Punti di Vista | Rolando Rostolis, ad Energyka

Fotovoltaico flessibile, una rivoluzione che innoverà tutto il settore dei prodotti per l’edilizia e cambierà il nostro modo di costruire

Nel suo punto di vista l’amministratore delegato di Energyka spiega come il fotovoltaico in edilizia domani «non sarà più una scelta dettata da speculazione finanziaria o da una filosofia ecologica elitaria, ma un investimento obbligato tanto quanto il rispetto di norme o regolamenti costruttivi».
Rolando Rostolis | Ad Energyka
Rolando Rostolis | Ad Energyka

Sono profondamente convinto che il fotovoltaico di nuova generazione rappresenti la sfida strategica su scala globale, non solo sul fronte energetico e dell’innovazione tecnologica, ma anche per il mondo delle costruzioni. Presto, riuscire a pensare edifici dove il solare non sia più un accessorio, ma parte integrante della progettazione, sarà la nostra normalità. Il fotovoltaico in edilizia non sarà più, infatti, una scelta dettata da speculazione finanziaria o da una filosofia ecologica elitaria, ma un investimento obbligato, tanto quanto il rispetto di norme o regolamenti costruttivi. Insomma, realizzare un tetto fotovoltaico sarà come prevedere la scala anti-incendio o la finestra nel bagno. Proprio per questo l’integrazione architettonica degli impianti sta diventato il fattore discriminante per lo sviluppo del settore: non penseremo più al solare come ad un elemento aggiunto, che troppo spesso sfigura i nostri edifici con antiestetiche sovrastrutture, ma come ad un aspetto fondamentale e contemporaneo alla progettazione ex-novo o alla ristrutturazione. Il fattore integrazione è tanto più importante in un Paese come il nostro, l’Italia, dove la presenza di immobili di valore storico-artistico richiede il massimo rispetto dello status quo e dove dobbiamo pensare a sviluppare un sistema di consulenza costante tra chi si occupa di costruzioni e chi realizza gli impianti, al fine di arrivare alle migliori soluzioni personalizzate in base alle esigenze della committenza.

fab1Innovazione di prodotto. Lontani dalle logiche produttive basate sui grandi volumi, negli ultimi anni noi di Energyka >> abbiamo puntato tutto sull’innovazione di prodotto. Sul fronte nazionale abbiamo raccolto importanti successi (quest’anno con il conseguimento del premio Innovazione Legambiente), ma la nostra visione è globale: abbiamo incontrato un partner produttivo come la taiwanese Hulket e siamo pronti, in questi giorni, al lancio commerciale negli Usa, con la presentazione al Solar Power International di Los Angeles, di Prometea, oggi il pannello a film sottile più flessibile e produttivo al mondo.
In ambito edilizio, la tecnologia Cigs a film sottile rappresenta la chiave di volta di quella che sarà una nuova rivoluzione del costruire. Chi, come noi, è chiamato ad avere uno sguardo sui mercati globali sa che nei programmi di sviluppo per i prossimi cinque anni di Cina e Usa, i due mercati di riferimento, si è scelto di puntare decisamente sulla produzione e diffusione della tecnologia Cigs. Una visione sul medio periodo che trova pronta una realtà come la nostra: Energyka è oggi unico produttore mondiale di Cigs flessibili compatibili con le normative Rohs (assenza di cadmio e piombo) e uno dei due produttori mondiali di moduli rigidi privi di metalli pesanti, con garanzia di un investimento totalmente green. Se possiamo considerare come arrivato a fine corsa il solare policristallino, dal punto di vista tecnologico, possiamo pensare anche che la tecnologia Cigs (con un’efficienza superiore del 16/17%), ancora in una fase iniziale, abbia grandi margini di sviluppo. Il film fotovoltaico avrà una possibilità di applicazione sempre più diversificata. Siamo oggi impegnati a sviluppare nuove soluzioni di Cigs fotovoltaico in tutti gli schemi di immobili: non più solo tetti, ma anche facciate continue, strutture accessorie, fino addirittura all’arredo urbano o agli arredi da giardini, con un’integrazione che coinvolga quindi tutte le strutture esposte all’aperto.

fab2Scelte strategiche. Per queste ragioni io credo che oggi sia fondamentale promuovere l’incontro tra chi, come noi, ha puntato all’innovazione tecnologica e le imprese del settore edile che offrono prodotti più tradizionali. Detenendo oggi una tecnologia estremamente versatile e avendo un partner produttivo in grado di declinare le diverse esigenze con prodotti su misura, abbiamo già messo in campo collaborazioni strategiche con imprese edili tradizionali: produttori di tetti in metallo, guaine, case prefabbricate, arredo urbano.
Non c’è da nascondersi che le aziende che appartengono a questo settore più tradizionale si trovano oggi a vivere una competizione basata quasi esclusivamente sulla leva del prezzo (a volte parliamo di pochi centesimi). Il fotovoltaico può rappresentare l’innesco per una nuova spinta al settore. Oggi, infatti, la maggior parte delle aziende che si occupano di materiali per l’edilizia è in difficoltà perché può rivolgersi solo ad un mercato interno da anni in affanno. I propri prodotti, infatti, non possono arrivare sui mercati esteri perché non hanno appeal. Un’azienda che produce tetti in metallo non può oggi pensare di arrivare al mercato Usa: è chiaro che non c’è motivo di comprare un prodotto realizzato in Italia quando quel mercato ha valide alternative. Ma se in quel tetto inseriamo un pannello fotovoltaico totalmente innovativo e con vantaggi energetici evidenti, ecco allora che otteniamo un prodotto di alta gamma, innovativo, in grado di penetrare i mercati internazionali. Lo stesso si può dire delle facciate continue, mercato molto più aggressivo, dove però le aziende italiane hanno uno storico importante di presenza all’estero, ma dove potrebbero acquistare un nuovo slancio. Dobbiamo quindi puntare dritti sulla strada del co-sviluppo tra aziende attraverso formule di open innovation flessibili.

Una de-legislazione. Se mi si permette, infine, una riflessione sullo sviluppo del solare in Italia. Il problema è superare gli interessi di alcune aziende predominanti sul mercato, che oggi, non si può nasconderlo, costituiscono un freno allo sviluppo del settore. D’altra parte, occorre una de-legislazione, non già per assegnare incentivi a pioggia come nel passato, ma per liberalizzare la possibilità di costruire importanti impianti fotovoltaici nelle zone industriali per alimentare le stesse, favorendo una gestione energetica più libera. Infine, appare singolare che si sia palesato l’interessamento di Stati del bacino del Mediterraneo per realizzare linee di produzione dei nostri pannelli innovativi, mentre nel nostro Paese questa visione strategica ancora manca. La presenza di incentivi per investimenti (veri e non «gonfiati») sarebbe fondamentale non solo per sostenere l’export di questo settore tecnologico, ma perché la nuova generazione di fotovoltaico, come detto, può avere un forte impatto nel rivitalizzare l’intero sistema dei prodotti da costruire.

Rolando Rostolis, ad Energyka

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