World Gbc | Rapporto «Bringing embodied carbon upfront»

Edilizia: come azzerare le emissioni di CO2 incorporato entro il 2050

Il Rapporto «Bringing embodied carbon upfront» è stato realizzato da World Gbc con il supporto di 80 organizzazioni e descrive la nuova sfida da affrontare per portare gli edifici e il settore delle costruzioni verso un futuro a zero emissioni di carbonio incorporate. II rapporto propone un ambizioso obiettivo con due target, al 2030 e al 2050, per azzerare le emissioni Co2 e lancia le linee guida per accelerare l'azione immediata dell'intera filiera delle costruzioni.
Gbc | Rapporto «Bringing embodied carbon upfront» .

In occasione della decima edizione della World Green Building Week, il World Green Building Council ha presentato il nuovo rapporto «Bringing embodied carbon upfront» lanciando una nuova visione su come gli edifici e le infrastrutture in tutto il mondo possano contribuire a ridurre le emissioni globali di carbonio al 2050.

Edifici energivori

Gli edifici e il settore dell’edilizia sono responsabili del 39% di tutte le emissioni di Co2 nel mondo, con le emissioni di gestione (dall’energia utilizzata per riscaldare, raffreddare e illuminare gli edifici) che contano per il 28%. Il restante 11% proviene da emissioni di Co2 incorporate, o iniziali associate a materiali e processi di costruzione durante l’intero ciclo di vita dell’edificio.

Obiettivi: al 2030 e 2050

La visione proposta nel rapporto prevede specifici target al 2030 e al 2050:

  • entro il 2030, tutti i nuovi edifici, le infrastrutture  e le riqualificazioni emetteranno il 40% in meno di Co2 incorporata con riduzioni significative delle emissioni derivanti dai materiali e dalla fase di costruzione e tutti i nuovi edifici azzerino le emissioni di Co2 in fase d’uso;
  • entro il 2050, tutti i nuovi edifici, le infrastrutture  e le riqualificazioni azzereranno le emissioni di carbonio incorporate e tutti gli edifici, incluso il patrimonio edilizio esistente, azzereranno le emissioni di carbonio in fase d’uso.

Il rapporto Bringing embodied carbon upfront propone questo ambizioso obiettivo insieme alle linee guida per accelerare l’azione immediata dell’intera filiera delle costruzioni. Questa visione è sostenuta da rappresentanti di società di costruzioni e sviluppo immobiliare, istituzioni finanziarie, reti di città e governi, nonché da rappresentanti del settore del cemento, dell’acciaio, del legno e molti altri, tra cui: HeidelbergCement, Skanska, Stora Enso, Google e il governo finlandese.

Il rapporto si prefigge di affrontare la sfida delle emissioni di anidride carbonica incorporate con un linguaggio semplice e condiviso per impostare una definizione costruita sul consenso.

Emissioni Co2 incorporate

Le emissioni di Co2 incorporate sono state trascurate in passato ma, come dimostrato dalla nuova ricerca svolta dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc), raggiungere drastici tagli di tutte le emissioni di Co2 nel prossimo decennio è fondamentale per mantenere l’innalzamento della temperatura globale al di sotto di 1,5°C.

Affrontare le emissioni nella fase iniziale (pre-uso) degli edifici è quindi cruciale per combattere il cambiamento climatico, poiché si prevede che con le nuove costruzioni il patrimonio edilizio mondiale raddoppierà entro il 2060, causando un grave aumento delle emissioni.

Pertanto, il nuovo rapporto chiede un’azione coordinata da parte di tutto il settore per cambiare drasticamente il modo in cui gli edifici sono progettati, costruiti, usati e decostruiti.

Accelerare la decoarbonizzazione

Il World Gbc presenta un chiaro percorso di azioni che designer, investitori, produttori, governo, Ong e ricercatori lungo l’intera filiera possono intraprendere per accelerare la decarbonizzazione, affrontare le attuali barriere del mercato e sviluppare soluzioni alternative a basse emissioni di Co2.

Tuttavia, il rapporto avverte che il cambiamento non avverrà a meno che non vi sia un reale cambiamento nel modo in cui l’industria lavora insieme per consentire una trasformazione del mercato.

Occorrono nuove leggi

La transizione verso standard a emissioni nette pari a zero di Co2 richiede un’azione immediata per ottenere maggiore consapevolezza, innovazione, migliori processi per calcolare, tenere traccia e comunicare la Co2 incorporata.

Servono obiettivi di riduzione volontaria dall’industria e l’introduzione di nuove leggi a livello locale, nazionale e regionale. Sono inoltre necessari approcci quali la massimizzazione dell’uso delle risorse esistenti, la promozione della ristrutturazione anziché la demolizione e la ricerca di nuovi modelli commerciali circolari che riducano la dipendenza da materie prime ad alta intensità di Co2.

Per dare il via alla collaborazione intersettoriale, il World Gbc chiede lo sviluppo di nuove tabelle di marcia nazionali e settoriali, come quelle prodotte in Finlandia, Norvegia e Svezia, con un forte sostegno da parte dell’industria e dei responsabili politici.

Best practices

Il rapporto è supportato da casi studio tra le migliori pratiche esistenti in tutto il settore dell’edilizia, che dimostrano la fattibilità del raggiungimento di obiettivi a zero emissioni di Co2.

Le aziende coinvolte nella progettazione e nella consegna si sono già impegnate in ambiziose strategie di decarbonizzazione individuali o nazionali.

Skanska, un importante gruppo di sviluppo e costruzione svedese, sta facendo passi da gigante per consentire ai progetti di essere valutati per gli impatti del ciclo di vita completo.

Il gruppo Heidelberg Cement, socio di Gbc Italia, è tra i soggetti fornitori di materiali che hanno risposto alla call to action definendo l’obiettivo di produrre cemento a emissioni zero entro il 2050 e di ridurre al 2030 l’impronta di carbonio dell’azienda del 30% rispetto ai valori del 1990 attraverso una strategia certificata.

Le città hanno anche contribuito a promuovere innovazioni e nuovi approcci. Oslo, in Norvegia, si impegna in cantieri alimentati solo da energie rinnovabili. Vancouver, in Canada, ha imposto che la Co2 incorporata venga ridotta del 40% nei nuovi edifici entro il 2030, come parte della sua risposta alle emergenze climatiche, dimostrando il tipo di quadri normativi che possono guidare il cambiamento del mercato.

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