Edilizia pubblica | Carmagnola, Torino

Restituzione alla città di un polo commerciale rigenerato e sostenibile

La costruzione del nuovo Centro Servizi per l’Agricoltura di Carmagnola rappresenta un caso emblematico di edilizia pubblica sensibile, aperta verso le nuove tecnologie ma allo stesso tempo capace di rapportarsi con l’esistente preservando i valori e il potenziale del sito. Un innovativo concept di bioedilizia pubblica sviluppato e realizzato da Gandelli Legnami in collaborazione con un team di progettisti coordinati dallo Studio Settanta7 di Torino.
Arch. Giuditta Gandelli.

Giuditta Gandelli | Gandelli Legnami

Rigenerazione urbana e impatto sul contesto

«La costruzione del nuovo Centro Servizi per l’Agricoltura di Carmagnola rappresenta un caso emblematico di edilizia pubblica sensibile, aperta verso le nuove tecnologie ma allo stesso tempo capace di rapportarsi con l’esistente preservando i valori e il potenziale del sito. La finalità è stata proprio quella di contribuire alla rigenerazione urbana di un’area che è stata per anni polo commerciale di rilevanza fondamentale e che necessitava di essere riqualificata da più di 40 anni. La riqualificazione ha permesso di rivalutare la centralità di questa porzione di territorio con un importante impatto sociale. Grazie al mantenimento del Foro Boario, implementato negli spazi con l’area fieristica e i nuovi servizi collegati, è stata data nuova vita a un luogo che oggi può tornare a esser vissuto dalla collettività e dai cittadini».

Planimetria dell’intervento.

Intervento pubblico sostenibile

Trasformare un foro boario in un luogo aperto alla cittadinanza, con spazi espositivi e funzionali, conservando la tradizionale area fieristica destinata al mercato del bestiame. È stata questa la sfida lanciata dal nuovo progetto di restyling del foro di piazza Italia a Carmagnola, storico comune in provincia di Torino, che ha previsto di mantenere in zona centrale (contro l’originaria ipotesi di trasferimento in periferia) una sede dedicata allo sviluppo del settore zootecnico e alla valorizzazione delle produzioni agricole locali, realizzando una vetrina permanente nel cuore della città.

Foro Boario a lavori ultimati | Vista della zona uffici e vetrina del territorio.

Un innovativo concept di bioedilizia pubblica sviluppato e realizzato da Gandelli Legnami in collaborazione con un team di progettisti coordinati dallo Studio Settanta7 di Torino.

L’intervento consiste nella costruzione di un fabbricato polifunzionale da destinare al nuovo Centro Servizi per l’Agricoltura e a un’adiacente zona fieristica con una superficie complessiva pari a 1400 mq, quale parte del progetto complessivo di riqualificazione e rifunzionalizzazione dell’area urbana di riferimento.

Da uno spazio attualmente utilizzato per la sosta e l’interscambio degli automezzi che trasportano il bestiame, e per il mercato del vitellino che si svolge ogni settimana, sta nascendo così un centro dotato di grande attrattività, concepito quale punto d’incontro tra il mondo agricolo e le altre realtà economiche e sociali della città, fruibile per 365 giorni all’anno.

Il porticato che conduce alla galleria espositiva.

Vi saranno nuovi spazi aggregativi destinati alla formazione e alla condivisione delle esperienze professionali (convegni, esposizioni, laboratori, eventi), nonché all’acquisto al dettaglio di prodotti tipici locali. 

Linee guida di progetto

Il progetto architettonico si pone come obiettivo principale il potenziamento dello spazio pubblico, il recupero di un forte polo commerciale e l’efficienza energetica. La rinnovata area a uso dei cittadini è il risultato di un processo di rigenerazione urbana che è stato avviato attraverso la demolizione di quasi tutte le tettoie costituite da coperture in cemento-amianto.

Particolare attenzione e sensibilità in termini di conservazione e recupero è stata posta al volume verso via Gobetti, attraverso il mantenimento della struttura esistente e la sostituzione della copertura con un nuovo sistema costituito da un manto in lamiera preverniciata.

Il volume aggettante della vetrina del territorio.

Questo intervento ha consentito di ampliare lo spazio della piazza e di ridefinire l’assialità dei volumi architettonici, ed è stata occasione per smantellare e sostituire la copertura esistente realizzata in amianto, materiale i cui effetti nocivi per la salute sono ormai universalmente noti. I tre corpi di fabbrica di nuova costruzione sono stati allineati lungo l’asse nord-sud con un ordine progettato in funzione delle necessità dei futuri fruitori dell’area.

L’area destinata a uffici e vetrina del territorio, collocata verso Nord, è disposta in modo da garantire il doppio affaccio alla maggior parte degli ambienti di utilizzo. Gli uffici, organizzati secondo uno schema “a ferro di cavallo” intorno alla distribuzione, godono di un’illuminazione naturale ottimale grazie all’orientamento che segue il percorso solare da Est a Ovest.

Le sale espositive verso viale Giuseppe Garibaldi.

L’ambiente a pianta libera che costituisce la vetrina del territorio è collegato da una scala centrale ad un cannocchiale prospettico al primo piano che viene evidenziato con uno stacco del materiale di rivestimento esterno ed un importante sbalzo verso Nord. Si definisce così un’interessante aggregazione di volumi che aggiunge dinamicità al progetto.

Il corpo centrale è costituito da una sala contrattazioni da 175 mq, un’area congressi di 204 mq capace di ospitare fino a 60 persone e i relativi servizi disposti lungo un volume distributivo posto tra i due ambienti, all’interno del quale sono stati ricavati ulteriori spazi destinati al deposito delle attrezzature. Anche in questo caso, l’orientamento dell’edificio è stato progettato in maniera tale da poter garantire il doppio affaccio a entrambi gli spazi collettivi.

Il terzo volume, disposto ortogonalmente rispetto ai precedenti, si affaccia su via Gobetti e ospita due sale espositive che definiscono un ambiente continuo e lineare. La forma caratteristica e le scelte geometriche del volume hanno fatto sì che durante lo svolgimento dei lavori venisse battezzato come il “Krumiro”.

Interno della vetrina del territorio.

Un ampio spazio ininterrotto la cui pianta libera è stata resa possibile grazie all’utilizzo di strutture a portali ripetuti, che coprono una luce di 9 metri. Le due teste della manica sono costituite da una superficie totalmente vetrata che garantiscono l’illuminazione naturale sia da est sia da ovest, mentre sul fronte sud i problemi relativi all’eccessiva radiazione solare che attraversa l’involucro trasparente sono stati brillantemente risolti tramite l’inserimento di un porticato che accompagna i percorsi di circolazione esterna.

Tettoia del bestiame, demolizioni e cantierizzazione

L’attenzione al contesto e alla rigenerazione urbana emersa nel progetto architettonico ha sollecitato una particolare attenzione all’organizzazione del cantiere, suddivisa per aree di intervento nelle differenti fasi. Prima di procedere con la realizzazione dei volumi di nuova costruzione l’area è stata opportunamente recintata sia perimetralmente sia internamente con barriere provvisorie.

Interno della galleria espositiva.

La recinzione interna, tipo new jersey, è servita per dividere l’area di cantiere della tettoia dedicata al mercato del bestiame dall’area nuovi servizi. I primi lavori sono stati eseguiti sul volume della tettoia, unico fabbricato conservato dell’intero complesso. Dopo aver rimosso l’amianto presente in copertura, la manica della tettoia è stata accorciata tramite una delicata operazione di demolizione puntuale.

In seguito è stato realizzato un manto in lamiera metallica che sfrutta le travi a bicchiere della struttura prefabbricata in cemento armato. Sono stati ripristinati i canali di gronda e di scolo, le recinzioni di contenimento del bestiame, è stata installata una nuova pesa pubblica e infine la rigatura del pavimento battuto in calcestruzzo è stata ripresa, grazie al reclutamento dei professionisti che avevano eseguito le opere originarie.

La recinzione di cantiere interna è stata mantenuta per consentire l’esercizio dello spazio ultimato e quindi delimitare l’area di cantiere dei tre volumi costituenti l’intervento di nuova costruzione. Dopo le attività di demolizione sono state installate due gru a torre da 60 metri necessarie per coprire tutta l’area di intervento. 

La vetrata sul prospetto est della galleria espositiva.

Struttura portante in X-Lam

La struttura portante è stata progettata nel rispetto dei criteri di sostenibilità sia energetica che economica. La struttura in X-Lam, costituita da 3 strati di legno di abete incollati con direzione delle fibre ortogonale allo spessore adiacente, ha permesso di realizzare elementi di chiusura verticale leggeri, resistenti al sisma e alla fiamma grazie alle proprietà meccaniche del legno e al comportamento dell’elemento costruttivo.

Lo spessore delle pareti non supera i 10 cm, anche se nella divisione interna di alcuni ambienti, come, ad esempio, le aree polifunzionali dei servizi, è stato necessario accoppiare due pannelli con interposto elemento elastico che agisse come giunto di dilatazione strutturale.

Lungo la galleria espositiva, è stato necessario definire degli irrigidimenti verticali a supporto delle travi di legno lamellare in copertura, realizzando perciò una struttura a portali ripetuti che collaborasse con l’elemento di parete e consentisse una libertà straordinaria nell’utilizzo dell’ambiente, che si presenta con una pianta completamente libera.

La resistenza sismica dell’elemento strutturale è garantita dalla leggerezza del materiale (densità di circa 500 kg/mc) e dalla geometria degli elementi portanti che permettono di distribuire i carichi evitando sollecitazioni puntuali. 

Interno della sala contrattazioni.

Legno e resistenza al fuoco

La struttura in legno è l’unica che brucia ma resiste al fuoco. La resistenza alla fiamma è subordinata sia dalle proprietà del legno, che carbonizza all’esterno mantenendo più a lungo le prestazioni strutturali richieste anche in caso in incendio, sia dalla disposizione ortogonale delle fibre, che ostacolano la propagazione della fiamma da un lato all’altro dell’elemento.

Per consentire il raggiungimento di standard Rei con gli elementi strutturali a vista sono state aumentate le sezioni del legno di 4 cm in quanto la perdita di efficienza strutturale dipende dalla riduzione della sezione e non dal decadimento delle caratteristiche meccaniche, tipica delle strutture in acciaio e cemento armato.

La posa, il cui metodo è standardizzato, ha seguito il seguente iter: sollevamento in quota dei pannelli portanti di parete in X-Lam e posizionamento in corrispondenza del tracciato dei cordoli in cemento armato rialzati.

La connessione dell’elemento strutturale ligneo alla fondazione avviene per mezzo di piastre metalliche angolari ancorate con barre filettate e tasselli chimici nei punti di maggior sforzo meccanico. Tali elementi, denominati Hold Down, permettono di evitare il rischio di ribaltamento della parete di fronte a carichi orizzontali quali vento e sisma.

Il rischio di scorrimento del pannello rispetto alla fondazione viene annullato con l’utilizzo di piastre resistenti al taglio, denominate Titan, che vengono ancorate al legno e al cemento con la medesima tipologia di connessione degli Hold Down. Il collegamento tra le varie pareti è stato realizzato attraverso l’utilizzo di viti autofilettate incrociate poste in corrispondenza dell’attacco tra i due elementi.

Sostenibilità dell’involucro

L’attenzione nei confronti della realizzazione di una struttura che sia tanto efficiente quanto sostenibile non può trascurare altrettanti accorgimenti relativi agli altri elementi costituenti l’involucro edilizio.

La lana di roccia ad elevata densità (90 kg/mc) che costituisce i 10 cm di isolamento delle pareti esterne e i 20 cm di coibentazione in copertura garantiscono una trasmittanza media dell’edificio estremamente ridotta, che non supera gli 0,19 W/mqK.

La lana di roccia è un materiale sostenibile in quanto derivante al 97% da minerali naturali, resistente a temperature fino ai 1000° e adattabile alle superfici in modo da ridurre al minimo disfunzioni legate ad una scorretta posa. Il sistema involucro realizzato è costituito per la maggior parte da facciate ventilate per consentire maggiore traspirabilità dei materiali e un elevato comfort termico interno.

Le pareti divisorie non strutturali e le contropareti sono costituite da strutture metalliche con isolante interposto e chiuse da doppia lastra di cartongesso per ciascun lato. Si definisce in questo modo un sistema “molla-massa” capace di assorbire la potenza sonora generata all’interno dello spazio stesso, trasmessa dagli ambienti adiacenti o proveniente dall’esterno.

La porosità del materiale isolante collabora all’efficacia dell’abbattimento acustico. Verso il terreno, pannelli ad alta rigidezza e impermeabilità in xps, collocati al di sopra del getto di completamento del vespaio areato, contribuiscono al contenimento delle dispersioni energetiche.

Gli elementi prefabbricati per la ventilazione del solaio permettono di risolvere problemi di risalita di umidità grazie al distacco che creano tra i sottofondi e il magrone di fondazione. Particolare attenzione è stata posta alla scelta dei serramenti.

Essendo gli elementi vetrati parte rilevante del progetto che attribuisce, in questo caso specifico, molto carattere al disegno architettonico, è stato fondamentale utilizzare un prodotto efficiente dal punto di vista energetico, che garantisse una continuità della coibentazione riducendo al minimo ponti termici lineari o puntuali, soprattutto in corrispondenza dei giunti.

Il telaio in alluminio preverniciato con taglio termico, i giunti con guarnizioni Epdm e la doppia lastra con gas argon interposto, sono tutti elementi che permettono di garantire un notevole contenimento delle dispersioni evitando la formazione di spigoli e/o superfici di discontinuità dell’isolamento che genererebbero ponti termici dannosi per il comfort igrotermico all’interno dell’edificio.

Impianti e sostenibilità ambientale-economica

Le scelte impiantistiche adottate rappresentano un altro elemento caratterizzante dell’intervento, specialmente se lo si analizza in un’ottica di sostenibilità ambientale ed economica. Innanzitutto, l’utilizzo di 3 centrali termiche distinte permette di gestire autonomamente ciascuno dei tre volumi, evitando così possibili sprechi di energia causati dal riscaldamento di ambienti sottoutilizzati.

Ancora più interessante è la combinazione tra il sistema collegato alla rete di teleriscaldamento cittadina e la pompa di calore elettrica alimentata interamente dall’impianto fotovoltaico che produce 32,40kW di picco.

L’architettura di regolazione realizzata consente il massimo risparmio energetico, stante la possibilità di ridurre il consumo di energia nelle singole zone e nei singoli ambienti in funzione delle differenti condizioni di utilizzo degli spazi.

Si tratta di una semplice e diretta taratura delle temperature ambiente da parte dell’utenza: tale aspetto è fondamentale in funzione della tipologia di edificio trattato. È stato previsto un sistema di ventilazione meccanica controllata con recuperatore di calore in grado di preriscaldare l’aria fredda in entrata sfruttando la temperatura maggiore di quella in uscita.

In questo modo, vengono ridotte le dispersioni energetiche legate all’utilizzo dell’impianto. La produzione di acqua calda sanitaria avviene interamente all’interno delle tre centrali termiche collocate in corrispondenza del blocco servizi e locali tecnici/deposito di ciascuno dei volumi oggetto d’intervento di nuova costruzione, grazie all’ausilio di scambiatori di calore collegati alla rete di teleriscaldamento cittadina.

CHI HA FATTO COSA

  • Ubicazione
  • Piazza d’Italia, Carmagnola (To)
  • Committente
  • Comune di Carmagnola
  • Responsabile del procedimento
  • Geom. Simone Bosio
  • Progettazione
  • Rtp Settanta7 Studio Associato + Ansaldi Studio Ingegneri Associati
  • Impresa di costruzione
  • Gandelli Legnami srl
  • Responsabile della commessa
  • Silvio Riscaldino + Geom. Andrea Giordano

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