Punti di Vista | Bruno Gabbiani, presidente Ala Assoarchitetti

Formazione professionale continua per progettisti e imprenditori

Il progetto “Forma” si rivolge quindi al lavoro di squadra che deve vedere coordinate in modo sinergico tutte le professionalità che concorrono al processo costruttivo. Un insieme di professionalità che se non adeguatamente individuate, coordinate e amministrate in via preliminare, rischia di vanificare la qualità del progetto o di venirsi a costituire come un costo insostenibile e un fattore imponderabile di dilazione del tempo di realizzazione.
Bruno Gabbiani | Presidente Ala Assoarchitetti.
Bruno Gabbiani | Presidente Ala Assoarchitetti.

Com’è noto da quest’anno gli architetti e gli ingegneri liberi professionisti italiani sono tenuti per legge, sull’esempio degli altri Paesi europei, ad aggiornarsi professionalmente in modo continuo.

Le norme si spingono a definire il numero minimo di ore che ogni anno ogni professionista deve destinare alla formazione (20 ore nel 2014 e 30 ore nel 2015 e negli anni seguenti), per mantenere i requisiti di abilitazione all’esercizio professionale.

Il provvedimento, in questo lungo periodo di crisi lavorativa ha creato non poca preoccupazione tra i liberi professionisti, già in difficoltà a mantenere le proprie strutture, i propri mercati e con questi i problematici bilanci degli studi.

Paradossalmente un analogo obbligo non è stato addossato ai tecnici dipendenti delle pubbliche amministrazioni, che ai sensi della legislazione vigente sugli incarichi pubblici (legge Merloni e sue filiazioni) sono i soggetti ai quali sono attribuiti in via preferenziale, gli incarichi pubblici.

Il nuovo obbligo ha anche e ovviamente aperto un nuovo mercato, sul quale si affacciano innanzi tutto gli ordini professionali e i produttori di materiali e componenti per le costruzioni, che intravedono nella formazione un’occasione di contattare i prescrittori dei loro prodotti.

Ora, se è vero che l’iscrizione a corsi di formazione qualificati e non soltanto pubblicitari rappresenta un costo, è ancor più vero che il tempo dedicato a frequentarli è un onere ancora maggiore per i liberi professionisti, che già per circa sette mesi all’anno lavorano per il fisco e per almeno la metà del tempo residuo devono occuparsi di adempimenti burocratici, anziché di progettazione e messa in opera dell’architettura.

È quindi indispensabile che l’ulteriore tempo sottratto alla produzione, quello dedicato appunto alla formazione, non si traduca in un’altra corvée, ma rappresenti un vero investimento per acquisire nuove competenze, strumenti di lavoro, professionalità, nicchie di mercato.

Avendo ben presenti queste preoccupazioni, Ala ha impostato il progetto “Forma” che è rivolto al perfezionamento delle metodologie e delle tecniche di redazione e controllo del progetto integrato, inteso come lo strumento principe per determinare la qualità e l’economia dell’opera da costruire.

Il progetto “Forma” si rivolge quindi al lavoro di squadra che deve vedere coordinate in modo sinergico tutte le professionalità che concorrono al processo costruttivo: architetti appunto, ma con essi urbanisti, ingegneri strutturisti, impiantisti, geologi, agronomi, paesaggisti, botanici, esperti in scienze ambientali, nel traffico, nell’acustica, nel risparmio energetico e nelle energie alternative, nel design for all e ancora programmatori, grafici, pubblicitari, project manager, economisti, chimici, tecnologi, conservatori, restauratori, esperti legali, di finanza, psicologi e altri ancora. Attività complesse, che acquisiscono poi sfaccettature differenti a seconda che l’oggetto del progetto sia una nuova costruzione, piuttosto che un’infrastruttura o un intervento sul patrimonio esistente.

Un insieme di professionalità che se non adeguatamente individuate, coordinate e amministrate in via preliminare, rischia di vanificare la qualità del progetto o di venirsi a costituire come un costo insostenibile e un fattore imponderabile di dilazione del tempo di realizzazione.

Ora è evidente che il prodotto dell’attività di una squadra così composita acquisirà contenuti differenti a seconda di quale sarà la formazione e quindi l’indirizzo che il soggetto incaricato di coordinarla avrà saputo darle e a seconda della padronanza degli strumenti di controllo che il medesimo avrà acquisito.

A nostro avviso, il coordinatore del processo costruttivo non può che essere l’architetto progettista, il quale, oltre ad assumere la maggior responsabilità professionale, è l’unico in grado, con il suo staff, di valutare quali elementi e provvedimenti debbano essere assunti per raggiungere il risultato qualitativo richiesto dalla committenza e l’equilibrio tra questo e i costi di realizzazione dell’opera della quale è incaricato.
Ma nemmeno gli altri due soggetti principali dell’attività di realizzazione possono rimanere estranei: il committente, che deve essere chiamato a partecipare in modo attivo e organizzato ai processi decisionali e l’appaltatore, la competenza del quale deve essere messa a frutto per garantire il rispetto dei tempi, dei costi e della qualità fisica e prestazionale richiesta e programmata per l’opera.
Se non è possibile immaginare una formazione estesa per il committente, quanto di fornirgli opportuni strumenti di partecipazione e controllo, il progetto di Ala vuole trovare invece compiutezza e caratterizzazione proprio dalla collaborazione con l’appaltatore, per venire a costituirsi come strumento efficace e operativo di gestione del progetto integrato e della sua fase di messa in opera.

Bruno Gabbiani, presidente Ala Assoarchitetti

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