#DissestoItalia | Rischio idrogeologico

Genova: nuova allerta meteo, serve intervenire subito con azioni concrete di mitigazione del rischio idrogeologico

Oggi a Roma incontro degli Stati generali contro il dissesto idrogeologico con l’Unità di missione di Palazzo Chigi.

L’Italia è di nuovo in ginocchio per il maltempo e a Genova, dopo l’alluvione di inizio ottobre, in queste ore è di nuovo allerta meteo, mentre anche Carrara è in ginocchio e in molti comuni del centro nord le scuole rimarranno chiuse.Alluvione Genova

«Bisogna agire subito!» sostengono le associazioni di categoria professionali e, in vista degli Stati generali contro il dissesto idrogeologico convocati oggi a Roma dall’Unità di missione di Palazzo Chigi Italia Sicura, Ance, Architetti, Geologi e Legambiente tornano con #DissestoItalia, l’inchiesta multimediale sul dissesto idrogeologico realizzata dai giornalisti indipendenti di Next New Media, nei luoghi colpiti dagli ultimi eventi con proposte, approfondimenti e interviste sul sito dedicato >> nella sezione Italia Ferita.

Convivenza con l’insicurezza. A Genova un abitante su sei vive o lavora in zone alluvionabili e, di fatto, la popolazione convive con il rischio idrogeologico in una situazione di perenne insicurezza. Per proteggere la popolazione serve un programma di manutenzione del territorio e di prevenzione del rischio che fornisca strumenti concreti, fondi per renderli operativi oltre a un’efficace azione di informazione e formazione dei cittadini sulla «convivenza con il rischio», per sapere cosa fare in caso di frane o alluvioni.

Aumentare la capacità di esondazione. «A Genova è necessario far partire una concreta politica di mitigazione del rischio mettendo in campo anche misure di adattamento agli evidenti effetti dei cambiamenti climatici. Sbloccare le risorse e far partire gli interventi è il punto di partenza. Oggi per mettere in sicurezza la città occorre mettere in campo soprattutto azioni per la manutenzione del territorio e la riqualificazione dei corsi d’acqua, intervenire sui sistemi di drenaggio delle acque meteoriche, aumentando la capacità di esondazione dei corsi d’acqua e di permeabilità dei suoli urbani, o delocalizzare quelle strutture che oggi causano le condizioni di rischio. I comuni però stanno subendo una crisi finanziaria senza precedenti e la regione ha a disposizione pochi fondi per attuare una gestione ordinaria del territorio per la prevenzione del rischio. Così a Genova, ancora una volta, l’acqua rischia di riprendersi gli spazi che le sono stati sottratti dal cemento e dall’incuria».

Tre emendamenti per il sostegno ai comuni. Intanto, sono già stati depositati alla Camera dei deputati tre emendamenti alla legge di stabilità 2015 firmati da alcuni deputati liguri del Pd e sottoscritti da alcuni parlamentari genovesi di Sel, finalizzati al sostegno dei comuni colpiti dall’alluvione che si trovano ad affrontare situazioni di emergenza. L’obiettivo è quello di reperire fondi.
Come spiega il primo firmatario dell’emendamento, Luca Pastorino, «il primo emendamento prevede di istituire un fondo da 398 milioni di euro da distribuire ai municipi per i quali sia stato dichiarato lo stato di calamità. In questo modo si prova a colmare una lacuna evidente nel testo della normativa che attualmente non prevede risorse di alcun genere a favore dei territori alluvionati».
L’intenzione è che i finanziamenti siano distribuiti in misura proporzionale ai danni subiti e alle necessità di interventi di ricostruzione e messa in sicurezza di aree a rischio.
Gli altri due emendamenti rappresentano misure di buon senso tecnico: il secondo emendamento, infatti, permetterebbe ai comuni di spendere al di fuori dei vincoli del patto di stabilità gli eventuali avanzi di amministrazione 2013-2012 per somme di urgenze e contrasto del rischio idrogeologico. Il terzo emendamento esenterebbe gli enti locali dal versamento di contributi del Fondo di solidarietà nazionale.

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