Sostenibilità

La decarbonizzazione delle costruzioni ha la sua roadmap italiana

È toccato al Green Building Council Italia, in collaborazione con gli omologhi europei, il compito di definire tempi e modi per arrivare puntuali agli appuntamenti europei del 2030 e 2050. Un documento di oltre 40 pagine fissa gli impegni della filiera delle costruzioni e dell’ambiente costruito.
Alcuni dei 18 Ambassador coinvolti nella fase di diffusione della Roadmap; a destra, il presidente di Gbc Italia Marco Mari.

Una tabella di marcia, la prima per il nostro Paese, per arrivare pronti agli appuntamenti internazionali ed europei di decarbonizzazione dell’ambiente costruito. Ci sono voluti due anni di lavoro, ma alla fine la filiale italiana del Green Building Council, ovvero la community internazionale per l’edilizia e l’immobiliare sostenibile, ha centrato l’obiettivo.

La copertina della Roadmap pubblicata da Green Building Council Italia.

La Roadmap italiana per raggiungere gli obiettivi climatici al 2050 – documento dal titolo Decarbonizzare il ciclo di vita dell’ambiente costruito – è stata infatti presentata a Roma qualche giorno prima di Natale. Non si è trattato di un’elaborazione ristretta agli ambienti di Gbc Italia, ma il frutto dell’ascolto e del contributo di più di 200 stakeholder della filiera: un percorso aperto, inclusivo, a scala nazionale e coordinato con altri dieci Paesi europei.

Obiettivi, tappe e stakeholder coinvolti

Nelle oltre 40 pagine del documento finale sono indicati gli obiettivi da raggiungere nell’arco temporale tra il 2025 e il 2050, con tappe fissate al termine dei decenni intermedi. Lì si trovano indicate le sei categorie di soggetti da coinvolgere:

  • pubbliche amministrazioni;
  • sviluppatori immobiliari;
  • professionisti e imprese di costruzioni;
  • produttori di materiali, componenti e impianti;
  • società di servizi e reti energetiche; finanza privata.

Vengono poi individuate le tre macroaree d’intervento prioritarie:

  • decarbonizzazione degli edifici;
  • circolarità del settore delle costruzioni;
  • qualità e resilienza delle città;
  • ulteriori azioni per la salubrità, la resilienza dell’ambiente costruito e la valenza storico-testimoniale di molti edifici italiani.
Gli obiettivi da mettere in campo e le soglie temporali di riferimento di una delle tre macroaree.
Gli obiettivi da mettere in campo e le soglie temporali di riferimento di una delle tre macroaree.

In estrema sintesi, il documento di Gbc Italia, per ciascuna delle tre macroaree individuate, prevede obiettivi specifici al 2025, 2030, 2040 e 2050 (in totale si stratta di 24 obiettivi). Per le differenti categorie di stakeholder sono previste specifiche azioni, suddivise temporalmente (dal 2025 al 2050), per area e per singoli obiettivi (in totale si contano 117 azioni).

Esempio di obiettivi e azioni da attuare per una delle sei categorie dei soggetti da coinvolgere.

Advisory board e otto Ambassador

Si è trattato di un lavoro che ha scelto un approccio globale, non settoriale, non limitato a singoli temi, come quelli dell’efficienza energetica o dell’apporto delle rinnovabili. Dal punto di vista organizzativo la Roadmap si è basata sul lavoro di un Advisory Board – un organo consultivo formato da attori di dieci Paesi europei che hanno guidato lo sviluppo del documento e svolto tre round di revisione degli obiettivi e delle azioni previste, cui hanno partecipato otto soci dell’associazione italiana – e, per le attività di comunicazione e diffusione, di una serie di esperti -18 Ambassador – rappresentativi di diverse categorie di stakeholder.

Il progetto BuildingLife

Un lavoro di questa portata non poteva non reggersi su finanziamenti ad hoc. Le attività legate alla redazione della Roadmap sono state infatti sostenute dalle risorse del progetto BuildingLife, proposto dalla rete europea di World Building Council e finanziato dalle fondazioni Ikea e Laudes e sviluppato in sinergia da dieci Gbc europei.

In contemporanea alla presentazione romana, in altri nove stati europei sono stati resi pubblici, a cura dei rispettivi Green Building Council, gli esiti degli analoghi progetti. Grazie ai risultati le due fondazioni finanziatrici hanno confermato la volontà di sostenere anche le attività della seconda fase, che verranno svolte nel prossimo triennio.

Decarbonizzazione e sostenibilità: un binomio indissolubile

Marco Mari, presidente di Green Building Council Italia.

È la tesi di fondo del presidente di Gbc Italia, Marco Mari, proposta in occasione della presentazione a Roma della Roadmap nazionale. A Roma, il 15 dicembre scorso, alla presentazione di Gbc Italia della Roadmap era presente gran parte della comunità nazionale e internazionale che si occupa di sostenibilità.

Un evento organizzato per dimostrare che anche nel nostro Paese la trasformazione del mercato è possibile e che l’ambiente costruito può e deve essere componente centrale della soluzione alla crisi climatica.

Interessante l’approccio che il Green Building Council ha sposato nella sua lunga elaborazione durata un paio di anni. Una tesi – illustrata dal presidente Marco Mari – secondo la quale decarbonizzazione e trasformazione sostenibile dell’edilizia rappresentano un binomio indissolubile.

Nei processi di decarbonizzazione – ha detto Mari – occorre tener conto che si agisce su sistemi complessi, quali sono gli edifici, e che occorre assumere un approccio che contempli tutte le variabili.

Per Gbc Italia, in coerenza con l’approccio europeo denominato Dnsh, Do Not Significant Harm, non si può insomma agire su un solo versante, ma occorre avere un approccio sistemico, olistico; un atteggiamento sposato anche dalla finanza internazionale, che riconosce negli indicatori Esg (legati all’ambiente, al sociale e alla governance) l’importanza di strumenti come i protocolli energetico-ambientali rating system.

Nella tabella di marcia messa a punto dai dieci Gbc europei la strada seguita è di tipo prestazionale, non prescrittiva: un modus operandi necessario a stimolare l’innovazione e permettere agli attori di mercato di scegliere l’insieme di soluzioni che consentano di perseguire il migliore risultato.

Un approccio che mette al centro la qualità del progetto e permette di raggiungere la sostenibilità dell’ambiente costruito. Gli obiettivi della Roadmap fanno quindi riferimento alle prestazioni e al ciclo di vita: starà a chi progetta ottenere la giusta alchimia tra tecnologia, tecnica, materiali, componenti e soluzioni impiantistiche.

Competerà poi alle imprese che realizzeranno le opere seguire quanto previsto in fase progettuale e impegnarsi nell’implementare processi di minore impatto, anche in fase di cantiere.

Le nuove parole della zero carbon

Ogni stagione ha i suoi vocaboli e le sue sigle. Anche questa fase, quella del superamento dell’era del carbone nelle costruzioni, possiede le sue definizioni. Nella Roadmap di Gbc Italia si trovano cinque neologismi, che è bene imparare e riconoscere.

Whole Life Carbon (Wlc). La contabilizzazione (termine mutuato dall’inglese Accounting) delle emissioni di CO2 equivalenti nel ciclo di vita di un manufatto conduce a una valutazione definita Whole Life Carbon Assessment. Si tratta di un bilancio di carbonio che considera sia le emissioni associate all’uso di un edificio (Operational Carbon), determinate in funzione dei fabbisogni energetici per la climatizzazione, l’illuminazione e l’acqua calda sanitaria, sia le emissioni di Embodied Carbon.

Embodied Carbon (Ec). L’EC o carbonio incorporato è un indicatore che contabilizza l’anidride carbonica equivalente (CO2 equivalente): 1) rilasciata; 2) stoccata; 3) rimossa; 4) compensata durante una o più fasi del ciclo di vita di un determinato bene, sia esso un prodotto o un manufatto edilizio.

Operational Carbon (Oc). L’Operational Carbon o carbonio operativo è un indicatore che contabilizza le emissioni di anidride carbonica equivalente in fase d’uso, rilasciate per il funzionamento di un manufatto edilizio e normalizzate rispetto a un’unità di misura (detta anche funzionale) appropriata. Per Oc si intende altresì la contabilizzazione delle emissioni di CO2 equivalente associate al consumo di energia per azionare gli impianti o le attrezzature a servizio del manufatto edilizio (riscaldamento e raffrescamento, illuminazione, ventilazione, elettrodomestici…). L’Oc dev’essere contabilizzata separatamente rispetto all’Embodied Carbon (Ec). L’unità di misura è il Kg/CO2 equivalente.

Circular Economy. Modello economico di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti: estendendone quindi il ciclo di vita e riducendo al minimo la produzione di rifiuti. In merito alla contabilizzazione dell’Embodied Carbon, la Circular Economy è finalizzata a quantificare e valutare i potenziali benefici o gli eventuali impatti ambientali associati ai processi di reimpiego e/o riciclaggio dei rifiuti e al recupero energetico della componente di Feedstock. La Circular Economy di un manufatto edilizio è valutata nella fase D – Oltre il ciclo di vita – ed è contabilizzata separatamente rispetto alle restanti fasi del ciclo di vita.

Resilienza della città. La resilienza della città riflette la capacità complessiva di una città (individui, comunità, istituzioni, imprese e sistemi) di sopravvivere, adattarsi e prosperare indipendentemente da quali tipi di stress cronici o shock acuti a cui sono sottoposti (testo tratto da Decarbonizzare il ciclo di vita dell’ambiente costruito; progetto Building Life; Gbc Italia).

Caso Studio 1 | Il sistema di teleriscaldamento di Brescia

Il sistema di teleriscaldamento di Brescia risale al 1970 e fornisce il 70% circa della domanda di calore in città. Il sistema è gestito dal Gruppo A2A, che attua una gestione integrata dei vettori energetici urbani, attraverso un mix produttivo che diversifica le fonti, privilegiando il recupero energetico da fonti di scarto.

Diverse sono le azioni intraprese al fine di attuare la decarbonizzazione: l’abbandono del carbone, la realizzazione di accumuli termici di grandi dimensioni per gestire i picchi della domanda e ottimizzare l’approvvigionamento energetico, l’installazione di un impianto fotovoltaico a servizio degli ausiliari del teleriscaldamento, il recupero energetico di cascami industriali e dall’esistente impianto di termovalorizzazione dei rifiuti, recuperando anche il calore latente dei fumi.

A2A si è inoltre occupata di ricerca nell’ambito delle reti a bassa temperatura. Il percorso di decarbonizzazione consente di ottenere un sistema energetico di avanguardia, innovativo, efficiente che permette l’interazione e la sinergia fra i diversi vettori energetici della città, il dialogo fra i diversi settori, migliorando l’efficienza complessiva del sistema energetico, non praticabile in assenza di un sistema di teleriscaldamento in grado di andare a intercettare le fonti di calore disponibili sul territorio. (contributo di Alessandro Gnatta, responsabile ingegneria impianti teleriscaldamento di A2A, pubblicato dalla Roadmap di GBC Italia)

Caso Studio 2 | Milano, il caso virtuoso di Pirelli 35

L’intervento di recupero del complesso di via Pirelli 35 a Milano, progettato da Park Associati e Snøhetta per Coima Sgr, prevede la fusione tra architettura, paesaggio e progettazione urbana, con la creazione di un edificio caratterizzato da due volumi architettonici che si intrecciano e formano una corte interna accessibile al pubblico.

L’intervento di Coima di via Pirelli 35 a Milano; progetto Park Associati e Snøhetta (credits, Park Associati).

L’intervento intende raggiungere consumi energetici ridottissimi e allo stesso tempo un impatto ambientale significativamente ridotto, grazie al riutilizzo delle strutture in calcestruzzo esistenti e all’implementazione di una serie di misure specificamente studiate: l’involucro progettato per assicurare il corretto controllo dell’apporto solare riducendo i carichi estivi, massimizzando gli apporti invernali, e garantendo l’ingresso di luce naturale; l’uso di sensori per il controllo degli apparecchi illuminanti; l’impianto di climatizzazione a geotermia aperta con terminali radianti ad alta temperatura (travi fredde); l’impianto fotovoltaico in copertura in grado di coprire una quota importante del fabbisogno energetico complessivo dell’edificio.

L’intervento di Coima di via Pirelli 35 a Milano; progetto Park Associati e Snøhetta (credits, Park Associati)

Gli aspetti innovativi introdotti hanno consentito all’immobile di raggiungere l’attestato di prestazione energetica A3-A4, la realizzazione di un edificio nZeb, un edificio allineato alla tassonomia europea “Sostanziale contributo alla mitigazione climatica”, la certificazione Leed Platinum, la certificazione Well Gold, la certificazione WiredScore Gold, consumi energetici totali simulati di circa 80 kWh/mq/anno (Scope 1, 2, 3), nessun uso di combustibili fossili, una produzione fotovoltaica di oltre 300.000 kWh/anno e zero emissioni (market-based) in considerazione della completa fornitura di energia da fonte rinnovabile. (contributo di Stefano Corbella, responsabile sostenibilità di Coima, pubblicato dalla Roadmap di Gbc Italia).

Caso Studio 3 | Mind, il distretto che punta alle emissioni zero

Il Milano Innovation District è un progetto di rigenerazione urbana sostenibile sviluppato da Lendlease: vuole essere un caso esemplare di distretto a zero emissioni di carbonio in tutte le fasi del ciclo di vita. Per raggiungere questo obiettivo è stato fondamentale da un lato lavorare insieme a tutta la supply chain, dall’altro prevedere il coinvolgimento dei tenants attuali e futuri.

Il masterplan di Mind di Mario Cucinella Architects (credits, MC A).

Una serie di innovazioni volte alla sostenibilità sono state implementate, tra cui l’utilizzo del 100% di energia rinnovabile (elettricità e caldo/freddo), l’adozione di un carbon budget per la progettazione, la conservazione di acqua e risorse, la minimizzazione della produzione di rifiuti sia durante le fasi costruttive che in fase operativa.

Gli edifici del West Gate di Mind (credits, Hero Image).

Sono state inoltre attuate scelte progettuali strategiche: benchmarking prestazionale di terza parte quali il Leed per tutti gli asset sia verticali che orizzontali, progettazione secondo il One Health principle, per facilitare la salute e il benessere di tutti, l’applicazione dei principi di progettazione circolare, l’uso di tecnologia digital twin, la progettazione per la Climate Resiliance. (contributo di Nadia Boschi, responsabile sostenibilità Italia ed Europa continentale di Lendlease, pubblicato dalla Roadmap di Gbc Italia).

Pietro Mezzi

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