Decreto del Fare | Piano Città

Fondi Fesr per il Piano Città?

Entro fine mese il tavolo di lavoro del ministero per la Coesione territoriale e dell'Anci per dare supporto agli adempimenti necessari all'ammissione al finanziamento per il Piano Città. Nei successivi 30 giorni Anci e ministeri di competenza dovranno definire le linee d'indirizzo e garantire il raccordo con le misure di assistenza tecnica e con le azioni di sistema dei programmi di «capacity building».

Novità in vista per il Piano Città: i fondi Ue potranno essere destinati a finanziare i progetti presentati dai comuni nell’ambito del Piano Città.
A prevederlo è l’art. 9 comma 3 bis del decreto del Fare (dl 69/2013) introdotto dal Parlamento durante la conversione in legge del decreto all’interno delle misure finalizzate all’utilizzo delle risorse provenienti dal Parlamento europeo. Allo scopo di accelerare le procedure di certificazione delle spese ed essere in linea con i regolamenti europei, la disposizione prevede che le autorità di gestione dei programmi operativi (sia nazionali sia regionali) che hanno disponibilità di risorse sui propri assi urbani-territoriali attingano direttamente agli interventi candidati dai comuni al Piano Città nazionale cui fa riferimento l’art. 12 del dl 83/2012.
Come noto, in base a questo dl entro il 5 ottobre 2012 sono state presentate 457 proposte di intervento edilizio-urbanistico finalizzate alla rigenerazione urbana delle aree degradate: solo 28 progetti hanno ottenuto un cofinanziamento da parte dello Stato per 318 milioni di euro.

Il Comune di La Spezia si era visto bocciare il finanziamento dal precedente stanziamento per il Piano Città risalente a febbraio 2013. Tra gli interventi vi era anche la riqualificazione di Piazza Verdi.

La cabina di regia che ha scelto i progetti era composta da esponenti dei ministeri di riferimento, dall’Anci, dall’Agenzia del Demanio, dalla Cassa depositi e prestiti e dalla Conferenza delle Regioni. Ma il valore totale degli interventi che sono stati presentati si è aggirato intorno ai 18,5 miliardi: di questi ultimi 8 sono stati gà coperti e ora necessitano risorse pubbliche e private per 10,5 miliardi. Fra l’altro, solo il 58% degli investimenti ha previsto l’avvio dei cantieri entro l’anno in corso.Qualora si dovesse optare per la soluzione che vede il finanziamento per questi ultimi progetti, il fabbisogno scenderebbe a 5,8 miliardi.Una quota di questi fondi potrebbe essere coperta proprio dall’Unione europea. In quest’ottica, fra i diversi fondi strutturali, quello che ha le maggiori caratteristiche per l’intervento è il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr).

Anche il Comune di Brescia aveva visto respinta la richiesta di finanziamento per il Piano Città di 22 milioni di euro. Tra gli interventi la riqualificazione del Parco di via Nullo, il recupero di via Milano e la bonifica dell’are Caffaro (foto).

Secondo i dati pubblicati dall’Anci, struttura che, è il caso di ricordare, ha curato l’istruttoria del Piano Città, il Fesr potrebbe dare supporto per 2,6 miliardi con un intervento del 50% degli investimenti su progetti immediatamente cantierabili. Altre risorse potrebbero arrivare dal Poin attrattori e dal progetto Jessica.

Scarica Fondi-FESR-Poin-attrattori-culturali-2007-2013 >>

I comuni interessati sono 430 e rappresentano il 5% degli ottomila comuni italiani che hanno fatto richiesta. Di questi, il 55% è situato al sud Italia, area dove è stato registrato il maggior ritardo nell’uso dei fondi europei.
Le procedure. Per quanto concerne le procedure, è prevista la stipula di accordi diretti fra singoli comuni e le autorità di gestione (nazionali e regionali) e l’istituzione di un tavolo tecnico appositamente incaricato di far da supporto alle autorità competenti in tutti gli adempimenti necessari per l’ammissione al finanziamento.
Il tavolo dovrà essere avviato su iniziativa del ministero per la Coesione territoriale entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del dl 69/2013. Quindi entro fine mese si avrà l’avvio di questo tavolo di confronto. Nei successivi 30 giorni dovrà essere sottoscritta dai ministeri di competenza e dall’Anci una convenzione per definire le linee d’indirizzo e garantire il raccordo con le misure di assistenza tecniche e con le azioni di sistema dei programmi di «capacity building» della programmazione regionale unitaria.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here