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Fuga dal contratto edile e le pesanti ricadute sui lavoratori

Ieri e oggi si sono svolte le giornate nazionali della formazione e della sicurezza organizzate da Formedil e Cncpt. Il dibattito è ruotato intorno al tema che sta dominando il mercato delle costruzioni in cui il ruolo delle piccole riqualificazioni è sempre più preponderante costringendo a una modifica dell’offerta da parte delle imprese. L’estrema frammentazione del settore e delle tipologie di attività ha ricadute anche sulla contrattazione collettiva, determinando una vera e propria fuga dal contratto dell’edilizia, con gravi conseguenze sulla tutela e sulla sicurezza dei lavoratori.

Il mercato delle costruzioni è oggi principalmente un mercato di riqualificazione edilizia. Come evidenziato dalle stime Cresme: sui 4,1 milioni di cantieri edili attivi in Italia 3,9 milioni sono impegnati in interventi di recupero, 145mila in lavori di nuova costruzione e solo 53.500 sono i cantieri di opere pubbliche.

Si tratta di un mercato in cui la fanno da padrone gli interventi di piccola dimensione (16mila euro in media), soprattutto, impianti e finiture, mentre sono marginali gli interventi di carattere strutturale, indispensabili per la messa in sicurezza di un patrimonio immobiliare che versa in condizioni disastrose.

Il presidente Ance, Gabriele Buia sulla necessità di crescere per rispondere ai nuovi bisogni di competenze determinati dall’utilizzo di materiali innovativi, dalla tecnologia e dalla digitalizzazione dei processi costruttivi.

Il 74% delle abitazioni è stato costruito, infatti, prima dell’emanazione delle norme antisismiche (1974) e sull’efficienza energetica (1976). Un patrimonio che ha, dunque, abbondantemente superato i 40 anni, soglia temporale oltre la quale si rendono assolutamente indispensabili interventi incisivi di manutenzione.

Con un mercato delle costruzioni in cui il ruolo delle piccole riqualificazioni è sempre più preponderante, si assiste, dal lato delle imprese, a una modifica dell’offerta. Su oltre 500mila imprese di costruzione, che danno lavoro a circa 1 milione e 320mila addetti, circa il 76% (384mila) è rappresentato, infatti, da imprese specializzate.

Si tratta di un mondo estremamente frammentato, dove convergono i più svariati segmenti di attività: demolizione e preparazione del cantiere edile, installazione d’impianti (elettrici, idraulici, condizionamento), completamento e finitura degli edifici.

Frammentazione del settore e ricadute sui lavoratori

L’estrema frammentazione del settore e delle tipologie di attività ha avuto forti ricadute sulla contrattazione collettiva, determinando una vera e propria fuga dal contratto dell’edilizia. Non si contano più le diverse tipologie contrattuali applicate (impianti, servizi, movimento terra, terziario, autonomo, interinale), con gravi conseguenze sulla tutela e sulla sicurezza dei lavoratori.

Il contratto dell’edilizia è l’unico che tiene conto delle specificità del lavoro del settore: spostamenti continui, stop and go legati alle condizioni climatiche, sollevamento di oggetti pesanti, lavoro in altezza, utilizzo di attrezzature e macchinari che richiedono competenze a attenzioni. Questa fuga ha determinato una seconda crisi oltre a quella di mercato.

Una situazione ben fotografata dai dati delle Casse edili: -53% gli operai iscritti tra il 2008 e il 2017, a fronte del calo del 32% degli occupati totali nelle costruzioni censiti dall’Istat. Una differenza macroscopica che si spiega proprio con l’elusione del contratto collettivo nazionale dell’edilizia.

Contratto rinnovato a luglio 2018 con grande spirito di responsabilità e sacrificio dalle parti sociali e che mira a garantire nuove forme di tutele sanitarie e previdenziali e opportunità di inserimento dei giovani nel mondo del lavoro.

Sistema bilaterale presidio di regolarità, formazione e sicurezza

In questo quadro il sistema bilaterale delle costruzioni, costituito da ben 300 enti presenti su tutto il territorio, rappresenta un presidio fondamentale per la formazione degli operatori del settore e la qualificazione del mercato del lavoro. Qualche numero: circa 115mila i corsi effettuati in tutto il territorio negli ultimi 10 anni, più di 37mila le visite in cantiere.

Un sistema che ha raggiunto molti importanti risultati ma che deve crescere per rispondere ai nuovi bisogni di competenze determinati dall’utilizzo di materiali innovativi, dalla tecnologia e dalla digitalizzazione dei processi costruttivi.

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