Fare il geometra è remunerativo: da uno studio del collegio di Genova i dati che lo confermano

Da sinistra, Luciano Piccinelli, Presidente Collegio di Genova e Maurizio Savoncelli, Presidente Consiglio Nazionale Geometri. Luciano Piccinelli: «Ci sentiamo responsabili verso le nuove generazioni ed è per questo che crediamo che fornire dati concreti su cui fondare le scelte della formazione dei nostri ragazzi sia un atto di serietà dovuto per un Collegio Professionale, come quello di Genova, da sempre precipuamente attento alle nuove leve». Maurizio Savoncelli: «La categoria dei geometri è l'unica che accompagna il ragazzo, dopo il diploma, all'accesso alla libera professione. Lo faremo ancora meglio con il progetto che ci vede oggi impegnati ad elevare questo professionista storico al livello di laureato triennale. Una laurea triennale professionalizzante e abilitante che consentirà ai ragazzi di spendere il proprio titolo immediatamente nel mercato del lavoro. La tesi di laurea sarà sostituita dall'esame di laurea abilitante. Si uscirà dal percorso di laurea preparati e abilitati a svolgere la professione di geometra con competenze migliorate e attualizzate ai bisogni della nuova economia e del nuovo mercato del lavoro, flessibile e basato sui lavoratori della conoscenza».
Da sinistra, Luciano Piccinelli, Presidente Collegio di Genova e Maurizio Savoncelli, Presidente Consiglio Nazionale Geometri.
Luciano Piccinelli: «Ci sentiamo responsabili verso le nuove generazioni ed è per questo che crediamo che fornire dati concreti su cui fondare le scelte della formazione dei nostri ragazzi sia un atto di serietà dovuto per un Collegio Professionale, come quello di Genova, da sempre precipuamente attento alle nuove leve».
Maurizio Savoncelli: «La categoria dei geometri è l’unica che accompagna il ragazzo, dopo il diploma, all’accesso alla libera professione. Lo faremo ancora meglio con il progetto che ci vede oggi impegnati ad elevare questo professionista storico al livello di laureato triennale. Una laurea triennale professionalizzante e abilitante che consentirà ai ragazzi di spendere il proprio titolo immediatamente nel mercato del lavoro. La tesi di laurea sarà sostituita dall’esame di laurea abilitante. Si uscirà dal percorso di laurea preparati e abilitati a svolgere la professione di geometra con competenze migliorate e attualizzate ai bisogni della nuova economia e del nuovo mercato del lavoro, flessibile e basato sui lavoratori della conoscenza».

Il Collegio Provinciale dei Geometri di Genova ha presentato questa mattina lo studio commissionato all’Università di Genova (Dipartimento di Scienze Politiche) sull’attività del geometra negli ultimi 10 anni: «Monitoraggio e valutazione della professione del Geometra».

L’obiettivo era dimostrare con dati oggettivi la percezione empirica che la polivalenza delle competenze di questa figura professionale abbia consentito ai professionisti di reggere meglio il periodo di crisi che ha caratterizzato l’ultimo decennio e che ha determinato una seria carenza di lavoro e altrettanto seria riduzione del reddito.

Va detto subito che la percezione del presidente del collegio di Genova, Luciano Piccinelli, si è dimostrata corretta. Infatti lo stato di salute della categoria dei geometri emerso dalla ricerca è risultato migliore rispetto a quello delle altre professioni tecniche affini.

Anche negli anni di maggiore crisi economica, il volume d’affari dei geometri si è mantenuto stabile se non in crescita, mentre il Pil pro capite provinciale ha conosciuto una flessione fino a scendere sotto i 35.000 euro. Negli ultimi tre anni il volume d’affari dei geometri è sceso, pur mantenendosi sempre al di sopra del Pil pro capite.

Confronto con le altre professioni

Nel 2005 un architetto guadagnava l’equivalente di 36mila euro lordi. Nel 2015 il reddito medio è sceso a 19mila euro lordi. Poco per la media europea, ma oltre il doppio di quanto può aspettarsi un collega più giovane.

Sono dati confermati dall’ultimo rapporto realizzato per Inarcassa dalla Fondazione Eyu, che rilevano una contrazione generale dei guadagni di ingegneri e architetti pari al 23% e al 33% tra il 2006 e il 2015. Il motivo individuato da Inarcassa è il calo drastico degli investimenti in progettazione (-71% tra il 2006 e il 2015).

Un altro dato che riguarda in particolare l’ordine degli architetti arriva dall’osservatorio Cnappc – Cresme: nonostante la ripresa economica in Italia nel 2015, lo studio rileva una riduzione del reddito annuo, questa volta tra il 2008 e il 2015, pari al 41%, e un aumento del numero di architetti con un reddito inferiore a 9mila euro, dal 32% del 2013 al 34% del 2015.

Lo studio evidenzia inoltre negli stessi anni una riduzione del numero di architetti con un reddito superiore a 30.000 euro (dal 21% al 17%) e una diminuzione del numero di iscritti agli Ordini provinciali, dato in controtendenza rispetto al costante aumento degli iscritti al Collegio dei geometri della provincia di Genova.

Da questo quadro si evince come quella del geometra sia una professione in piena salute. Si potrebbe anche ipotizzare che i geometri abbiano guadagnato quote di mercato proprio a spese dei “cugini” architetti e ingegneri, con i quali spartiscono alcuni ambiti di lavoro, soprattutto nei campi del catasto, dell’estimo, della sicurezza di cantiere e direzione lavori e della certificazione energetica.

Specializzati in catasto di fabbricati e terreni

Una conferma di questa situazione sembra provenire dall’esame dei dati riguardanti le pratiche catastali di fabbricati e terreni. Nel primo caso si assiste infatti a un aumento dell’importanza della figura professionale del geometra, mentre nel secondo caso a una sostanziale conferma che questa tipologia di attività sia tipica del geometra e che non abbia risentito della concorrenza delle altre categorie professionali, nemmeno nel periodo di crisi.

Nel corso dei 10 anni oggetto dell’analisi risulta cresciuta l’importanza della figura del geometra per quanto riguarda le pratiche catastali relative ai fabbricati. Infatti, mentre nel 2006 il numero di pratiche presentate da geometri ammontava a 45.234 su 78.362 pratiche totali (58%), nel 2015 la percentuale è salita al 67% (26.612 pratiche su 39.452 totali).

Si nota negli anni un decremento generale del numero di pratiche presentate (-50% complessivamente, -41% di pratiche presentate da geometri), ma anche una certa stabilità nel lavoro dei geometri almeno tra il 2007 e il 2015 (-3%).

Si evidenzia anche una sostanziale stabilità nelle attività dei geometri legate al Catasto Terreni. Dal 2006 al 2015 la percentuale di pratiche presentate da geometri è rimasta pressoché invariata, attestandosi sempre su percentuali al di sopra del 75% sul totale di pratiche presentate presso il Catasto Terreni.

Questo tipo di attività si presenta quindi come tipica della figura professionale del geometra, che riscontra una minore concorrenza da parte di altre figure professionali. In generale, così come per il Catasto Fabbricati, si assiste a una contrazione del numero di pratiche presentate, dalle 4.462 del 2006 alle 2.852 del 2015 (-36%). Per quanto riguarda i geometri, la riduzione è del 35% (da 3.366 pratiche nel 2006 a 2.190 nel 2015).geometra_attivita-prevalenti

L’orientamento alla scuola e al lavoro, attività preziosa gestita dai collegi

La finalità principale a cui voleva giungere questo studio era però soprattutto, come anticipato più sopra, avere a disposizione dei dati oggettivi che aiutassero la categoria a suffragare l’attività di orientamento scolastico che il Consiglio Nazionale dei Geometri incentiva e supporta con il progetto Georientiamoci  su tutto il territorio nazionale avvalendosi dell’attività dei collegi.

Il commento ai dati di Maurizio Savoncelli, presidente nazionale: una categoria, il dovere di una strategia

Nel suo intervento il presidente  nazionale, Maurizio Savoncelli, ha sottolineato con rammarico come «nel recente passato non ci sia stata nelle professioni tecniche quell’attenzione puntuale che era necessaria nell’indirizzare, orientare i ragazzi alla scelta consapevole del percorso scolastico legato all’immediata spendibilità delle competenze acquisite nel mondo del lavoro». Savoncelli lo ha fatto citando i dati di una recentissima ricerca europea «The Architectural Profession in Europe 2016» condotta da Mirza &Nacey Research.

«… Che qualcosa non funzioni nel nostro paese lo dimostrano i seguenti dati:  in Italia, 60 milioni di abitanti, gli architetti iscritti all’albo sono 157mila; nel Regno Unito, 65 milioni di abitanti, gli architetti sono 30mila; in Spagna e in Francia, nazioni omologabili all’Italia per quantità di popolazione, sono tra i 50 e i 60mila; in Germania, lo stato più popoloso con 86 milioni di abitanti, vi sono 50mila architetti».

«Le scelte nel recente passato nel nostro paese – ha continuato il presidente nazionale dei Geometri – si sono indirizzate soprattutto verso le professioni di avvocato e architetto, che sono anche le due professioni che hanno subito di più la crisi insieme ai notai (che hanno raggiunto il 50% del tracollo del fatturato) e i commercialisti (-30/40%)».

Perché la professione di Geometra ha tenuto? Maurizio Savoncelli non ha dubbi: «la risposta sta tutta nella polivalenza che caratterizza questo percorso professionale, come dimostrato dalla ricerca commissionata dal bravo presidente Piccinelli. Parliamo di un tecnico di primo livello, un tecnico di prossimità, un tecnico legato fortemente al territorio, presente in ogni nucleo abitato. Però questi ultimi anni ci hanno regalato anche un’importante novità: insieme alla caratteristica precipua della polivalenza il geometra è andato via via abbracciando anche una fortissima specializzazione adeguando le proprie competenze alle caratteristiche del mercato del lavoro così come si va configurando da qualche anno nel settore dell’industria delle costruzioni, nella sua accezione più ampia, comprensiva della gestione e manutenzione immobiliare, manutenzione e messa in sicurezza del territorio».

La crisi? La ripresa? Così continua il presidente Savoncelli: «è cominciata al nord per estendersi al centro e al sud del paese e sembra che la ripresa stia ripartendo ancora dal nord. Una ripresa che dovrà vedere i geometri più che mai protagonisti perché si giocherà tutta in ambiti dove le competenze del geometra possono dare un grande valore aggiunto. Sto parlando della rigenerazione urbana e della riqualificazione territoriale, a partire da quel patrimonio di conoscenze e competenze da sempre bagaglio della categoria: il rilievo dei terreni e dell’edificato. La riqualificazione dell’edificato, a partire dalle periferie, sarà una grande opportunità».

La scuola e l’orientamento scolastico. «La categoria dei geometri è l’unica che accompagna il ragazzo, dopo il diploma, all’accesso alla libera professione. Lo faremo ancora meglio con il progetto che ci vede oggi impegnati  ad elevare questo professionista storico al livello di laureato triennale. Una laurea triennale professionalizzante e abilitante che consentirà ai ragazzi di spendere il proprio titolo immediatamente nel mercato del lavoro. La tesi di laurea sarà sostituita dall’esame di laurea abilitante. Si uscirà dal percorso di laurea preparati e abilitati a svolgere la professione di geometra con competenze migliorate e attualizzate ai bisogni della nuova economia e del nuovo mercato del lavoro, flessibile e basato sui lavoratori della conoscenza».

QUI le slide riassuntive presentate dall’Università di Genova

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here