Confartigianato Lombardia | Dati congiunturali 2° trimestre 2014

Eugenio Massetti, Confartigianato Lombardia: «ridimensionate le speranza di crescita»

Per le aziende artigiane l’indice della produzione scende a quota 69, abbandonano la lenta ripresa iniziata nel 2013. Diminuisce la quota di aziende che registra incrementi dei livelli produttivi, si assiste ad un incremento delle aziende che dichiarano variazioni negative (dal 32% al 35%). Il fatturato a prezzi correnti registra una contrazione congiunturale dello 0,4%, dopo quattro trimestri positivi.
Eugenio Massetti | Presidente Confartigianato Lombardia
Eugenio Massetti | Presidente Confartigianato Lombardia

Eugenio Massetti | Presidente Confartigianato Lombardia
«È in atto un processo di decelerazione dell’apparente risalita avviata a fine 2013; questo è quanto desumiamo dai dati della congiuntura. I dati ci confermano, purtroppo, che avevamo visto giusto, utilizzando la giusta cautela e parlando di rallentamento della caduta e non di ripresa. La crisi, con la C maiuscola, che ha contraddistinto questi sette anni (2007-2014) è stata profonda e richiede cambiamenti altrettanto profondi, anche all’artigianato, per essere superata. Non osserviamo comunque un’inversione di tendenza: i dati del secondo trimestre 2014 mostrano ancora timidi segni positivi anche nell’artigianato.
Dal nostro punto di vista abbiamo fiducia nel futuro delle nostre imprese che non hanno perso la voglia di innovare e cambiare. Questo è evidente soprattutto per alcuni settori del comparto artigiano, come il tessile e la meccanica, per cui oggi è in atto una fase di stabilizzazione dei processi strutturali di cambiamento messi in atto in questi anni per rimanere sul mercato. Il rigenerare, il ripensare e il rimettersi in gioco su un mercato diverso rispetto a quello del periodo pre-crisi può essere la strategia corretta. Proprio per questo noi da tempo affianchiamo le nostre imprese sostenendole nel cambiamento necessario per poter continuare a fare bene il proprio mestiere
».

Il presidente di Confartigianato Lombardia >> ha così commentato i dati congiunturali del secondo trimestre 2014, che denotano una situazione di stallo, con una variazione quasi nulla e negativa della produzione rispetto al trimestre precedente (-0,4%). Negativa e prossima a zero anche la variazione congiunturale del fatturato e degli ordini interni, lasciando ancora al solo export il compito di sostenere la produzione. Le aspettative degli imprenditori peggiorano per tutte le variabili, con saldi ancora positivi ma in diminuzione per occupazione e domanda estera e più negativi per domanda interna e produzione.

Stagnazione della produzione. I dati presentati, che derivano dall’indagine relativa al secondo trimestre 2014 e hanno riguardato un campione di più di 1.375 imprese artigiane, specificano che nel secondo trimestre 2014 è stata registrata la stagnazione della produzione, con una svolta in negativo del dato congiunturale (-0,4%) e la variazione tendenziale (+0,4%) che rimane positiva ma sensibilmente inferiore rispetto allo scorso trimestre (+1,7%). Per le aziende artigiane l’indice della produzione scende a quota 69 (dato destagionalizzato, base anno 2005 = 100), abbandonano la lenta ripresa iniziata nel 2013.Casa in legno

Bene legno-mobilio. Da un punto di vista settoriale, permane una maggiore diffusione del segno negativo per la produzione. Risultano positivi il settore tessile (+3,4%), la meccanica (+1,7%) e legno-mobilio (+0,9%). I restanti settori registrano una contrazione dei livelli produttivi, di maggior intensità per pelli-calzature (-4,8%) e minerali non metalliferi (-3,9%).

Dimensione dell’impresa e livelli produttivi. I dati sulla produzione per classe dimensionale d’impresa mostrano che le micro-imprese artigiane sono appena oltre la variazione nulla (+0,1%) e quelle di maggiore dimensione registrano incrementi dell’1,2%, mentre la classe dimensionale intermedia (6-9 addetti) torna negativa (-0,3%).
Diminuisce la quota di aziende che registra incrementi dei livelli produttivi, rispetto allo scorso trimestre si assiste ad un incremento delle aziende che dichiarano variazioni negative (dal 32% al 35%), compensato dalla riduzione della quota di aziende che dichiara variazioni positive (dal 47% al 43%): in questo caso la quota di aziende senza variazioni rimane stabile al 22%.

Il fatturato a prezzi correnti registra una contrazione congiunturale dello 0,4%, dopo quattro trimestri positivi, associato ad un incremento tendenziale molto vicino alla variazione nulla (+0,3%).
La variazione tendenziale degli ordinativi acquisiti nel trimestre dalle imprese mostra, oltre alla contrazione tendenziale degli ordini interni (-1,7%), uno stop di quelli esteri (+0,1%), mentre la variazione congiunturale è negativa per entrambi i mercati (-0,7% l’interno e -1,2% l’estero).

Occupati e Cig. Sul fronte occupazionale, per l’artigianato osserviamo che sia il tasso di ingresso che il tasso di uscita e il saldo rimangono positivi (+0,1%), come lo scorso trimestre. La quota di aziende artigiane che hanno fatto ricorso alla Cig diminuisce (9,1%), mentre la quota sul monte ore trimestrale rimane ferma all’1,6%.

L’utilizzo degli impianti sale al 68%, con tre settori che superano la soglia del 70% (pelli-calzature, abbigliamento e gomma-plastica) e tutti gli altri settori comunque oltre il 60%.

Le aspettative degli imprenditori solo per la domanda estera sono in territorio positivo, mentre produzione, occupazione e domanda interna si situano ancora in piena area negativa. Il 55% degli artigiani prevede stabilità dei livelli per produzione e domanda interna, oltre il 73% per la domanda estera e l’85% per l’occupazione.

Ridimensionate le speranze di crescita. I dati che emergono dalle analisi di questo secondo trimestre del 2014 sono riconducibili ad un unico «leit motiv»: il ridimensionamento delle speranze di crescita. Tutti i principali centri di previsione internazionale hanno rivisto al ribasso le stime della crescita mondiale per il 2014. In questo contesto, l’Unione Monetaria non fa eccezione, così come, in un processo a catena, succede per l’Italia in generale e la Lombardia in particolare.
Ad uno sguardo più approfondito, sembrerebbe che il responsabile maggiore di questa dinamica sia il crollo del commercio estero registrato nel primo trimestre del 2014, che avrebbe esteso i suoi effetti sul secondo trimestre, ma starebbe esaurendo il suo impatto negativo nei trimestri successivi.

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