Collegio Costruttori Edili di Torino | Previsioni per il 2013

Generare sul territorio effetti immediati di sviluppo

La crisi ha congelato il settore, le imprese si stanno contraendo per numero e dimensione, sempre meno prevedono possibili sviluppi e la spinta di speranza che le ha sostenute fino ad oggi si sta esaurendo.

Mentre è in preparazione il ricorso alla Corte Costituzionale sull’illegittimità dell’Imu sull’invenduto, i costruttori subiscono una tassazione 10 volte superiore sugli edifici ad affitto concordato rispetto all’Ici. I dati del 2013 non prevedono miglioramenti e sul fronte occupazionale il 60% delle imprese dichiara una riduzione degli organici.

Alessandro Cherio
presidente costruttori provincia di Torino.

La crisi ha congelato il settore, le imprese si stanno contraendo per numero e dimensione, sempre meno prevedono possibili sviluppi e la spinta di speranza che le ha sostenute fino ad oggi si sta esaurendo. Molteplici sono le ragioni di questo tracollo: le difficoltà nell’accesso al credito, sia per le imprese di costruzione sia per i loro clienti, in particolare per le famiglie, che non riescono più ad ottenere il mutuo per la casa. Decenni di finanza pubblica fuori controllo, che hanno portato alla crisi del debito pubblico; una fiscalità assurdamente punitiva e una normativa intricata e contraddittoria che allunga i tempi dell’investimento immobiliare e ne incrementa l’incertezza. L’Ance, sia a livello locale sia nazionale, da tempo propone azioni coraggiose che consentano di poter tornare a contribuire allo sviluppo e alla crescita: è forse il momento di ascoltare anche le imprese”.

Così Alessandro Cherio, presidente del Collegio Costruttori di Torino presentando i dati del settore nel 2012 e le previsioni per il 2013 rilevate dall’indagine sulle aziende associate.  In forte calo nel comparto edilizio sono i lavori pubblici: i bandi pubblicati nel 2012 sono stati pari a 343 milioni di euro, proseguendo un trend in continua riduzione, ben oltre il 40% rispetto al 2009. 

Anche il mercato dell’edilizia privata si sta fermando: a Torino e provincia l’edilizia privata vede una tenuta dei prezzi a fronte di una contrazione dell’offerta. Le transazioni sono state meno di 5.000 nel secondo semestre 2012, quasi il 20% in meno rispetto allo stesso periodo del 2011, e il dato sui permessi di costruire mostra una riduzione su base annua del 36% della superficie utile.

Tutto questo ha comportato una forte crisi occupazionale. Nel 2012 le ore di cassa integrazione sono state 1.307.456, mentre quelle di cassa straordinaria sono state 1.284.065, aumentando rispettivamente del 28% e 1.728% rispetto al 2009. Complessivamente l’anno scorso sono state 2.591.521 le ore di cassa, con un incremento del 138% dal 2009 al 2012.

Crisi accentuata dai tempi di pagamento della pubblica amministrazione che hanno raggiunto punte massime di 24 mesi e una media di 8 mesi di ritardo.
A questo proposito il Collegio evidenzia come con l’introduzione dell’Imu, che ha portato l’aliquota dall’1 per mille al 5,75 per mille, e con la revisione del 60% delle rendite catastali, le aziende edili torinesi subiscano una tassazione di quasi 10 volte superiore sugli edifici ad affitto concordato rispetto a quanto accadeva con l’Ici.
Per fare solo un esempio – prosegue Cherio – se un costruttore pagava 1.000 euro di Ici, oggi paga 9.200 euro di Imu”. A questa situazione si aggiunge la pressione fiscale sull’invenduto: “abbiamo calcolato che l’Imu pagata dalle nostre imprese sugli immobili non venduti supera i 10 milioni di euro, denaro sottratto alle imprese in difficoltà e che solo in minima parte resta sul territorio. Per questo a livello nazionale stiamo promuovendo un ricorso alla Corte Costituzionale sull’illegittimità dell’Imu applicata al magazzino d’impresa”.

Le prospettive per l’anno in corso. Fino a giugno non si prevedono miglioramenti: nessuna impresa ha intenzione di assumere e il 60% delle aziende intervistate pronostica una riduzione di occupazione (era il 30% nel primo semestre dello scorso anno), il 65% si attende una riduzione di fatturato (contro il 43% del primo semestre 2012), oltre il 70% non intende investire e i mesi di lavoro assicurati sono in media 10 per i lavori privati (contro i 13 del I semestre 2012) e 5 per i lavori pubblici.

Per quanto concerne le iniziative che i costruttori di Torino auspicano siano adottate, Cherio ha ricordato quelle a immediato impatto locale, a cominciare dall’abolizione dell’Imu sul magazzino d’impresa facendo poi riferimento alla riattivazione del circuito del credito se si coinvolgessero investitori come la Cassa Depositi e Prestiti, i Fondi Pensione e le finanziarie regionali nell’acquisto di obbligazioni a media e lunga scadenza emesse dalle banche per finanziare mutui fondiari.
Ricordando l’effetto positivo che potrebbe avere un allentamento del patto di stabilità interno sugli investimenti, oltre all’immediato pagamento dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della pubblica amministrazione. Infine i costruttori auspicano che si avvii quanto prima il piano d’intervento sul dissesto idrogeologico, nonché delle manutenzioni e riqualificazioni essenziali, a cominciare da quelle relative agli edifici scolastici.

Collegio Costruttori della provincia di Torino
Da oltre sessant’anni promuove lo sviluppo e il progresso dell’industria edile e la qualificazione tecnico-professionale delle imprese del settore, tutelandone anche i legittimi interessi. Dal ruolo di natura essenzialmente sindacale il Collegio ha nel tempo gradualmente ampliato le sue funzioni, e dispone oggi di un team di esperti in grado di venire incontro alle sempre più estese e complesse necessità dell’impresa edile, inclusi lo studio ed elaborazione di leggi e regolamenti, la promozione di provvedimenti che hanno ad oggetto l’attività urbanistica, l’edilizia e l’assetto del territorio e dell’ambiente, la consulenza in campo previdenziale, assicurativo, finanziario, tecnico, economico, amministrativo e tributario. L’associazione rappresenta in ambito provinciale oltre 400 imprese, con un volume di affari complessivo annuo superiore a 2 miliardi, e si è affermata come organismo autorevole, in grado di farsi efficacemente portatore delle istanze del settore nei confronti delle Autorità Pubbliche e degli enti, siano essi pubblici o privati, associazioni imprenditoriali o ordini professionali che, per qualsivoglia motivo, entrano in contatto con le imprese iscritte.

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