Terziario | Nuovo quartier generale Nestlé, Assago (Mi)

Facciate strutturali a cellule indipendenti

Le facciate sono uno degli elementi caratterizzanti il nuovo quartier generale Nestlé e sono state studiate e realizzate come volumi sospesi di diversa geometria, con differenti inclinazioni per ognuna di esse.

L’involucro esterno del nuovo quartier generale Nestlé ad Assago  (Milano) è realizzato con una facciata strutturale a cellule indipendenti, sia sul perimetro esterno che su quello interno verso la corte, dal piano primo (+3,25 m) fino in sommità.
AssagoI moduli, completamente vetrati, sono generalmente costituiti da un triplo vetro basso emissivo nelle esposizioni a nord e selettivo nelle restanti, a eccezione della zona di ingresso e della mensa, dove sulla facciata a montanti e traversi è stato utilizzato un vetro doppio basso emissivo.

Lee facciate trasparenti

Le specchiature e i pannelli in lamiera sono uniti ai profili del sistema di facciata a costituire una cellula di facciata capace di interconnettersi meccanicamente con le cellule adiacenti e garantire la continuità dell’elemento di chiusura verticale.
AssagoLe cellule sono costituite da elementi di alluminio assemblati, autoportanti, ancorati alla struttura dell’edificio (solai o travi), per mezzo di staffe asolate (di acciaio zincato), a loro volta collegate a profili di acciaio annegati nel getto della soletta. Il peso proprio delle cellule è sostenuto dal telaio tramite accessori e separatori posti lungo il bordo inferiore, mentre i vetri e i pannelli sono trattenuti tramite guarnizioni, silicone strutturale, profili meccanici continui e/o discontinui.
Le cellule vetrate, con dimensione variabile tra 75-50×315-449, cm risultano a doppia camera: lastra esterna Float da 10 mm con trattamento selettivo, lastra interna stratificata 66.4 così realizzate: 6+6 mm con film di pvb interposto con spessore 1,52 mm, doppia camera da 16 mm con 90% di gas argon e lastra intermedia temprata da 8 mm con spessore totale vetro 63,52 mm, U=0,8 W/m2K.
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Le vetrate esposte a nord hanno la stessa composizione, con la sola eccezione per il solo trattamento selettivo: basso emissivo applicato sulla lastra più interna del vetro camera, sulla faccia rivolta verso l’intercapedine. La lastra esterna, quando posta inferiormente a 1 m dal piano di calpestio accessibile al pubblico, è stata temperata con trattamento Hst (Heat Soak Test), che consente di ridurre il rischio di rottura spontanea.
Le facciate con doppio vetro della hall e della veranda (circa 250 mq, U=1,1 W/m2K) sono costituite da cellule dalle dimensioni 150×220/350 cm, composte da vetro esterno con spessore 10 mm, camera con gas argon con spessore 20 mm e vetro stratificato interno 66.2 così realizzate: 6+6 con interposto Pvb 0,76 mm.
La facciata si completa di frangisole verticali di vetro con altezza variabile fino a 4,4 m, profondità 40 cm, costituiti da un vetro singolo stratificato 66.4, fissati meccanicamente al montante delle cellule mediante un profilo di alluminio interposto e sigillato alla lastra di vetro.

Facciate opache

La facciata di cotto è stata realizzata con formelle tubolari, di forma rettangolare cava dalla sezione 290×60 mm, lunghezza massima 2.525 mm. Il peso del rivestimento ha reso necessario l’incremento della capacità portante degli elementi di ancoraggio della sotto struttura: sono stati aggiunti profili tipo Heb 140 di acciaio su cui sono state saldate coppie di profili Halfen con un interasse massimo di 300 cm, per l’ancoraggio dei traversi.
L’ancoraggio dei profili strutturali è stato studiato in funzione del supporto rustico restrostante: in corrispondenza dei profili Halfen sono stati utilizzati bulloni M12, mentre in corrispondenza delle porzioni in calcestruzzo armato sono stati impiegati tasselli meccanici M8. La sottostruttura è interamente in lega di alluminio, a eccezione della viteria di acciaio inox.
La sottostruttura del cotto è costituita da due tipologie di traversi di alluminio: il primo a T dalle dimensioni 120×32 mm, il secondo a L da 75×32 mm posizionato alle estremità superiore e inferiore della facciata. Su di essi sono state imbullonate le piastrine di supporto delle formelle in cotto.
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Queste ultime, dalla larghezza di 54 mm, sono state sagomate con una sezione a C: un’ala dalla lunghezza pari a 59 mm è stata ancorata al traverso, l’altra con lunghezza pari a 282 mm stata rastremata verso l’esterno, reggendo il cotto in tutta la sua lunghezza.
Il fissaggio della piastra consente sette differenti posizioni della lamella di cotto rispetto alla facciata. La distinzione di colore, pensata inizialmente attraverso cromatismi differenti, è stata sostituita dall’utilizzo di formelle con medesima colorazione,ma trattamento superficiale diverso.
Secondo caratteristiche legate al tipo di materiale e al ciclo produttivo sono stati cantierizzati un trattamento naturale, sabbiato e levigato.
di Cesare Cattaneo

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