Punti di Vista | Maurizio Savoncelli, Presidente Consiglio Nazionale Geometri

I geometri lavorano a un percorso di lauree professionalizzanti che abilitano alla professione

Le lauree professionalizzanti debuttano in Italia quest'anno (2018-2019): un modello didattico-formativo che finalmente mette  in relazione il sistema scolastico e quello del lavoro auspicato da più parti, a cominciare dal mondo universitario e da quello delle professioni. Per i Geometri il percorso tracciato dalla Ministra Fedeli va nella direzione giusta ma manca del titolo abilitante previsto nel loro progetto di riforma del percorso di accesso in cui la laurea ha valore di esame di stato abilitante all’esercizio della professione di geometra e consente l’iscrizione al relativo albo.
Maurizio Savoncelli | Presidente Consiglio Nazionale Geometri.
“Molti aspetti qualificanti del nostro progetto sono stati ripresi nel documento d’indirizzo per la formazione terziaria elaborato dalla “Cabina di regia nazionale per il coordinamento del sistema di istruzione tecnica superiore e delle lauree professionalizzanti”, e sono ravvisabili soprattutto nei passaggi in cui si auspica di rendere pienamente operativo il sistema delle lauree professionalizzanti, comprensive dell’abilitazione alla professione”.

Lo scorso 29 novembre la Ministra del MIUR Valeria Fedeli ha firmato il decreto n. 935 che istituisce le lauree professionalizzanti che quindi debuttano in Italia quest’anno (anno accademico 2018-2019).

I nuovi percorsi – già individuati da Stefania Giannini e perfezionati da un’apposita cabina di regia – sono finalizzati al conseguimento di una rapida qualificazione professionale e per questo caratterizzati da un’offerta formativa spiccatamente orientata al lavoro. L’attivazione è demandata ai singoli atenei, in collaborazione con ordini e collegi professionali: una rete virtuosa che, sulla base di specifiche convenzioni, potrà anche realizzare partenariati con le imprese.

Seppure in fase embrionale, quindi, il Paese si dota di un modello didattico-formativo capace di mettere in relazione il sistema scolastico e quello del lavoro; un modello atteso e auspicato da più parti, a cominciare dal mondo universitario e da quello delle professioni.

I Geometri hanno fornito contributi importanti alla discussione, condividendo con gli interlocutori parlamentari dei vari schieramenti i presupposti innovativi della riforma del percorso di accesso alla professione, tradotti in una proposta di legge finalizzata all’istituzione di un percorso universitario abilitante.

Laurea professionalizzante che abilita alla professione

Il percorso tracciato dalla Ministra Fedeli va nella direzione giusta; tuttavia, se l’obiettivo vuole essere quello di rendere più immediato l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro è necessario intervenire in tempi stretti per eliminare alcuni elementi di oggettiva debolezza, primo fra tutti la mancata previsione del titolo abilitante, come già avviene per le professioni sanitarie e come previsto, ad esempio, dalla nostra proposta di riforma del percorso di accesso: l’esame finale per il conseguimento della laurea (analogo all’attuale modello di abilitazione) ha valore di esame di Stato abilitante all’esercizio della professione di geometra e consente l’iscrizione al relativo albo.

Un sistema, a nostro avviso, più reattivo rispetto all’esigenza di giovani qualificati d’inserirsi rapidamente in un mondo del lavoro, che a sua volta richiede a gran voce tecnici di primo livello.

Inoltre, sarebbe utile individuare un percorso formativo obbligatorio per svolgere un’attività professionale e garantire un apporto di docenze extra-universitarie affidate a esperti e professionisti quale antidoto alla genericità dell’attuale formazione.

Soprattutto, occorre stabilire una correlazione certa, oggettiva e comparabile tra il percorso formativo e le competenze corrispondenti: il rischio, altrimenti, è che il livello più elevato di formazione consista solo in un requisito individuale di maggiore conoscenza.

Formazione e competenze: percorsi formativi omogenei per tutti gli atenei e valevoli sull’intero territorio nazionale

Il “curriculum bloccato” (un altro dei punti qualificanti della nostra proposta di riforma del percorso di accesso alla professione) è una misura severa ma necessaria per tutelare la specificità di ciascun indirizzo.

Prendiamo ad esempio i percorsi didattici per i geometri: il piano di studi dovrà essere focalizzato su materie che caratterizzano in maniera univoca la professione, distinguendola da profili limitrofi come l’architetto o l’ingegnere, e a conclusione del percorso sarà possibile iscriversi esclusivamente all’albo dei geometri. Solo evitando l’eccessiva frammentazione e flessibilità della didattica sarà possibile rendere strutturali percorsi realmente professionalizzanti e per questo spendibili sul mercato del lavoro.

Il ruolo attivo di ordini e collegi professionali nella definizione dei percorsi formativi, in convenzione con gli atenei

Alla base dell’impianto metodologico c’è la volontà di “marcare l’identità dei diversi percorsi formativi”, connotando da un lato gli Istituti Tecnici Superiori (ITS) come “Scuole speciali per le tecnologie applicate”, dall’altro le lauree professionalizzanti come viatico per le professioni regolamentate, in primis quelle ordinistiche.

In questo contesto, i collegi diventano il riferimento per tutti quei soggetti che vedono nell’innalzamento del livello delle competenze dei professionisti la leva per favorire lo sviluppo del territorio: per gli studenti, ai quali dovranno indicare con chiarezza percorsi formativi e sbocchi professionali; per gli istituti tecnici, investiti della responsabilità dei progetti di orientamento e di alternanza scuola-lavoro; per gli atenei, che necessitano di indicazioni pragmatiche per elaborare percorsi formativi capaci di fare acquisire agli studenti le competenze richieste dal mondo del lavoro; per le imprese, con le quali potranno attivare forme di partenariato in base a specifiche convenzioni.

La sinergia tra atenei, istituti tecnici CAT e collegi

Le sperimentazioni sin qui avviate sono positive e incoraggianti: gli ottimi risultati conseguiti nelle sedi “pilota” di Lodi, Rimini e Siena nell’anno accademico di esordio 2016-2017 e riconfermati nel 2017-2018 in termini di nuove immatricolazioni, legittimano le aspettative sulle capacità attrattive dei corsi di nuova istituzione avviati a Mantova, Reggio Emilia, La Spezia, Grosseto, Olbia, Torino.

di Maurizio Savoncelli, Presidente Consiglio Nazionale Geometri

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here