Confartigianato | Certificazione F-gas

Gas fluorurati: la contestazione di Confartigianato

Secondo la confederazione degli artigiani,  la certificazione F-gas rappresenta un altro «mostro» burocratico, che porterà costi e complicazioni per le imprese italiane. La richiesta è di avere norme «a misura d'Europa».

Il dpr 43 del 2012 disciplina il trattamento dei gas fluorurati ad effetto serra e costringe gli installatori di impianti e autoriparatori a svolgere una trafila di adempimenti per poter operare su apparecchiature di uso domestico e industriale contenenti i cosiddetti F-gas (pompe di calore, gruppi frigoriferi, condizionatori d’aria, lavatrici industriali, climatizzatori in abitazioni e su auto).Impianto F-gas

Confartigianato >> lancia l’ennesimo allarme: «siamo in presenza di un altro Sistri, un «mostro» burocratico inutilmente costoso per gli imprenditori» e spiega come il Ministero dell’Ambiente abbia recepito in maniera restrittiva e complessa le indicazioni di un regolamento europeo del 2006. Per poter lavorare, infatti, gli imprenditori devono iscriversi al Registro nazionale dei gas fluorurati al fine di ottenere il certificato che li abilita ad operare sugli impianti. Certificato che si consegue soltanto presentando un complicato «Piano di qualità» conforme alla norma tecnica Uni/Iso 10.005, da rinnovare ogni anno.
Inoltre, gli imprenditori devono presentare, ogni anno, al Ministero dell’Ambiente una dichiarazione con informazioni sulle emissioni in atmosfera di gas fluorurati relativi all’anno precedente. Confartigianato segnala che l’obbligo imposto in Italia di presentare il Piano qualità è un caso unico nell’Unione europea.

I costi. Agli imprenditori la certificazione, rilasciata da appositi organismi di certificazione, costa dai 2mila ai 3mila euro e ogni anno dev’essere rinnovata, con un altro onere che oscilla tra 500 e 800 euro. Costi e complicazioni che scoraggiano l’iscrizione al Registro nazionale gas serra: ad oggi sono certificate il 66% delle persone e il 29% delle imprese.
Ora dal Ministero dell’Ambiente è arrivata la minaccia di controlli e pesanti sanzioni agli operatori che, pur essendosi iscritti al registro, non hanno concluso l’iter di certificazione.

La contestazione. Confartigianato contesta al Ministero dell’Ambiente l’inutile e costosa complessità degli adempimenti e sollecita allo stesso Ministero e ad Accredia (l’ente italiano di accreditamento degli organismi di certificazione) modifiche per snellire gli adempimenti e tagliare i costi a carico delle aziende. L’occasione per correggere quanto imposto finora è offerta dal nuovo regolamento europeo n. 517/2014 sui gas fluorurati ad effetto serra, in vigore dal 1° gennaio, che ancora una volta ribadisce l’inutilità delle certificazioni aggiuntive previste in Italia.
Secondo Confartigianato, si tratta di riscrivere norme «a misura d’Europa», perché l’Ue non richiede la costosa burocrazia elaborata dai legislatori italiani, che non serve alle imprese, non garantisce migliori interventi, non riduce le emissioni di F-gas. Ma pare serva soltanto a «fare cassa» sulle spalle degli imprenditori.

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