Punti di Vista | Maurizio Savoncelli, Presidente Consiglio Nazionale Geometri

I geometri hanno raccolto la sfida digitale lanciata dal Saie al servizio della qualità del costruito

Al Saie è stato dato avvio e compimento al confronto e alla discussione sulla metodologia Building Information Modeling (Bim), individuando una possibile road map per consentire all’Italia di colmare il gap con altri Paesi europei, più avanti nell’utilizzo della progettazione model-based. I Geometri hanno colto la sfida lanciata ai professionisti di area tecnica d’individuare le modalità operative più efficaci per rendere il Bim uno strumento al servizio del mondo delle costruzioni e, in particolare, dei processi di prevenzione e manutenzione dell’ambiente costruito. Un percorso impegnativo che il Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati sostiene con un’offerta formativa di alto livello, funzionale al raggiungimento di un obiettivo ambizioso: consentire alla categoria di assumere un ruolo chiave nei futuri team di progetto.

Speciale #Saie 2018 | #Tecnologie per l’#Edilizia e l’#AmbienteCostruito4.0

Maurizio Savoncelli | Presidente Consiglio Nazionale Geometri.

Edizione dopo edizione, Saie ha progressivamente consolidato il ruolo di vetrina e «incubatore» di esperienze e progetti che coniugano il mondo delle costruzioni con quello della trasformazione digitale: non è un caso che proprio qui, anni addietro, si sia dato l’avvio alla discussione e al confronto sulla metodologia Building Information Modeling (Bim), individuando una possibile road map per consentire all’Italia di colmare il gap con altri Paesi europei, più avanti nell’utilizzo della progettazione model-based.

In quell’occasione, la sfida lanciata ai professionisti di area tecnica, architetti, ingegneri, geometri, fu di individuare le modalità operative più efficaci per rendere il Bim uno strumento al servizio del mondo delle costruzioni e, in particolare, dei processi di prevenzione e manutenzione dell’ambiente costruito.

Le risposte qualificate non sono mancate e oggi, prossimi all’entrata in vigore, il 1° gennaio 2019, dell’obbligo di utilizzo del Bim per tutti i «lavori complessi» d’importo superiore a 100 milioni di euro, con una graduale estensione alle costruzioni d’importo minore e alle opere pubbliche entro il 2025, riteniamo doveroso metterle a disposizione delle strutture ministeriali che auspichiamo possano dare continuità alla sinergia tra il settore edilizio e l’Information Technology, accelerando la qualificazione delle stazioni appaltanti e implementando lo sviluppo della progettazione digitale.

In particolare, come Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati e Rete delle Professioni Tecniche, ci siamo mossi lungo due direttrici:

  1. in collaborazione con la Commissione Baratono presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, abbiamo individuato i temi da sviluppare per giungere a un modello di gestione digitale corretto, dandone evidenza anche in occasione di audizioni parlamentari: il contesto legislativo, la qualificazione professionale, la standardizzazione dei processi, l’uniformità del linguaggio informatico;
  2. contestualmente, abbiamo tracciato le linee-guida di un processo di project management basato sull’integrazione collaborativa tra tutti i soggetti della filiera dell’edilizia chiamati a intervenire nelle fasi di progettazione architettonica, strutturale, impiantistica e manutentiva, ciascuno per le proprie competenze.

Grazie a questa convergenza metodologica sarà possibile mettere a sistema tutte le informazioni che riguardano l’intero ciclo di vita dell’edificio (oggi gestite e custodite in maniera differente dalla pluralità dei soggetti coinvolti nella filiera delle costruzioni), consentendone una lettura in chiave di qualità del costruito (incluse, quindi, le tematiche inerenti la sicurezza) e di gestione e manutenzione programmata.

A corollario: la maggiore trasparenza resa possibile dalla tracciabilità degli scambi informativi, la riduzione di tempi e costi di realizzazione grazie alla possibilità di individuare errori e indeterminatezze nella fase progettuale e non già in quella esecutiva, l’abbattimento del contenzioso.

La progressiva affermazione di questo processo – inteso nella sua accezione più ampia – reca con sé la necessità che i tecnici adeguino le proprie competenze a quelle richieste dal nuovo modello di filiera, al fine di coglierne le opportunità professionali.

Per esempio, per effetto dell’integrazione tra il dm 560/2017 («Decreto Bim») e la relativa delibera Anac 1007:2017 «Nomina, ruolo, e compiti del responsabile unico del procedimento per l’affidamento di appalti e concessioni», ai geometri candidati al ruolo di Rup per lavori che possono arrivare a importi superiori a 1 milione di euro (e inferiori alla soglia comunitaria), saranno sempre più richiesti anche requisiti di professionalità che rientrano nell’alveo del project management; analogamente ai Rup per appalti e concessioni di lavori, servizi o forniture e ai Bim Specialist (o modellatore dell’informazione per i modelli grafici e non).

In questi e altri casi, i professionisti dovranno affiancare alle tradizionali competenze tecniche anche quelle di tipo gestionale, focalizzate su aree tematiche strategiche quali tempi/ costi/rischi e stakeholder/comunicazione.

Un percorso impegnativo che il Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati sostiene con un’offerta formativa di alto livello, funzionale al raggiungimento di un obiettivo ambizioso: consentire alla Categoria di assumere un ruolo chiave nei futuri (e ormai prossimi) team di progetto.

di Maurizio Savoncelli
Presidente Consiglio Nazionale Geometri

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