Dibattiti | Sulla rigenerazione urbana

Gli appuntamenti di Vitruvio 4.0: la città nuova e del riuso

La città è la soluzione. È la frase con cui Jaime Lerner, il leggendario sindaco di Curitiba ama concludere le sue conferenze; parafrasando verrebbe da dire, in questo scenario articolato e complesso che abbiamo davanti, “le costruzioni non sono il problema, sono la soluzione”.
Vitruvio 4.0 | Nuovi modi dell’abitare | Futuro delle periferie | Ecologia e innovazione urbana | Riuso della città | Verde urbano e metropolitano

Vitruvio 4.0 è un progetto nato dalla collaborazione tra Mitsubishi Electric e Leopoldo Freyrie, architetto, presidente della Fondazione RIUSO per la rigenerazione urbana e membro del comitato scientifico di Legambiente.

Si tratta di un primo ciclo di cinque convegni tra Milano e Roma per interrogarsi sui processi di rigenerazione urbana in ottica sostenibile, incontrando alcuni dei principali protagonisti che, in diversi settori, stanno disegnando le città del futuro (architetti, committenti, amministratori, real estate…). Si vuole fare un viaggio alla scoperta dell’evoluzione della “utilitas” vitruviana, cercando i volti delle nuove città.

La rigenerazione urbana è tema di dibattito a 360 gradi che comprende: il recupero degli spazi abbandonati dai processi produttivi e la restituzione di nuova qualità territoriale, economica e sociale a quartieri degradati e risponde perfettamente al concetto di città sostenibile, riducendo gli impatti ambientali insiti nel costruito.

Nelle complesse dinamiche che caratterizzano i processi di rigenerazione urbana, questo progetto dedica una particolare attenzione alle questioni ambiente, sicurezza, normative e al risparmio energetico, vero “fil rouge” del ciclo d’incontri.

Mitsubishi Electric da sempre lavora per sviluppare la cultura della sostenibilità, basti pensare al motto del Gruppo “Changes for the Better“, che traduce da 90 anni l’impegno nello sviluppo delle tecnologie più innovative per migliorare la vita quotidiana nell’ambiente costruito.

Nuovi modi di abitare, tema della prima tappa milanese

Nuovi modi dell’abitare è stato il tema che ha inaugurato il ciclo di incontri “Vitruvio 4.0” per osservare che i tradizionali spazi domestici sono ormai dedicati a esigenze specifiche di vita, si pensi ai co-housing, ai silver co-housing, agli studentati o alle residenze per i parenti delle lunghe degenze ospedaliere.

Anche le esigenze temporali sono un fattore determinante, con affitti brevi o brevissimi, case temporanee, alloggi per turisti che stanno cambiando modelli e scenari del settore. Mutano anche gli spazi del lavoro: dai co-working ai laboratori 4.0, ovvero gli incubatori d’impresa o luoghi dove vita privata e lavorativa convivono.

Lo spazio pubblico e commerciale sta progressivamente assumendo il ruolo antico di socializzazione, e in questo contesto, non a caso, cresce la domanda di “luoghi per i servizi”, dal wellness al bio.

Dibattito | Prima tappa milanese.

Nel dialogo sui Nuovi modi dell’abitare ci si è interrogati su cosa sta cambiando, sui possibili scenari e soprattutto su come progettare il presente e il futuro prossimo, con il contributo di autorevoli interlocutori che lo indagano da osservatori differenti. Gli interlocutori del dibattito sono stati: Mario Abis, sociologo, professore all’Università Iulm di Milano, partner di Rsm; Lorenzo Bellicini, direttore di Cresme; Andrea Lacalamita, co-fondatore di Homepal.

Stralci d’opinione

Abitare. Dagli spazi residenziali a quelli pubblici, dalle case nella casa ai diversi contesti pubblici – stazioni, centri commerciali, infrastrutture, luoghi della cultura e del tempo libero – i processi di frammentazione della società, fra mobilità e convergenza e nel quadro delle trasformazioni metropolitane delineano identità e bisogni abitativa multipli. Nello stesso tempo, il bisogno di “abitare”, per qualità funzionale, estetica e ambientale cresce in contemporanea con l’indebolirsi del valore sintetico simbolico e unitario della casa.

La città è la soluzione. È la frase con cui Jaime Lerner, il leggendario sindaco di Curitiba ama concludere le sue conferenze; parafrasando verrebbe da dire, in questo scenario articolato e complesso che abbiamo davanti, “le costruzioni non sono il problema, sono la soluzione”. Le costruzioni sono la soluzione se si trasfigurano, se auto-progettano e auto-costruiscono la metamorfosi; se aumentano la produttività, se riducono il costo dell’errore, se si trasformano da filiera competitiva in filiera collaborativa. Sia il tema ambientale sia quello digitale impattano con i luoghi in cui viviamo e lavoriamo, con i luoghi e i mezzi attraverso i quali ci spostiamo. Il cambiamento impatta con il prodotto delle costruzioni: l’insediamento, le infrastrutture. Solo che questo insediamento sta diventando, deve diventare qualcosa di diverso: impianto, servizio, rete, sicurezza, sostenibile, portatore di qualità. E se ciò che cambia è il prodotto delle costruzioni, le costruzioni devono essere in prima fila nel cambiamento. Paradossalmente guidarlo, ma per farlo non possono più essere le stesse. Serve un vero salto culturale, serve un “movement for change”.

Immobiliare. La frequenza di compravendita delle abitazioni in un Paese contribuisce alla velocità di cambiamento delle città. Un ricambio elevato testimonia un ricambio di persone, di abitudini, di innesti diversi. A Milano si vende quasi il 5% del totale degli immobili ogni anno, a Roma il 3,2%, in altri paesi si arriva fino al 9%. Le barriere di questo ricambio sono molteplici, dall’assenza di standard al costo dell’intermediazione, che arriva fino al 7% del valore dell’immobile, pari a quasi 4 miliardi di euro di costo in Italia. Homepal, piattaforma immobiliare peer to peer, dove i clienti possono vendere, acquistare e affittare le loro case – nasce per semplificare, velocizzare e rendere più economico questo processo, con l’obiettivo di contribuire al dinamismo del Paese.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here