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FederlegnoArredo: firmato l’accordo del contratto nazionale

Per la prima volta nel settore legno-arredo l’accordo prevede l’innovazione riguardante i criteri per il calcolo degli incrementi dei minimi salariali non più erogati sulla base delle previsioni inflattive ma a consuntivo su indici predefiniti e identificabili.
Roberto Snaidero | Presidente FederlegnoArredo
Roberto Snaidero | Presidente FederlegnoArredo.

Roberto Snaidero | Presidente di FederlegnoArredo
«Siamo soddisfatti dell’accordo raggiunto dopo una complessa trattativa. Lo scenario macro economico negli ultimi anni è profondamente mutato ed era per questo necessario costruire un nuovo sistema retributivo adeguato alle sfide che la filiera è chiamata ad affrontare. Tale sistema garantirà alle aziende maggiore competitività in Italia e nel mondo, e ai lavoratori il recupero completo della perdita del potere di acquisto».

Con queste parole il presidente di FederlegnoArredo, ha commentato la firma dell’accordo con Feneal-Uil, Filca-Cisl,Fillea-Cigl  riguardante  il rinnovo del contratto nazionale legno, sughero, mobile e arredamento che era scaduto dal marzo scorso.

Le novità

Per la prima volta nella storia del settore Legno Arredo, l’accordo prevede, a partire dal 2018, un’importante innovazione relativa ai criteri per il calcolo degli incrementi dei minimi salariali, non più erogati sulla base delle previsioni inflattive, ma a consuntivo su indici predefiniti e certamente identificabili.

Dal punto di vista economico, da gennaio 2017 le aziende del settore erogheranno un incremento pari a 35 € mensili al parametro 100, che corrisponde alla prima soglia retributiva, rimandando a successivi incontri, a gennaio 2018 e gennaio 2019, per la definizione degli incrementi relativi a quegli anni sulla base dell’andamento effettivo e consuntivato dell’inflazione, secondo l’indice Ipca.

Gli incrementi

L’accordo sottoscritto oggi prevede inoltre un incremento delle ore in regime di flessibilità a disposizione delle aziende, un incremento delle quote relative a previdenza e sanità integrative e un’apertura riguardo la possibilità di creare sistemi aziendali di welfare.

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