Città | Rigenerazione

Il decalogo dell’Urban Renovation Lab promosso da Ance

Buia: "la politica per anni ha dimenticato le città. È giunto il momento di adottare strumenti efficaci per limitare consumo di suolo, promuovere sostenibilità e innovazione attraverso un pacchetto di strumenti che favorisca interventi sul tessuto consolidato delle città".

Ance, insieme a numerosi stakeholder provenienti del mondo finanziario, accademico, professionale e associativo che ruotano attorno all’ecosistema urbano, ha costituito un Laboratorio di condivisione e scambio d’idee sulla rigenerazione urbana.

Il decalogo per la rigenerazione urbana, messo a punto dall’Urban Renovation Lab, rappresenta un primo passo verso un progetto condiviso che sarà presentato a Parma nel 2022.

Si tratta di dieci idee per delineare il futuro delle città, arginando il degrado e rispondendo alle esigenze dei cittadini. Sono quelle illustrate ieri nel corso dell’evento organizzato da Ance a cui hanno preso parte, tra gli altri, il Capo segreteria del Mims, Andrea Tardiola, il Vicepresidente di Legambiente, Edoardo Zanchini, il Coordinatore Gdl Goal 11 Asvis, Walter Vitali, e i Professori Maurizio Carta, Ezio Micelli e Paolo Giandebiaggi.

Ance | Incontro “Urban Renovation Lab”.

Obiettivo del decalogo dell’Urban Renovation Lab è definire un pacchetto di interventi nazionali, condivisi da tutti i soggetti protagonisti dell’ecosistema urbano, per rendere possibile la rigenerazione urbana.

Tra le priorità indicate: una governance innovativa per la politica urbana con un coordinamento nazionale e l’istituzione di un fondo ad hoc, un sistema d’incentivi e semplificazioni normative per favorire le operazioni di rigenerazione urbana a cominciare dalla sostituzione degli edifici, una nuova fiscalità immobiliare per la riqualificazione e l’efficientamento energetico. 

Per il presidente dell’Ance Gabriele Buia «l’obiettivo di riduzione del consumo di suolo si attua anche attraverso un pacchetto di strumenti che favorisca interventi sul tessuto consolidato delle città. Grazie alla rigenerazione urbana anche gli obiettivi prefissati dalla nuova proposta Direttiva Ue sul risparmio energetico degli edifici saranno più raggiungibili.Obiettivi che comunque nel breve e medio termine appaiono difficilmente raggiungibili senza aiuti concreti alle famiglie, a cominciare dallaproroga ai bonus edilizi esistenti».

Interrogativi e necessità

Quale modello di città? Le città oggi devono rispondere a nuove esigenze espresse dai cittadini, generate principalmente da nuove abitudini e comportamenti, da cambiamenti climatici e dalle conseguenze della pandemia. Il modello espansivo che ha caratterizzato lo sviluppo dei centri urbani nel passato oggi non si concilia con i nuovi obiettivi di sostenibilità e di contenimento dell’uso di suolo naturale e con la rigenerazione di immobili e aree per ridare qualità e vivibilità ad un patrimonio costruito molto spesso vetusto, energivoro e insicuro.

Quali strumenti abbiamo a disposizione? L’attuale legislazione urbanistica nazionale risulta totalmente superata: non è possibile governare le trasformazioni urbane con leggi e decreti che risalgono al 1942 o al 1968 e in generale con tutti quei provvedimenti normativi incentrati sul modello di sviluppo territoriale in espansione.

Cosa serve oggi? Provvedimenti legislativi per agevolare e semplificare gli interventi di rigenerazione urbana, rispettando l’assetto delle competenze costituzionali fra Stato e Regioni in materia di governo del territorio.

Tali misure devono contenere: una nuova governance per la politica urbana nazionale, una serie di incentivi e semplificazioni che le Regioni dovranno declinare secondo le proprie specificità territoriali, in coerenza con le normative regionali già approvate più innovative; un nuovo sistema di fiscalità immobiliare e misure specifiche per la riqualificazione energetica e sismica.

Il decalogo per la rigenerazione urbana

Definizione di rigenerazione urbana e dichiarazione di interesse pubblico degli interventi | Una definizione unica di rigenerazione urbana che mette in chiaro gli obiettivi di sostenibilità e le finalità a favore dei cittadini degli interventi urbanistico-edilizi. A tal fine gli interventi di rigenerazione urbana sono dichiarati di interesse pubblico per beneficiare di incentivazioni urbanistiche, economiche e fiscali e di semplificazioni procedurali.

2. Governance per la nuova politica urbana nazionale e partecipazione dei cittadini | Costituzione di una struttura di coordinamento nazionale della politica del governo sulle città e istituzione del Fondo per la rigenerazione urbana nel quale confluiscono tutte le risorse disponibili.

3. Contenimento del consumo di suolo | L’obiettivo di non degrado di terreno entro il 2030 e di occupazione netta di terreno pari a zero entro il 2050 diviene principio fondamentale del governo del territorio da perseguire in via prioritaria mediante la rigenerazione urbana, prevedendo in caso di consumo di nuovo suolo la rinaturalizzazione, la de-impermeabilizzazione o la bonifica di suolo già consumato.

4. Nuova perequazione per la città contemporanea | Individuare un nuovo sistema di pianificazione urbanistica a carattere perequativo che sia in grado di trasformare la città contemporanea, indirizzando allo stesso tempo le risorse generate al finanziamento dei contenuti pubblici del piano urbanistico (scuole, strade).

5. Nuova disciplina degli standard urbanistici
Aggiornare le norme urbanistiche per renderle in linea con le nuove esigenze della città contemporanea, individuando nuovi standard improntati non solo alla quantità di aree per usi collettivi, ma anche alla qualità e alla concreta prestazione dei servizi

6. Contributo di costruzione | Premiare le operazioni di rigenerazione urbana riducendo gli oneri di costruzione con particolare riferimento agli interventi su edifici abbandonati, dismessi, degradati, anche ubicati nei centri storici.

7. Modifiche alle destinazioni d’uso, incentivi e semplificazioni | Incentivare e semplificare le modifiche alle destinazioni d’uso degli edifici, anche promuovendo l’utilizzo della Scia e di tutti gli istituti fondati sull’asseverazione e ricorrendo a una conferenza di servizi semplificata e accelerata.

8. Centri e nuclei storici | Superare l’immobilismo passando da una logica di mera conservazione, a una logica di rigenerazione, attraverso il recupero e la riqualificazione degli edifici e dei complessi incongrui o degradati. Consentire interventi sull’edificato anche oltre il restauro e risanamento conservativo, attraverso opere che, pur nel rispetto degli elementi tipologici e identitari, possono implicare una innovazione funzionale, energetica e tecnologica in linea con i nuovi standard di qualità dell’abitare.

9. Fiscalità immobiliare e coinvolgimento del risparmio privato | Introdurre un regime fiscale che premi gli interventi di rigenerazione urbana anche attraverso il coinvolgimento di capitali privati con l’obiettivo di incentivare la riqualificazione e l’efficienza energetica degli edifici.

10. Semplificazione per gli interventi di riqualificazione energetica e miglioramento sismico degli edifici esistenti | Semplificare e incentivare, attraverso una riduzione degli oneri, tutti gli interventi che riducono i consumi energetici ma in particolare quelli che puntano a retrofit profondi e riduzioni di oltre il 50% dei fabbisogni termici degli edifici. In questo tipo di interventi occorre dare la possibilità di ridisegnare completamente le facciate degli edifici in modo da raggiungere ambiziosi obiettivi energetici e al contempo migliorare la qualità degli edifici e la vivibilità degli alloggi.

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