Edilizia rurale | Cortesi Costruzioni

I complessi edilizi di Cascina Vione come riproposizione micro-urbanistica e ambientale della Bassa milanese

Il progetto elaborato dall’arch. Patrizio Cimino e i lavori su Cascina Vione, effettuati da Cortesi Costruzioni, hanno cercato di affrontare tutte le più ampie problematiche correlate al recupero di un bene architettonico come la conservazione, la trasmissione del patrimonio storico e la valorizzazione dei manufatti.

«Una delle specificità progettuali del recupero di Cascina Vione è consistita nella possibilità di rileggere e riorientare la prassi della programmazione – progettazione verticistica di interventi di questa natura: ovvero dalla volontà di costruzione collegiale del progetto attraverso il libero confronto tra tutti soggetti interessati e gerarchica, per le proprie competenze ognuno ha concorso al perfezionamento dell’idea base del progettista.

Cascina Vione | Cascina Vione com’era prima dell’intervento di recupero. Una sorta di piccolo borgo rurale attraversato da una via principale che si viene a creare tra l’ingresso sul e quello nord.
Cascina Vione | Cascina Vione com’era prima dell’intervento di recupero. Una sorta di piccolo borgo rurale attraversato da una via principale che si viene a creare tra l’ingresso sul e quello nord.

Questa rilettura della logica della programmazione/pianificazione/progettazione a cascata (che porta con sé la settorializzazione, che spesso sconfina nella frammentazione delle competenze e delle scelte) innerva la prassi che si va consolidando per gli interventi di riqualificazione urbana che ricomprendono anche il recupero architettonico-edilizio; soprattutto, nella realtà milanese-lombarda, in ragione della recente introduzione nell’apparato legislativo regionale del capitolo che regola la materia dei piani complessi.
La novità è quella della possibilità di incorporare, o almeno di non ignorare, gli aspetti della pianificazione e progettazione territoriale anche in un progetto di recupero circoscritto (in apparenza) a un solo nucleo edificato.
In altre parole di «governare» la costruzione generale della città e dell’ambiente-paesaggio urbano-rurale attraverso un singolo e unitario intervento. Il recupero non è quindi esclusivamente architettonico, ma è anche micro-urbanistico, ambientale, paesaggistico, funzionale, materico, in una logica di progettazione complessiva, non sommatoria ma per intersezioni delle scelte progettuali che vicendevolmente si influenzano.
Il sud Milano, la bassa milanese, è infatti uno dei più antichi ambiti di antropizzazione nel panorama dell’urbanesimo europeo (non solo italiano): all’alto medioevo risalgono infatti le documentate, e ancora evidenti, attività di trasformazione del suolo introdotte dalle pratiche agrarie dei monaci cistercensi, che attraverso lo sfruttamento razionale delle risorse naturali hanno progressivamente ridestinato le terre incolte a luogo di moderna produzione (poi, nel tempo, perfezionata con il processo di trasformazione tecnologica di gestione moderna delle pratiche agrarie).
L’intervento di recupero di Cascina Vione si colloca in questa logica strutturale, ri-trasformando per le rinnovate esigenze di convivenza materiale e civile un patrimonio che altrimenti sarebbe stato destinato all’inevitabile degrado».

Così l’arch. Patrizio Cimino illustrando le motivazioni dell’intervento effettuato su Cascina Vione, situata nel territorio del comune di Basiglio, posta sul lato sud-est del territorio comunale, luogo che costituisce un nucleo distinto dal tessuto urbano di Basiglio.
La Cascina si struttura lungo la strada storica Pieve Emanuele – Basiglio strada provinciale n. 122, mentre a sud è servita dalla strada comunale che conduce a Lacchiarella. Ancora oggi si può leggere il tracciato storico della strada che connetteva l’abitato alla Cascina Vione attraverso un filare di alberi.
Tra la strada e la Cascina il sistema delle rogge che si sviluppa sia sul lato nord, est e sud definisce maggiormente il confine tra il costruito della Cascina e lo spazio agricolo.
Inquadramento urbanistico. Il vecchio Piano regolatore generale di Basiglio (del 1984) inseriva la Cascina nella «zona speciale di salvaguardia storico ambientale di Cascina Vione», tale dizione è rimasta inalterata anche nel nuovo Pgt di Basiglio. La cascina è inserita nel Piano territoriale di coordinamento del Parco Agricolo Sud, approvato dalla giunta regionale con delibera n. VII/818 del 3 agosto 2000 che individua, tutelandola, la cascina come «Nucleo di grande valore storico monumentale», normato all’art. 38 del Piano.
Il nucleo di Cascina Vione viene dichiarato da parte del ministero dei Beni culturali, con decreto del 3 febbraio 1993 n. 29, d’interesse particolarmente importante ai sensi della legge 1 giugno 1939 n. 1089, e conseguentemente sottoposto a tutte le disposizioni di tutela contenute nella legge stessa.

Cascina Vione | Tipologia edilizia.
Cascina Vione | Tipologia edilizia.

Inquadramento generale. È la sensazione di agglomerato urbano quella che si percepisce entrando dall’ingresso sud di Cascina Vione: una sorta di piccolo borgo rurale attraversato da una via principale, che si viene a creare tra l’ingresso sud e quello nord, sulla quale si affacciano una serie di edifici diversi tra loro ma uniti da una disposizione che li fa dialogare; impressione accentuata dalla presenza inconfondibile della chiesetta e del suo campanile.
Altri «vicoli» (itinerari) secondari sfociano sulla via principale nascondendo corti o piazze verdi. Osservando attentamente da entrambi i lati, e guardando in lontananza il lato est libero da ogni intralcio, la visuale si apre fino alla fine della Cascina per poi incontrare la campagna circostante. Quelle che erano le facciate lavorate delle due stalle principali che si affacciano direttamente sulla via principale ora diventano lineari, una contrapposizione di pieni e di vuoti, zoccolature piene e sovrastanti spazi vuoti, che ne lasciano intravedere l’ossatura.
Con la loro struttura a pilastri e con i porticati molto profondi creano dei lunghi corridoi che portano alla campagna, la prospettiva dei pilastri indica la direzione (da est a ovest). Orientamento che invece sul lato ovest della cascina va da nord verso sud.
Qui predominano i pieni, ma la stessa regolarità data dal susseguirsi di aperture, nella maggior parte dei casi regolari e con tipologie molto simili tra loro se non uguali, determina un ritmo anche laddove le aperture sono state tamponate (l’ingombro della finestra rimane comunque visibile): lo stesso dei fabbricati che insistono sulla zona a est.
Anche i rivestimenti e le tipologie di intonaci indicano chiaramente la funzione che si svolgeva all’interno del fabbricato: la casa padronale che predomina in altezza sulle altre costruzioni è facilmente riconoscibile per la sua collocazione nello spazio, direttamente collegata con la chiesa ma divisa dal resto delle abitazioni da un ampio cortile frontale, e il giardino sul retro con una facciata adorna di fasce marcapiano.
Ai materiali più ricchi si antepongono quelli più poveri dei fabbricati prima destinati alla residenza dei salariati e poi quelli adibiti a depositi e stalle. È il caso del trebbiatoio che si vede silos improvvisato, contrariamente al silos vero e proprio con struttura in cemento armato (e con dimensioni tali da contenere un’innumerevole quantità di grano), tramite la costruzione di tre «contenitori», realizzati in lamiera metallica. Sono queste particolarità formali che il Piano di recupero si era prefissa di riraccontare in una nuova chiave fornendo le stesse sensazioni di una volta.
I diversi tipi di dissesto riscontrati e le rispettive cause di innesco:

situazioni di degrado degli elementi lignei determinate da attacco fungino o da insetti;
eccessive deformazioni e rotture localizzate degli elementi portanti;
spinta fuori piano sulle murature;
fenomeno di deterioramento dei giunti di allettamento in malta nelle zone basamentali degli edifici;
fenomeni di dissesto rilevati a livello dei solai legati a processi di degrado chimico-fisico per quanto riguarda le strutture lignee e    ad assestamenti delle strutture murarie d’appoggio per quanto riguarda i solai in putrelle e voltine;
degrado e deformazione degli elementi lignei;
diffuso problema di umidità sulle murature per risalita capillare;
fenomeni di dissesto legati all’apertura di quadri fessurativi sulle strutture murarie degli edifici e all’innesco di cinematismi nelle  stesse (rotazione dei paramenti perpendicolarmente al proprio piano o nel proprio piano a seguito dell’apertura di lesioni, rotazioni delle  colonne).
Interventi previsti. Proseguiamo con le fasi cantiere effettuate sugli edifici evidenziando gli elementi essenziali, nello specifico:
edificio 4, 10 e 10 b, soggetti a restauro e risanamento conservativo
edifici 15 e 17 soggetto a ristrutturazione senza aumento volumetrico.

IL CANTIERE TIPO

Taglio muro e umidità. Dopo la pulizia dell’involucro edilizio è stato attivato il metodo del cuci-scuci. La muratura perimetrale esistente è stata ricostituita: questo procedimento è consistito nel taglio del muro soggetto al fenomeno dell’umidità ascendente per inserimento del polistirene espanso estruso 35 kg/cm con pelle dalle proprietà impermeabilizzanti e traspiranti in modo tale che all’interno, tra i due muri non si possa creare condensa interstiziale.
Il taglio si rende necessario sui muri portanti (perimetrali e interni) che sorgono direttamente dalle fondamenta, poiché è proprio da queste che l’umidità viene distribuita verso l’alto per il fenomeno della capillarità. Si è proceduto poi con la muratura tipo Poroton in laterizio alleggerito per garantire portanza e isolamento termico. Il tutto è stato completato con intonaco su superficie interna ed esterna.
Solaio su vespaio. Per assicurare la salubrità dei locali, indispensabile per ottenerne l’abitabilità, dopo aver scavato l’esistente e raggiunto la quota terreno è stato steso un manto impermeabilizzante (Tnt). È stata poi realizzata una platea di fondazione su cui è stato steso il vespaio areato costituito da igloo. Si è proceduto a seguire con il getto di riempimento consolidato con rete elettrosaldata, maggiormente rigida, resistente alle piegature e al taglio, con successivo massetto di completamento.
A livello piano terra e primo è stato steso l’isolante sottostante i pannelli radianti; a seguire il sottofondo di completamento, base per la posa della pavimentazione.

Cascina Vione | Tutte le coperture degli edifici erano costituite da una struttura portante in legno caratterizzata da una semplice o da una doppia orditura e dalla presenza di capriate. Il manto era costituito da coppi in laterizio poggianti su un piano discontinuo realizzato con listelli in legno.
Cascina Vione | Tutte le coperture degli edifici erano costituite da una struttura portante in legno caratterizzata da una semplice o da una doppia orditura e dalla presenza di capriate. Il manto era costituito da coppi in laterizio poggianti su un piano discontinuo realizzato con listelli in legno.

La copertura è definita sulla base della sequenza materica: utilizzati coppi originali di recupero, sottocoppi in lastre, inferiori ai coppi di copertura per lo scolo dell’acqua. È stato poi posato uno strato di faesite, legno sintetico utilizzato come isolante termico, dello spessore di 0,5 cm. Creato lo spazio per la camera d’aria utilizzata come area di ventilazione del tetto per garantirne la salubrità, sono stati utilizzati come isolante dei pannelli European Termover 5+5.
A seguire è stato posato su un pannello di 2 cm un tessuto non tessuto idrorepellente e traspirante utilizzato per impedire che si crei condensa all’interno della copertura. Infine sui puntoni da 16 cm è stato inserito un cordolo in calcestruzzo per il completamento del muro perimetrale nel punto in cui sono posizionati i puntoni di travatura principali in legno.
Al fine di consentire il rispetto dei rapporti aeroilluminanti e di salubrità degli ambienti sono stati collocati dei lucernari tipo Velux sul tetto degli edifici collocati sulle falde interne che prospettano sulle corti interne e private e vitando così la vista dal viale principale e dall’esterno della cascina.
Gli stessi sono stati mitigati nell’impatto visivo attraverso alcuni accorgimenti tecnico architettonici: utilizzo di telai in metallo brunito al fine di uniformare la colorazione dello stesso a quella della copertura realizzata con coppi di recupero; parziale sormonto dei coppi sulle posizioni fisse del telaio (tale accorgimento riduce la porzione di telaio a vista) e nella visione prospettica dal basso riduce l’impatto visivo dei lucernari; utilizzo di copertura in lamiera microforata di rame sagomata come i coppi.

Cascina Vione | Pulizia delle strutture lignee e consolidamento mirato di parti di travi e capriate tramite cerchiature metalliche e stuccatura con paste epossidiche pigmentate e con resine pure.
Cascina Vione | Pulizia delle strutture lignee e consolidamento mirato di parti di travi e capriate tramite cerchiature metalliche e stuccatura con paste epossidiche pigmentate e con resine pure.

Coperture interne a vista. Molte delle unità immobiliari offrono soffitti a vista realizzati con il recupero del legname e delle strutture originarie. Le strutture lignee, quali puntoni, monaci, saette, arcarecci, catene sono state smontate, sabbiate e trattate con impregnanti anti fungo e anti muffa, carteggiate, verniciate e ricollocate seconde le posizioni originarie.
I soppalchi interni sono realizzati di norma con struttura portante in profili di acciaio verniciati e travature in legno lamellare trattati con una mano d’impregnante incolore. Tutti i soppalchi sono dotati di un parapetto di protezione verso il vuoto costituito da bacchette orizzontali o verticali in ferro racchiuse tra due profili uno inferiore e uno superiore con funzione anche di corrimano il tutto verniciato con una mano di pittura a smalto colore ferro battuto.
La pavimentazione dei soppalchi è realizzata in tutti i casi in parquet a scelta tra il campionario proposto. La pavimentazione è posta in opera direttamente sulla parte portante previa posa di uno strato antipolvere in polietilene e uno strato di materiale isolante acustico anticalpestio. Su tutto il perimetro è posto in opera zoccolino in legno 7×1 cm di spessore.
Partizioni interne. Le suddivisioni interne tra i vari locali sono realizzate con murature in mattoni forati di laterizio spessore cm 8 posati su una fascia in feltro per l’isolamento acustico. Sulle pareti degli angoli cottura e su quelle dei bagni il blocco è di spessore cm 12. Sulle pareti verticali, inclinate o orizzontali in laterocemento è realizzato un intonaco rustico e successivamente una rasatura con gesso scagliola da stuccatore.
Per i locali umidi (bagni e cucine) la finitura è in stabilitura di calce idrata per la parte non rivestita da ceramica e soffitti. Per i soffitti delle stanze umide, dove vi sia la presenza di un solaio di copertura in legno, è stata eseguita una controsoffittatura in lastre di gesso rivestito, fissate su una sottostante struttura metallica di supporto.
Finestre e portefinestre. Sono montate finestre o portefinestre a due ante apribili in legno di pino giuntato lamellare smaltato. Lo spessore finito del serramento è di mm.68×80. Sulla struttura del serramento è montato un vetrocamera 4+4 antirumore/15/3+3 bassoemissivo. Tutti i serramenti montano una maniglia tipo Robot Colombo oro lucido/cromato/satinato. Tutti i serramenti apribili sono corredati o predisposti di zanzariera a scomparsa.
Persiane esterne. Sui serramenti singoli degli edifici 3-2-23 per l’oscuramento sono montate delle persiane realizzate in legno di pino giuntato smaltato dello stesso colore del serramento costituite da tavolette da cm 9×1,2 a doghe orizzontali. È montata robusta ferramenta con squadre in ferro in battuta e cerniere tipo anuba verniciate color nero con spagnolette a 3 chiusure complete di ganci ferma persiane alla piemontese di colore nero.
Oscuranti interni ad ante. In alcune unità immobiliari, nel rispetto delle prescrizioni impartite dalla Soprintendenza sono installati sistemi oscuranti interni al serramento, costituiti da antoncini in legno interni a uno o più battenti in relazione all’ampiezza del serramento provvisti di robusta ferramenta con squadre in ferro in battuta e cerniere tipo anuba verniciate color nero.

Cascina Vione | Risanamento delle murature con interventi di cuci scuci con mattoni di recupero, iniezioni di malta fluida a base di calce naturale e iniezioni armate.
Cascina Vione | Risanamento delle murature con interventi di cuci scuci con mattoni di recupero, iniezioni di malta fluida a base di calce naturale e iniezioni armate.

Portoncini blindati. Tutti gli alloggi sono muniti di portoncino di primo ingresso blindato prodotto dalla ditta Gardesa modello Cavò, serie Dynamic, con serratura elettromeccanica. La versione Dynamic mantiene in parallelo il sistema di apertura elettronico e quello meccanico.
Sul portoncino è montato un pannello esterno pantografato colore grigio a doghe orizzontali, il pannello montato invece all’interno all’alloggio sarà dello stesso tipo di quello scelto per le porte interne. La serratura è elettro-maccanica con dispositivi di manovra motorizzati che permettono apertura e chiusura attivando automaticamente la fuoriuscita o il rientro dei chiavistelli.
Impianto riscaldamento/raffrescamento a pannelli radianti. Gli edifici sono dotati di un impianto di climatizzazione di tipo a pannelli radianti a pavimento caldo-freddo, ottimale nel funzionamento con pompa di calore in quanto necessita di fluido temperato sia in inverno, sia in estate. Realizzato secondo la normativa vigente, è costituito da un reticolato di tubazioni in polietilene ad alta densità (Hdpe) posato su un pannello presagomato isolante annegato nel massetto del pavimento. Il sistema è dimensionato per garantire la temperatura di progetto invernale e garantire il raffrescamento estivo.
La regolazione della temperatura è gestita e monitorata per ogni singolo ambiente/zona attraverso dei termostati ambiente operanti sulle valvole di regolazione elettriche installate sui collettori di distribuzione ottimizzando così i consumi energetici.
Gli ambienti sono inoltre dotati di un impianto autonomo per la deumidificazione degli ambienti e per aumentare le performance dell’impianto di raffrescamento a pavimento.
Questa funzione è stata attuata mediante l’installazione di ventilconvettori per unità incassati nella parete perimetrale che, oltre a svolgere la funzione di deumidificatori, integrano il riscaldamento ambiente nelle punte di freddo invernale. Gli stessi apparecchi funzionano con il medesimo fluido e principio che alimenta il sistema a pavimento.
Per i locali soppalchi e sottotetti è stato inserito un sistema di riscaldamento e raffrescamento a ventilconvettore quale terminale dell’impianto geotermico, utilizzando apparecchi incassati nel muro che sostituiscono il pannello radiante a pavimento, utilizzando però lo stesso principio funzionale e garantendo le medesime condizioni termo-igrometriche senza alcun aggravio dei costi di gestione.
Per la produzione del fluido caldo e freddo necessario al funzionamento dell’impianto si è fatto ricorso allo sfruttamento dell’energia geotermica attraverso l’utilizzo di una pompa di calore elettrica ad alta efficienza del tipo acqua/acqua funzionante con acqua di pozzo. Combinata al funzionamento della pompa di calore vi è uno scambiatore di recupero del calore di condensazione che garantisce la produzione gratuita di acqua calda sanitaria durante tutto il periodo estivo.
Per garantire i picchi di richiesta termica durante il periodo invernale, è stata installata con funzionamento in parallelo alla pompa di calore una caldaia a condensazione ad alto rendimento funzionante a gas metano.
L’acqua necessaria al funzionamento della pompa di calore è prelevata in loco da un pozzo a 35 metri di profondità e la stessa, dopo aver assolto il proprio compito nella pompa di calore, è raccolta in una vasca che alimenta una rete di acqua duale utilizzata per la linea idrica d’irrigazione dei giardini, le cassette dei wc e la rete antincendio.
La parte eccedente viene restituita all’ambiente alle stesse caratteristiche tecnico-fisiche con cui viene prelevata, andando ad alimentare un bacino idrico ornamentale del giardino storico. Questo sistema garantisce un bassissimo impatto ambientale, lo sfruttamento totale di una risorsa sottratta e poi restituita alla natura e certamente una minor spesa di gestione a parte dell’utente utilizzatore.
L’apparecchiatura utilizzata per l’impianto è una pompa di calore elettrica centralizzata del tipo acqua/acqua reversibile con scambiatore di recupero totale per la produzione (gratuita nel periodo estivo) dell’acqua calda sanitaria. Il funzionamento del sistema è semplice e altamente efficiente: raffreddando (in inverno) e riscaldando (in estate) l’acqua di pozzo in un ciclo frigorifero riesce a trasferire il calore dalla sorgente fredda a quella più calda a condizioni particolarmente favorevoli.
La temperatura di falda oscilla infatti tra i 10 e i 14 °C durante tutto l’anno. In queste condizioni il rendimento risulta essere superiore di oltre il 50% rispetto a un’ottima caldaia a condensazione. La pompa di calore geotermica, rientrando nel novero degli impianti a energia rinnovabile e producendo acqua calda sanitaria, rende superfluo ai sensi di legge l’integrazione dei pannelli solari.

Cascina Vione | Esterni. Pergolati portarampiacanti formati da sottili montanti e archi metallici hanno sostituito alcune pergole e spalliere irrecuperabili. Gli arredi sono stati scelti in uniformità per tutta la cascina per garantire un’immagine unitaria e coerente allo spazio sia pubblico sia privato.
Cascina Vione | Esterni. Pergolati portarampiacanti formati da sottili montanti e archi metallici hanno sostituito alcune pergole e spalliere irrecuperabili. Gli arredi sono stati scelti in uniformità per tutta la cascina per garantire un’immagine unitaria e coerente allo spazio sia pubblico sia privato.

L’impianto idrico sanitario prevede le reti di distribuzione dell’acqua fredda e calda sanitaria, ricircolo sanitario e acqua duale. Tutte le tubazioni sono state previste in Pead preisolato da interro e partono dalla centrale tecnologica per diramarsi a tutte le unità immobiliari. L’alimentazione idrica è garantita dall’acquedotto comunale attraverso un unico contatore posizionato sul limite di proprietà. L’acqua viene a questo punto filtrata e inviata alle utenze di acqua fredda potabile.
A valle di questo stacco viene trattata con un addolcitore a colonna a scambio di ioni e dosata con prodotti antincrostanti e antilegionella (biossido di cloro o ipoclorito di sodio) prima di entrare nei gruppi di scambio termico per essere portata a 45°C e inviata alle utenze di acqua calda sanitaria. Il calore necessario ai gruppi di scambio viene prodotto dal circuito di recupero del calore di condensazione delle due pompe di calore (recupero gratuito nel periodo estivo quando le pompe di calore funzionano come gruppi frigoriferi) ed eventualmente dalla caldaia a gas a condensazione (in integrazione nelle giorni di punta invernali).
Per mantenere in temperatura l’acqua calda sanitaria nelle tubazioni della rete di distribuzione è previsto un circuito di ricircolo sanitario opportunamente bilanciato. La contabilizzazione dei consumi è realizzata a livello delle singole abitazioni con contatori volumetrici installati nei moduli di contabilizzazione e a livello di centrale attraverso un conta calorie sul circuito di alimentazione dei gruppi di scambio termico per la produzione dell’acqua calda sanitaria (sia per la pompa di calore che per la caldaia di integrazione).
L’approvvigionamento del gas metano per l’alimentazione delle caldaie in centrale termica e delle cotture nelle cucine di ogni alloggio avviene attraverso le dorsali pubbliche passanti sulla pubblica via. All’interno del complesso sono presenti diverse batterie di contatori ognuna delle quale serve un gruppo di fabbricati. Dalle predette batterie, ove sono posizionati i singoli gruppi di misura di ogni utente, partono linee di alimentazione per ogni singolo alloggio.
L’impianto elettrico interno alla cascina è realizzato con una rete interrata di cavidotti che partendo dalla cabina elettrica di fornitura installata per l’intervento, alimentano le utenze interne per approvvigionamento della corrente elettrica ai sistemi di sorveglianza, d’illuminazione, e di alimentazione di tutte le unità immobiliari.
Tutte le aree del complesso sono dotate di un’illuminazione notturna con lanterne montate su pali collegate a un sensore crepuscolare che ne attiva e disattiva il funzionamento in funzione dei lux naturali durante tutto l’arco della giornata. L’impianto condominiale va inoltre ad alimentare il sistema di videosorveglianza installato a controllo del perimetro e dell’area interna, alimenta le pompe di calore in centrale termica, le pompe dell’impianto antincendio e l’illuminazione e le forze motrici dei locali destinati all’uso condominiale.
L’impianto a servizio delle singole unità immobiliari è realizzato per sopportare un carico fino a 4,5 Kw 230V monofase, lo stesso però può essere ulteriormente potenziato in accordo con il gestore del servizio.

FINESTRE A FILO FALDA VELUX 

foto box Velux        IMG_0469Al fine di consentire il rispetto dei rapporti aeroilluminanti e di salubrità degli ambienti sono stati collocati dei lucernari Velux sul tetto degli edifici. Sono stati mitigati nell’impatto visivo attraverso alcuni accorgimenti tecnico architettonici:
1. utilizzo di telai in metallo brunito al fine di uniformare la colorazione dello stesso a quella della copertura realizzata con coppi di recupero;
2. parziale sormonto dei coppi sulle porzioni fisse del telaio (tale accorgimento riduce la porzione di telaio a vista) e nella visione prospettica dal basso riduce l’impatto visivo dei lucernai;
3. utilizzo di copertura in lamiera microforata di rame, sagomata come i coppi.

Chi ha fatto Cosa
Committente: Residenze Vione srl, Nicola Vedani, Milano
Progettazione architettonica e di restauro: Arch. Patrizio Antonio Cimino, Milano
Progetto strutturale: Dott. Ing. Roberto Pizzo, Paderno Dugnano (Mi)
Progetto impiantistico: Energy engineering srl
Impresa edile: Cortesi Costruzioni, Bergamo

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here