosifoni in ghisa appoggiati al pavimento e un impianto elettrico che era stato più volte integrato e modificato e che ovviamente non rispondeva ad alcun requisito sulla sicurezza richiesto dalla normativa vigente.

L’adeguamento impiantistico di un edificio storico è sempre una fase del cantiere molto complessa: il presupposto iniziale inderogabile è stato quello di non eseguire nessun tipo di traccia sulle murature storiche evitando di parzializzarne le prestazioni statiche, consci che tali riduzioni si sarebbero potute ripercuotere nelle zone più remote delle strutture.

Inoltre, le vibrazioni meccaniche prodotte per creare le tracce negli apparati murari avrebbero potuto innescare varie forme di degrado diffuso. Gli impianti dovevano quindi necessariamente correre esternamente alle murature. In alcune zone dove si è proceduto al ripristino di pavimentazioni prive di valore storico e artistico si sono potuti creare passaggi per mezzo di tagli effettuati con il disco diamantato, evitando di usare il demolitore meccanico. Nei bagni si sono create delle contropareti per ospitare le tubazioni degli impianti sia di adduzione sia di scarico.

Applicazione della pellicola di rinforzo ai vetri.

Per quanto riguarda il passaggio dell’impianto elettrico, si è deciso fin da subito di eseguirlo all’esterno, sfruttando dove possibile i passaggi all’interno delle controsoffittature, celando le canalizzazioni nel sottosquadra delle cornici e, solo dove tutto ciò non era possibile, disegnando carter in lattoneria integrandoli ai battiscopa. È da sottolineare che, nel caso specifico della destinazione scolastica, l’apparato impiantistico è relativamente semplice, e questo ha certo agevolato l’approccio rigorosamente rispettoso delle preesistenze.

L’impianto di riscaldamento è a ventilconvettori collegati a una caldaia a metano al piano terra. Essendo questa zona prettamente utilizzata dai bambini ospiti della struttura scolastica, è vietato l’uso di climatizzazione estiva e gli elementi riscaldanti producono solo aria calda per l’inverno. Mentre al primo piano è stato inserito un impianto di micro-climatizzazione in pompa di calore, creando anche tutte le predisposizioni necessarie per una seconda fase di riutilizzo delle aree ancora non utilizzate.

CHI HA FATTO COSA

Committente: Privato
Importo delle opere: 600.000 euro
Progettista e direzione lavori: Arch. Stefano Ragazzi, Mestre (Ve)
Verifica e progetto delle strutture: Ing. Enrico Bortolato, Salzano (Ve)
Opere Edili: Eurocostruzioni srl, Santa Giustina in Colle (Pd)
Impianti idraulici e meccanici: Agnoletto & Santello snc, Mira (Ve)
Impianti elettrici: Veneta Impianti srl, Vigonza (Pd)

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here