Punti di Vista | Francesco Leoni, Associate Partner Porsche Consulting

Smart building: nuovi operatori e nuovi ecosistemi urbani

Francesco Leoni, Porsche Consulting, evidenzia i passi da seguire per ripensare il proprio ruolo al di fuori di una visione settoriale e cogliere l’opportunità per trasformare gli smart building nel tassello fondamentale delle future smart cities, offrendo servizi anche molto lontani da quelli che oggi propone il settore.
Francesco Leoni | Associate Partner Porsche Consulting.

L’integrazione di hardware e software nella gestione degli edifici, ormai presente nella maggior parte delle nuove realizzazioni, permette già di interpretare i dati relativi agli ambienti e adattare gli spazi alle necessità del cliente.

Ma l’integrazione degli edifici in reti più ampie, il cloud computing e l’artificial intelligence danno vita a interessanti opportunità, nuovi casi di utilizzo, e abilitano innovativi modelli di business, molto più sofisticati di quelli tipici della gestione del real estate o del facility management tradizionale.

Questo trend, oltre a cambiare offerta e modello di pricing, sta modificando radicalmente l’arena competitiva del settore.

L’utente passa dal possesso degli impianti, ad esempio il sistema di illuminazione, al puro pay-per-use attraverso investimenti tecnologici fatti dal service provider. La creazione di smart grid per edifici o gruppi di edifici, consente sia forti risparmi energetici, in particolare a seguito del bilanciamento della rete, sia la vendita dell’energia stessa, trasformando quindi un centro di costo in un centro di profitto.

L’arena competitiva si sta trasformando: mentre gli attuali operatori migrano la propria proposta di valore verso i servizi per attrarre nuovi clienti, il potenziale di crescita del settore della building automation spinge sia giganti tecnologici sia startup a invadere i mercati con soluzioni innovative.

Infatti, il mercato globale degli smart building si colloca al terzo posto per numero di applicazioni IoT e si stima che tra il 2018 e il 2025 registrerà una crescita annuale pari al 32,3%. Il potenziale è enorme, in quanto in futuro gli edifici saranno in grado di comunicare e scambiare dati con sistemi di traffico, reti elettriche e infrastrutture di smaltimento dei rifiuti, diventando elementi fondamentali delle smart cities.

In Italia ci sono interessanti esempi di soluzioni smart: a Milano, Siemens ha realizzato nel proprio quartier generale un modello di generazione energetica distribuita che permetterà di massimizzare l’autoconsumo e ridurre il carico sulla rete nazionale grazie a una gestione bilanciata e accurata dei carichi elettrici e della produzione; si tratta di una microrete intelligente della capacità complessiva di oltre 1 megaWatt (mW).

Si tratta di un caso concreto d’infrastruttura smart che integra tecnologie e building diversi, alimenta due edifici, uno smart building nuovo certificato Leed Gold e uno storico degli anni ’60 completamente rinnovato, coprendo un’area complessiva di circa 86mila metri quadri e 1800 persone.

Per cogliere l’opportunità di questa trasformazione dell’arena competitiva bisogna superare la visione settoriale e creare un chiaro modello di partnership per posizionarsi strategicamente in un ecosistema urbano che ingloba la mobilità, i servizi cittadini e i produttori di tecnologie, mettendo al centro l’utente degli spazi e la sua esperienza.

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