Federcostruzioni | Assemblea degli associati

Fiducia alle imprese e no al Durt

Paolo Buzzetti, presidente di Federcostruzioni e Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria hanno chiesto al Governo un Piano straordinario da destinare a opere essenziali così da riallineare il nostro Paese agli standard europei. Buzzetti pronto a scendere in piazza se il Durt non dovesse essere cancellato al Senato.

Per la filiera delle costruzioni siamo a un… collasso annunciato. La pesante considerazione è espressa dall’assemblea di Federcostruzioni a cui hanno partecipato tutte le maggiori associazioni del sistema industriale del settore.
«Si è inceppato il funzionamento interno alla filiera delle costruzioni, l’acuirsi della stretta creditizia, come emerge dagli ultimi dati di Bankitalia, nei confronti dell’edilizia sta determinando un vero e proprio blocco delle forniture di materiali e prodotti verso le imprese di costruzioni. Senza credito i cantieri si fermano. Diventa essenziale intervenire per restituire affidabilità e credibilità alle imprese, riattivando i flussi finanziari ordinari e rispettando i termini di legge previsti per i pagamenti delle committenze pubbliche» questo è l’ennesimo costante, grido dall’arme del presidente di Federcostruzioni Paolo Buzzetti.
Gli ha fatto eco Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria affermando che «solo la ripartenza dell’edilizia può far ripartire il paese. Se vogliamo che il settore torni a crescere in tempi rapidi, fungendo così da traino anche per gli altri comparti produttivi, abbiamo immediato bisogno di interventi specifici che rilancino gli investimenti in infrastrutture, in opere pubbliche, attraverso la riqualificazione del patrimonio abitativo esistente, con un’attenzione all’efficienza energetica e un occhio al dissesto idrogeologico. Il momento è delicato. Dobbiamo lavorare seriamente, con impegno e responsabilità da parte di tutti, e sostenere il Governo a compiere scelte politiche veloci, concrete e lungimiranti».
Federcostruzioni ha chiesto un incontro urgente al Governo e ha lanciato un ultimatum perché si affermi la consapevolezza che se si vuole realmente invertire il ciclo recessivo va allentata la stretta creditizia, puntare su un grande piano d’investimento di opere pubbliche e non perdere l’opportunità di riqualificare il patrimonio edilizio e le città. Urgono subito provvedimenti: «Va garantito il lavoro, quello delle imprese e quello dei loro dipendenti e collaboratori. Ogni giorno ricorda il presidente di Federcostruzioniscompaiono decine di imprese e si perdono posti di lavoro. Ormai per quanto riguarda la filiera delle costruzioni ci si sta avvicinando a un numero sconvolgente: 700mila persone entro l’anno, dall’inizio della crisi, non lavorano più. Serve un Piano straordinario da destinare a opere essenziali per i cittadini riallineando il nostro Paese agli standard europei, dai quali ci siamo allontanati progressivamente proprio a causa dell’abbandono degli investimenti, soprattutto in manutenzione».
Tra i temi al centro del dibattito dell’assemblea di Federcostruzioni vi è stata anche la contrarietà del sistema alle nuove norme sul concordato preventivo e l’invito a prestare la massima attenzione alle questioni etiche e della legalità.

E intanto c’è la questione del Durt …
Stiamo parlando della riformulazione dell’articolo 50 del dl 69/2013 , con cui, modificando il comma 28, sostituendo il comma 28-bis, e aggiungendo i commi 28-quater, 28-quinquies e 28-sexies, all’articolo 35 del dl 4 luglio 2006 n. 223 e s.m.i., è stato introdotto il Durt (Documento unico di regolarità tributaria) che l’appaltatore di opere e servizi dovrà richiedere presso l’ufficio provinciale dell’Agenzia delle Entrate, onde accertare la posizione tributaria del subappaltatore.
«In un momento così duro e difficile per le imprese è contro ogni ragionevolezza introdurre uno strumento come il Durt che aggiunge ulteriori oneri burocratici e rischia di bloccare i pagamenti alle imprese, già tartassate dallo Stato, senza aumentare l’efficacia dei controlli». Questo il commento di Paolo Buzzetti, alla norma introduttiva del Durt contenuta nel decreto Fare in approvazione alla Camera. «Non possiamo tollerare – aggiunge Buzzetti – che si introducano strumenti normativi punitivi per le imprese dell’edilizia già piegate da una crisi senza precedenti che sta mettendo a rischio l’intero comparto industriale. Auspichiamo che l’apertura fornita oggi dalla vicepresidente Lanzillotta apra la strada a una soppressione della norma in Senato, come richiesto dal mondo imprenditoriale e da autorevoli rappresentanti istituzionali e parlamentari, ristabilendo il giusto equilibrio tra i doveri dello Stato e quelli delle imprese. Se questo impegno verrà tradito scenderemo in piazza».

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