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Forte di Fortezza, recupero raffinato e rude, oggi centro espositivo

Con l’obiettivo di ospitare nel 2008 Manifesta 7, Biennale Europea di Arte Contemporanea, è stato recuperato il livello inferiore della fortezza, che offre oggi oltre 3600 mq di superficie espositiva. La conservazione degli edifici storici e il mantenimento del carattere di fortezza costituiscono le linee guida del progetto.

(di Marcella Gabbiani). La Provincia Autonoma di Bolzano vanta oramai una lunga tradizione di promozione della «cultura del costruire». Negli ultimi vent’anni l’amministrazione ha costruito scuole, ospedali, musei, strutture sociali, strade, infrastrutture ma ha nel contempo anche restaurato strutture esistenti spesso di notevole valore storico per adattarle a nuove esigenze funzionali, per farne oggetti vivi e utili. Il rispetto del paesaggio, l’inserimento nel conteso urbano e l’impiego di nuovi materiali e tecnologie, sono sempre stati criteri fondamentali nella scelta delle soluzioni progettuali.Nei casi di progetti di maggior rilievo, la Provincia ricorre solitamente al concorso di progettazione, come garanzia di qualità e fonte di un buon rapporto di collaborazione ad alto livello professionale. I progetti vengono sviluppati secondo i principi del «project-management», attraverso un intenso dialogo fra i rappresentanti dell’amministrazione, dell’utenza e i progettisti. La qualità dell’architettura viene vista in senso ampio come un’architettura per il futuro, che prende in considerazione gli sviluppi tecnologici, l’evoluzione delle attività per le quali si costruisce, la gestione del territorio e la sostenibilità delle risorse.L’imponente Fortezza in Valle Isarco è stata costruita nel XIX secolo dall’Imperatore Ferdinando I d’Austria come importante punto di controllo e collegamento tra nord e sud. Per cinque anni oltre 4.500 operai hanno lavorato alla costruzione di questo enorme complesso militare costruito con il granito di Falzes, su una superficie di circa 65.000 mq. ripartita su tre livelli. Nonostante la sua posizione strategica non fu mai teatro di scontri, fino a che nel 1991 il Demanio decise di affittare il forte al comune di Bressanone, data dalla quale ha iniziato il suo cammino per divenire un museo a cielo aperto e poi un luogo per manifestazioni ed eventi.

Il progetto di restauro
Con l’obiettivo di ospitare nel 2008 Manifesta 7, Biennale Europea di Arte Contemporanea, è stato recuperato il livello inferiore della fortezza, che offre oggi oltre 3600 m2 di superficie espositiva. La conservazione degli edifici storici e il mantenimento del carattere di fortezza costituiscono le linee guida del progetto.
Nel forte basso i muri, in grandi blocchi di granito, sono stati risanati, i pavimenti riparati e le finestre semplicemente restaurate e rimesse in funzione.
Il progetto di restauro con grande sensibilità considera innanzitutto il carattere rude e ingegneristico della fortezza, attraverso un intervento minimale che valorizza l’imponenza e semplicità dei volumi e delle superfici. Le costruzioni posticce sono state rimosse, mentre non sono stati aggiunti nuovi volumi se non quelli di collegamento tra le parti, utilizzando per lo più tutto quanto il forte già offriva.
Il sistema, che sommerso alla base da un bacino d’acqua artificiale sul quale si erge ancora per la maggior parte della sua consistenza, è piuttosto complesso e articolato nei volumi: i fabbricati monolitici, dalle piccole aperture regolari, sorgono dal terreno a livelli differenti, collegati da sistemi di rampe.
Nuovi parapetti e scale in acciaio zincato assicurano i percorsi. Due torri in calcestruzzo armato con scale e ascensori privi di finestre, collegano gli edifici. Superfici e materiali interpretano la tipologia costruttiva storica: il calcestruzzo, gettato in strati irregolari di 30 – 70 cm, con un fine strato di sabbia tra le fasi di getto, forma un disegno di fughe orizzontali passanti aperte e irregolari di circa 3-4 cm, ottenute dilavando questo strato.Per le torri è stato ottenuto un colore simile a quello delle strutture preesistenti con l’aggiunta di inerte di granito, mentre la superficie esterna è stata resa ruvida mediante sabbiature ad alta pressione. Elementi nuovi come parapetti, corrimani, porte, e i due ponti di collegamento tra i due corpi del cortile inferiore del forte basso, sono stati realizzati in acciaio, con superficie zincata, e patinati con acidi per ottenere un colore grigio antracite che si inserisce nel contesto in modo appropriato. Collegando due tunnel preesistenti a una nuova galleria verticale, scavata nella roccia, si è collegato il forte basso a quello medio. Una nuova scala s’inerpica all’interno dello scavo nel granito, effettuato a mano, con una complessa struttura composta da setti di cemento armato gettati uno sull’altro a formare una spirale strutturale a segmenti rettilinei.
Scala e ascensori collegano l’unica polveriera del forte, che ha subito forti danni a causa di un’esplosione che è stato ricostruita della sua parte mancante all’interno della sagoma dell’edificio preesistente.
Questo intervento allo stesso tempo raffinato e rude ha consentito di recuperare a nuova vita e funzioni questa struttura militare, senza cancellarne la traccia storica della sua funzione e il suo carattere.
I premi. 
Con il Forte di Fortezza la Provincia di Bolzano ha vinto nel 2011, nell’ambito dell’ultima edizione del Premio internazionale Dedalo Minosse alla committenza di architettura, il Premio Speciale GrantiFiandre, proprio per le modalità di conduzione dei lavori e per la promozione della qualità in architettura. In autunno 2013 verrà lanciato il bando del Premio Dedalo Minosse 2013-2014 >>.

Chi ha fatto Cosa
Committente: Provincia Autonoma di Bolzano
ProgettoMarkus Scherer con Walter Dietl
Operarecupero del Forte di Fortezza
Realizzazione2009, Fortezza (Bolzano), Italia
foto©René Riller 

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