Bonus edilizi | Enti locali

Federica Brancaccio (Ance): acquisto crediti incagliati, subito una soluzione

L'appello dei costruttori Ance al governo: fermando l’acquisto dei crediti da parte delle Regioni senza una soluzione strutturale alternativa ci sarà una grave crisi sociale ed economica per migliaia di famiglie e imprese.

Ecco il commento di Federica Brancaccio, presidente Ance, alle notizie di stampa secondo le quali l’esecutivo starebbe per inserire nel decreto legge sul Pnrr una norma che di fatto bloccherebbe la facoltà degli enti pubblici di acquistare i crediti incagliati derivanti dai bonus edilizi.

Una notizia che ha colto di sorpresa tutto il sistema Ance già in allarme per il protrarsi di una situazione di stallo che sta mettendo in ginocchio l’economia di interi territori visto il coinvolgimento di tutta la filiera dell’edilizia motore insostituibile del mercato interno.

«Se il Governo blocca l’acquisto dei crediti da parte degli enti pubblici, che si stanno facendo carico di risolvere un’emergenza sociale ed economica sottovalutata dalle amministrazioni centrali, senza aver individuato ancora una soluzione strutturale, migliaia di imprese rimarranno definitivamente senza liquidità e i cantieri si fermeranno del tutto con gravi conseguenze per la famiglie. Spero che si tratti di un errore.

Non posso credere che il Governo pensi di fermare il processo di acquisto dei crediti da parte delle Regioni senza prima aver individuato una soluzione strutturale che eviti il tracollo.

È da ottobre che aspettiamo di capire come si pensa di risolvere una situazione che è diventata drammatica: non ci rendiamo conto delle conseguenze devastanti sul piano economico sociale di una decisione del genere.

Senza un segnale immediato da parte del Governo su una soluzione concreta e strutturale per sbloccare i crediti rischiamo una reazione dura da parte di cittadini e imprese disperati. Abbiamo il dovere di dare risposte e di individuare una soluzione.

Come Ance ci siamo già fatti carico insieme ad Abi di individuare un’efficace via d’uscita compatibile anche con la recente pronuncia di Eurostat. Dobbiamo intervenire: non c’è più tempo».

E ancora Massimo Deldossi | Presidente Ance Brescia

«Rischiamo gravissime conseguenze. Stiamo facendo un torto non solo al settore, ma all’intero Paese. Siamo sull’orlo di una crisi. Sono all’ordine del giorno le segnalazioni delle imprese con i cassetti fiscali pieni di crediti che non riescono a cedere, mentre si accumulano i debiti nei confronti dei fornitori e degli stessi lavoratori, i quali gettano nella difficoltà migliaia di famiglie.

Le dimensioni della problematica sono enormi. Bloccando questa possibilità non si lascia via di scampo alle imprese. Il fenomeno dell’acquisto dei crediti da parte degli enti pubblici è un’opzione percorsa da diverse Regioni negli ultimi mesi a partire dalla Provincia di Treviso, sino alla più recente posizione annunciata dal governatore della Liguria.

Un aiuto determinante in grado di salvare molte realtà, dal momento che attualmente i crediti incagliati valgono circa 15 miliardi. Ma secondo alcune indiscrezioni il Governo ipotizza di introdurre una norma che metta un freno a tale tendenza.

Agire, in questo modo, dimostra per l’ennesima volta l’attitudine all’incomunicabilità del Governo, che assume posizioni di chiusura su tematiche decisive per il Paese, senza avviare un confronto con le associazioni e i protagonisti del settore.

Questa notizia ci coglie di sorpresa e vanifica anche i nostri continui tentativi di apertura al dialogo nella ricerca di una soluzione che possa rispondere ai reciproci bisogni. Soluzione per altro presentata e appoggiata dallo stesso Eurostat, ma che ad oggi pare restare inascoltata.

Le imprese edili che si sono fatte carico dei crediti fiscali con la promessa di poterli cedere in seguito, ora si trovano in una strada senza via d’uscita, con l’impossibilità di acquisire nuove commesse e la necessità di ottenere subito liquidità per pagare fornitori e lavoratori.

Mi auguro che la strada intrapresa sia la conseguenza della scelta di non parcellizzare gli sforzi, per individuare una soluzione che sia valida per tutta la nazione. Se questa è l’intenzione occorre, però, intervenire subito e tempestivamente, perché non si può attendere ancora».

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