Ance | Inchiesta in Friuli

Gabriele Buia (Ance): caso Friuli, solo con regole chiare si può fermare l’illegalità

Per il vertice Ance in attesa che la magistratura concluda il proprio lavoro, è necessario intervenire al più presto per definire un quadro giuridico certo, trasparente e in grado di arginare l’illegalità nel sistema degli appalti pubblici.
Gabriele Buia | Presidente Ance.

Il presidente Ance, Gabriele Buia, in relazione all’inchiesta in corso in Friuli su presunte irregolarità relative a diverse opere infrastrutturali ha evidenziato quanto segue,

«Garantire un sistema efficiente e pulito per la realizzazione delle infrastrutture necessarie a un Paese che vuole crescere è priorità di tutti, a partire dalle tante imprese oneste che lavorano in questo difficile mercato. Il nostro auspicio è che le indagini si chiudano al più presto e che la magistratura possa concludere il proprio lavoro in tempi rapidi. L’Ance, dal canto suo, se occorrerà è pronta, come sempre, a fare la propria parte applicando il proprio rigoroso Codice etico. Ma guai a gettare fango e accuse generalizzate sulle imprese del nostro settore, determinanti per la crescita economica e sociale del Paese.
E’ dunque urgente un quadro di regole e norme semplici con controlli efficaci: unico argine possibile all’illegalità nel mercato dei lavori pubblici. Da tempo chiediamo di rivedere i criteri di aggiudicazione delle gare che sono troppo discrezionali e favoriscono opacità e irregolarità. D’altronde che nella incertezza delle norme e nel caos delle regole si annidi il pericolo del proliferare della corruzione e del malaffare lo sostengono chiaramente anche il presidente dell’Anac Cantone e il presidente della Corte dei Conti Buscema, che sono più volte intervenuti pubblicamente su questo tema».

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