Punti di Vista | Grabriele Buia, Presidente Ance

Come vincere la sfida della crescita nell’industria delle costruzioni

Le sfide da vincere sono determinanti sia per lo sviluppo infrastrutturale sia per la rinascita delle nostre città. Due driver indispensabili non solo di crescita economica, ma anche e soprattutto di benessere sociale. È a quest’orizzonte che dobbiamo guardare quando pensiamo al Recovery plan: la possibilità di costruire un futuro migliore per le prossime generazioni.
Gabriele Buia | Presidente Ance.

Dopo l’approvazione del Piano italiano per il Recovery Plan si apre la difficile partita legata alla realizzazione degli obiettivi in esso individuati. Con il Pnrr il nostro Paese si gioca, infatti, una carta decisiva per disegnare un vero percorso di crescita.

Le sfide da vincere sono determinanti sia per lo sviluppo infrastrutturale sia per la rinascita delle nostre città. Due driver indispensabili non solo di crescita economica, ma anche e soprattutto di benessere sociale. È a quest’orizzonte che dobbiamo guardare quando pensiamo al Recovery plan: la possibilità di costruire un futuro migliore per le prossime generazioni.

È bene ricordare che gli interventi previsti dal Piano devono essere realizzati entro e non oltre il 2026. Di qui la necessità di varare in tempi brevi una serie di riforme strutturali necessarie, innanzitutto, per migliorare l’efficienza della macchina pubblica.

Ormai è chiaro a tutti, che, come Ance sostiene da tempo, per rimettere in moto il Paese occorre innanzitutto una decisa azione di semplificazione delle procedure che ostacolano gli investimenti pubblici e privati, modificando in modo sostanziale un sistema decisionale che si è dimostrato finora del tutto inadeguato.

Sul fronte dei lavori pubblici è inoltre indispensabile assicurare a tutte le imprese la possibilità di partecipare a quello che si preannuncia come il più grande piano di rilancio del Paese dal Dopoguerra.

Ed è per questo che occorre varare al più presto un sistema di regole e procedure snello ed efficiente, che non può prescindere dalla tutela della concorrenza e dalla necessità di garantire pari diritti e pari opportunità a tutte le imprese. Snellire, infatti, non vuol dire derogare alle regole e alla trasparenza.

C’è poi un altro tema che va affrontato al più presto. Ed è quello che riguarda il rincaro eccezionale dei prezzi dei materiali da costruzione che sta mettendo in grande difficoltà le imprese impegnate nei cantieri pubblici e privati.

Aumenti di prezzi in alcuni casi vertiginosi, come il ferro-acciaio tondo per cemento armato che sfiora il +120% solo negli ultimi sei mesi. Ecco perché è necessaria una misura urgente che riconosca gli aumenti e individui un fondo a sostegno delle imprese per scongiurare il blocco dei cantieri e garantire la piena attuazione delle opere nei tempi previsti.

Il rincaro dei prezzi rischia anche di rallentare i cantieri del Superbonus 110%, misura di grande impatto per la crescita dell’edilizia e per la riqualificazione di migliaia di edifici.

Strumento che per essere davvero incisivo ha bisogno di una durata maggiore e di una drastica opera di semplificazione. Solo nelle ultime settimane, infatti, si stanno aprendo i cantieri condominiali, ovviamente più complessi, dopo mesi passati tra carte e procedure. È bene dunque che anche questo strumento sia potenziato e snellito.

Con il Recovery l’Italia non si gioca solo la ripresa economica, ma la definizione di un nuovo modello di sviluppo che deve puntare sulla sostenibilità ambientale, sociale ed economica. A cominciare dalle nostre città, troppo lontane dal rispondere ai bisogni dei cittadini. Da tempo Ance sostiene che un grande piano di rigenerazione urbana non sia più rimandabile.

Con il Recovery tutto questo è possibile. Ma per riuscirci occorre superare la logica dei singoli interventi puntuali e puntare su operazioni che coinvolgono interi quartieri, demolendo e ricostruendo interi edifici.

Per fare questo serve un sistema normativo, urbanistico e fiscale che incentivi le trasformazioni urbane, mettendo insieme tutti i soggetti coinvolti, pubblici e privati, e innovando processi e prodotti.

Per riuscire veramente a rinnovare, rispettando, le nostre città tutti devono muoversi nella stessa direzione, rinunciando a posizioni ideologiche verso un obiettivo comune. Con questo spirito come Ance abbiamo dato vita a un laboratorio di idee per una nuova politica urbana.

Si tratta di uno spazio di confronto aperto ad architetti, urbanisti, accademici, società civile, investitori e tanti altri soggetti per disegnare insieme un nuovo modello di città moderno e inclusivo.

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