Edilizia scolastica | Fiorano Modenese

Impiego massiccio del legno per l’asilo del Gruppo Atlas Concorde

Su progetto architettonico dell’arch. Matteo Lugli, realizzato a Fiorano Modenese, l’asilo aziendale del Gruppo Atlas Concorde. Per garantire grande permeabilità visiva tra sezioni e spazi è stato concepito uno schema con due corti esterne sulle quali si affacciano le sezioni e la sala centrale polifuzionale. Nella realizzazione di questa struttura ampio spazio è stato dato all’impiego del legno, scelto dal progettista e dal committente per la costruzione di buona parte dei solai di copertura e per tutte le pareti di tamponamento.

«La progettazione dell’asilo aziendale del Gruppo Atlas Concorde ha richiesto una particolare riflessione sulle forze e sulle competenze.
Nel pool di esperti che solitamente appartengono al nostro gruppo di progettazione, una figura nuova e importante si è dimostrata quella della coordinatrice pedagogica, nella persona della dottoressa Maria Piacentini, direttrice del complesso scolastico Madonna Pellegrina di Modena. Sin dalle prime fasi, il progetto architettonico si è sviluppato in stretta connessione con le riflessioni, diventate poi analisi, svolte durante i frequenti incontri e visite presso le sedi delle numerose scuole materne e asili nido visitati in questi mesi.

L’utilizzo di grandi pareti vetrate, in parte apribili, ha permesso la connessione tra interno ed esterno, ma anche esterno ed esterno, come nel caso delle due corti divise dal percorso di accesso alla sezione di sud-est.
L’utilizzo di grandi pareti vetrate, in parte apribili, ha permesso la connessione tra interno ed esterno, ma anche esterno ed esterno, come nel caso delle due corti divise dal percorso di accesso alla sezione di sud-est.

La Regione Emilia Romagna accoglie alcuni tra i più significativi esempi di modelli educativi e pedagogici nell’ambito delle scuole per l’infanzia; basti ricordare la struttura di «Reggio Children» che si occupa, oltre che di gestione al proprio interno di una struttura scolastica, anche di divulgazione di un collaudato modello pedagogico – spiega l’arch. Marco Lugli illustrandoci i lavori eseguiti a Fiorano Modenese ed evidenziando che – abbiamo cercato in ogni momento di mantenere fede agli obiettivi che ci siamo prefissati, non perdendo mai di vista la complessità delle interconnessioni di quello che deve diventare un luogo sensibile e poliedrico nelle sue interazioni.
Ci è parsa subito chiara la criticità del sito prescelto ove ubicare l’edificio. Da un lato la presenza diffusa di insediamenti industriali e dall’altro le vie di comunicazione Primo tronco via Viazza Comunale e via Canaletto, ci hanno fatto propendere per un organismo architettonico che si dimostrasse in qualche modo protettivo, chiuso, introverso ma bendisposto ad accogliere.
Dopo una prima scelta di collocare la scuola materna in corrispondenza dell’angolo nord del lotto, si è optato per una seconda e migliore soluzione all’interno del tessuto urbano, più in profondità e lontano dalla strada, ponendo, probabilmente, meno in evidenza il fabbricato agli occhi dei passanti, ma consentendo un rapporto di maggior qualità con il contesto.
La struttura ha previsto di ospitare 50 bambini, suddivisi in tre sezioni, alle quali sono attribuite le fasce di età comprese tra i 12 e i 24 mesi, i 24 e i 36 mesi, e la fascia da 12 a 36 mesi in funzione dei turni di lavoro dei genitori (i riferimenti normativi sono il dm 18 dicembre 1975 e la lr 7/3/73 n.15). L’impianto planimetrico, sebbene appaia di rigida impostazione, consente una flessibile fruizione degli spazi, in particolare, in rapporto all’uso delle aree esterne.
La prima intenzione, sin dall’inizio, è stata quella di garantire grande permeabilità visiva tra una sezione e l’altra, e tra gli spazi in generale, per consentire la massima trasparenza. Per ottenere ciò, abbiamo concepito uno schema con due corti esterne sulle quali si affacciano le sezioni e la sala centrale polifunzionale. Questo ha consentito, oltretutto, di offrire alle tre sezioni, le medesime condizioni di orientamento ed esposizione solare».
Del resto, l’utilizzo di grandi pareti vetrate (in parte apribili) ha permesso la connessione tra interno ed esterno, ma anche esterno ed esterno, come nel caso delle due corti divise dal percorso di accesso alla sezione di sud-est. L’ingresso alla struttura s’individua nella sovrapposizione, per alcuni metri, delle partizioni verticali sul fronte ovest; in questo modo s’invita il visitatore a «cercare» e seguire un accesso sottolineato, in particolare, dal grande sporto della copertura superiore ma soprattutto dalla pavimentazione a terra, nella quale sono inseriti segnali luminosi orientati in direzione dell’ingresso.
«Anche in questo caso abbiamo cercato di immaginare e pensare rifacendoci agli strumenti di cui un bambino dispone: l’osservazione curiosa e viva degli oggetti, delle superfici e i segnali che vi si possono trovare – continua Lugli – guidato dalla percezione più istintiva delle cose, così lo sguardo, posato sul pavimento, scivola sulla parete colorata che lo accelera orizzontalmente e trova naturalmente riposo nell’ombra dell’ingresso. In prossimità dell’atrio esterno si trova la reception/ufficio, che permette di controllare le entrate e le uscite dei visitatori e degli utenti durante le ore maggiormente critiche. Una volta entrati, in pochi passi si raggiunge il vasto spazio aperto centrale dell’asilo che ha funzioni multiple quali sala riunioni, spazio ludico collettivo».

PARETI ATTREZZATE VETRATE

Questo spazio è delimitato a ovest dalle funzioni legate alla gestione e organizzazione dell’attività scolastica: saletta colloqui, saletta polifunzionale e ufficio della direzione. Gli spazi sono suddivisi tra loro mediante pareti attrezzate vetrate, in parte opacizzate, per consentire anche qui una permeabilità visiva anche nei confronti dei visitatori che, in tal modo, si possono rendere maggiormente conto di quello che avviene negli spazi deputati alla gestione della struttura.

Stratigrafia del pacchetto di copertura.
Stratigrafia del pacchetto di copertura.

Proseguendo verso nord, incontriamo i sevizi igienici dedicati al pubblico, altri locali a servizio dell’attività, un locale polifunzionale per attività diversificate e i servizi igienici con spogliatoi e docce per gli operatori. Una delle scelte fondamentali, compiuta dalla committenza è stata quella di dotare l’asilo nido di una cucina per la preparazione dei cibi. Abbiamo pensato fosse importante mettere in stretta relazione lo spazio collettivo centrale dell’asilo con la cucina, luogo privilegiato ed elettivo nella tradizione dell’abitare, utilizzando pareti vetrate.
Ciò consentirà di cogliere e intravedere dagli spazi prospicienti, attrezzature come pentole, mestoli e coperchi, percepire i vapori e gli odori che appartengono alla sfera propriamente domestica. Inoltre, la scelta di utilizzare l’energia elettrica al posto del gas per la cottura dei cibi, consente un livello di sicurezza estremamente elevato.
È stato ritenuto corretto dare una forte connotazione di riconoscibiltà allo spazio, di identificazione dei luoghi ai quali si è più affezionati. Di qui è nato il tentativo di connettere il valore del «luogo» cucina, con tutte le implicazioni a esso legate, a uno spazio in qualche modo provvisorio e non domestico. Inoltre, la possibilità data ai genitori soggetti al turno lavorativo di pranzare insieme al bambino nella sala polifunzionale, ha reso di fatto questo intento realizzato: la riproposizione dell’habitat domestico a una scala più dilatata e collettiva.
La tipologia a corte crea una sorta d’intimità dello spazio pur mantenendo, grazie alle vetrate, un’elevata capacità di penetrazione dello spazio circostante. Lo spettro visivo, fondamentale per il monitoraggio da parte degli operatori, non si esaurisce su pareti cieche ma si riaccorpa a formare uno spazio organico.
Le sezioni, identiche nelle funzioni e molto simili nella forma architettonica, godono di una soddisfacente esposizione alla luce naturale del sole: gli spazi destinati alle attività principali quali il gioco, il pranzo, la didattica in generale, sono principalmente esposti a sud e sud-ovest o sud-est. Per «gestire» questa luce, sono stati realizzati degli sporti dimensionati in funzione dell’esposizione desiderata.
Le funzioni dormitorio, servizi igienici e routine di cura, ripostiglio/magazzino materiale didattico, sono ubicate a ridosso delle pareti perimetrali e ricevono luce sia dalle bucature sulle pareti che da lucernari a soffitto. Gli spazi Atelier sono stati ricavati lungo i fronti «vetrati» rivolti a sud in modo da consentire un rapporto diretto con lo spazio esterno e permettere, quindi, il completo svolgimento delle attività previste.
La sezione in prossimità dell’atrio, prevede un doppio ingresso per consentire una gestione più agile delle entrate e delle uscite: trattandosi della sezione mista, ovvero di bimbi in età compresa tra i 12 e i 36 mesi, essa risponde alle esigenze dei turni differenziati dei lavoratori con la conseguente necessità di accessi a orari differenziati.

LO SPAZIO ESTERNO

Lo spazio esterno antistante la sala centrale è stato destinato soprattutto alle attività della sezione prospiciente, ovvero dei bimbi in età compresa tra i 12 e i 24 mesi. Un lieve movimento del terreno che sale verso est, rappresenta il quarto «lato» della corte oltre a fungere da spazio per attività fisica.
La corte compresa tra le due sezioni a sud, ha previsto un sistema «leggero» di protezione dal sole, in cui sono stati utilizzati tessuti da esterni sostenuti dalle travi lamellari passanti, con la possibilità di gestirne la movimentazione.

Stratigrafia del pacchetto di parete in legno.
Stratigrafia del pacchetto di parete in legno.

Il desiderio di far sperimentare ai bambini l’elemento acqua, insieme all’idea del recupero per gli scarichi e per usi non potabili, ha suggerito di sfruttare la copertura della sala polivalente, conferendole una forma leggermente concava e una lieve pendenza verso la corte. Durante e dopo gli acquazzoni, una cascata d’acqua «precipita» sopra un «tappeto» di ciottoli e subito sotto in una vasca di raccolta. Da qui l’acqua viene convogliata nella rete idrica e utilizzata secondo le necessità.
Per sottolineare la natura apparentemente «impenetrabile» dell’edificio, si è pensato di «avvolgerlo» con una tessitura di ceramica (Mirage), ad andamento orizzontale, in moduli da 15 cm per 60 cm, giocata su tre colori: il mandarino, il verde pistacchio e il grigio ghiaccio. Esternamente l’organismo lascia immaginare la propria funzione, e grazie alla scelta dei colori non si contrappone al visitatore, ma invita all’osservazione e alla perlustrazione. Il sistema di protezione dal sole all’interno del fabbricato avviene sfruttando la modularità della ceramica (15×60 cm). Alla tessitura ceramica vengono sottratti degli elementi in modalità occasionale, in modo da formare un vuoto complessivo che consente, in parte, alla luce del sole di penetrare all’interno dell’edificio, e, nello stesso tempo, a chi sta all’interno, di osservare lo spazio esterno.
In corrispondenza della cucina sono previste aperture tradizionali per ragioni oggettive di gestione dell’attività e, in ogni caso, i fabbisogni di aerazione e illuminazione non vengono mai disattesi.
La pavimentazione interna sarà in moduli di ceramica (Atlas Concorde) nel formato 15×90 cm per quanto riguarda le sezioni, la sala polifunzionale e gli spazi polifunzionali minori. Sono stati scelti altri formati e modelli ceramici per le zone di servizio (Atlas Concorde) e la cucina in particolare. La pavimentazione esterna (Caesar) è in gres porcellanato.
Anche in questo caso si è cercato di perseguire la linea della riconoscibilità degli spazi e delle percorrenze: in corrispondenza dell’atrio, è stata posizionata una nuvola di colori, più o meno gli stessi utilizzati nel rivestimento di facciata, sotto forma di piastrelle, posate in modo da fondersi con il bianco del rovere ceramico. Da qui si dipartono tre percorsi colorati, diretti a ogni sezione, entro la quale si arrestano, poco dopo l’ingresso, dilatandosi in altrettante nuvole.

LEGNO LAMELLARE E MASSELLO

Le tre sezioni hanno solai di copertura realizzati con struttura in legno lamellare e massello. La restante parte dell’edificio ha una copertura realizzata in laterocemento. Le pareti perimetrali sono realizzate mediante due strati di pannelli fenolici Osb in legno di abete tra cui è interposto un pannello isolante in lana di roccia. Il pacchetto si completa esternamente con la facciata ventilata in ceramica e internamente con un doppio strato di isolante e finitura in cartongesso.

Stratigrafia del pacchetto di copertura.
Stratigrafia del pacchetto di copertura.

Le pareti divisorie interne saranno realizzate in cartongesso. Per ogni sezione è stato previsto il ricambio forzato dell’aria (Uta) per assicurare in ogni momento un adeguato apporto di aria rinnovata. Il sistema di riscaldamento è di tipo a pavimento, così come il raffrescamento (questo permette di evitare pericolosi flussi d’aria fredda diretti). Le strutture portanti verticali maggiormente in evidenza sono i pilastri delle sezioni; essi corrono lungo le pareti vetrate, si innestano sulle travi lamellari passanti e sono in cemento a vista.

I MATERIALI DELL’ARCHITETTURA

I materiali che connotano l’architettura dell’asilo, attingono da un linguaggio coerente con la funzione che vi si è andati a insediare (struttura in cemento armato, struttura dei tamponamenti in pannelli di legno di forte connotazione ecologica, tetto sia in legno, per le sezioni, sia in latero cemento); il rivestimento ceramico di facciata, ben calibrato, costituisce anche in questo caso, il segno distintivo di un territorio e della sua capacità produttiva, nonché dell’azienda che ha promosso e voluto il Nido Aziendale.

PARETI E COPERTURA IN LEGNO

Nella realizzazione di questa struttura ampio spazio è stato dato all’impiego del legno, scelto dal progettista e dal committente per la costruzione di buona parte dei solai di copertura e per tutte le pareti di tamponamento. La scelta del legno non è certamente casuale ma deriva dagli enormi vantaggi che questo materiale permette di avere in termini d’impatto ambientale, senza trascurare l’ottimo comportamento che le strutture in legno presentano in caso di sisma. Se si va ad analizzare l’intero ciclo di vita dei materiali (il cosiddetto Lca) il legno risulta essere meno costoso rispetto ad altri materiali da costruzione essendo economicamente vantaggioso nelle fasi estrattive, produttive, di riciclaggio e riuso in quanto prodotto con pochissima energia ed essendo caratterizzato da un’alta riciclabilità consentendo di ottenere un duplice risultato: diminuire la produzione di rifiuti e nel contempo limitare anche lo spreco delle risorse. A ciò bisogna aggiungere la caratteristica del legno impiegato nella costruzione degli edifici che consente lo stoccaggio dell’anidride carbonica in esso contenuta andando in questo modo a limitare le emissioni di CO2 in atmosfera e di conseguenza l’effetto serra. Questo dà ancor più valore alla scelta dei materiali nella costruzione in un edificio destinato all’educazione e alla crescita dei bambini.
In un edificio come questo, è inoltre possibile diminuire l’inquinamento biologico e chimico all’interno degli ambienti, ottenendo spazi più sani e salubri: questo è possibile grazie all’impiego di materiali traspiranti e igroscopici, quali il legno e il cartongesso e soprattutto grazie ai procedimenti di posa cosiddetti a secco tipici delle costruzioni in legno.
Il sistema costruttivo impiegato per le pareti di tamponamento è il Platform Frame. Esso deriva dal sistema tradizionale delle costruzioni in legno chiamato a gabbia i cui vantaggi principali sono la notevole leggerezza della struttura e la grande capacità di resistenza nei confronti delle sollecitazioni di flessione e taglio.

Ancoraggio delle travi principali sui pilastri fronte.
Ancoraggio delle travi principali sui pilastri fronte.

La struttura portante delle pareti è costituita da una struttura a telaio composta da montanti e traversi in legno lamellare di abete, posizionati a interassi prefissati al fine dell’ottimizzazione e posa dei pannelli di rivestimento della parete ventilata. Questo telaio assolve principalmente alla funzione di supportare i carichi verticali. Il comportamento a lastra nel proprio piano della parete è reso possibile grazie alla presenza, su entrambi i lati del telaio, di una chiusura realizzata con pannelli portanti di scaglie di legno incollate denominato Osb/3. Questa tecnologia costruttiva, consente un’alta flessibilità di utilizzo (sfruttata per consentire le numerose aperture) e permette di conseguire un alto valore d’isolamento termico.
La parete è caratterizzata dalla presenza di materiale isolante interposto ai montanti costituenti il telaio, in particolare è stata impiegata della fibra di cellulosa. Questo materiale è ottenuto dal riciclaggio della carta di giornale ed è caratterizzato da un ottimo potere coibente, da un’ottima permeabilità al vapore, da un basso costo energetico di produzione e di posa. Inoltre possiede altre due caratteristiche fondamentali: contribuisce a diminuire lo spreco delle materie prime in quanto ottenuta da materiale riciclato e contribuisce a sottrarre anidride carbonica dall’atmosfera, stoccandola all’interno del materiale stesso, secondo lo stesso principio valido per il legno. La tecnica di posa di questo materiale è denominata «a insufflaggio»: essa consente di riempire perfettamente tutti i vuoti presenti fra i montanti del telaio e di conseguire un notevole risparmio nei tempi di posa.
Il potere isolante della parete è ulteriormente incrementato dalla presenza di uno strato isolante esterno (cosiddetto «a cappotto») dello spessore di 6 cm realizzato con pannelli di fibra di legno ad alta densità. La parete è quindi terminata esternamente con una parete tecnica ventilata chiusa con ceramica di produzione Mirage, mentre internamente con un’intercapedine per il passaggio impianti chiusa da un duplice pannello in gesso-fibra rasato e tinteggiato. All’interno della parete sono inoltre presenti guaine freno al vapore e ad alta traspirabilità per la regolazione del flusso di vapore e per la protezione della parete stessa dalla pioggia. Tale pacchetto permette di raggiungere un valore di trasmittanza di ben 0,28 W/m2K.
La presenza di un impianto di ventilazione controllata ha reso peraltro indispensabile l’esecuzione di idonee sigillature, sia a tetto sia a parete, di ogni giunzione tra le guaine freno al vapore così che non vi sia alcuno spiffero e dispersione tra interno ed esterno e viceversa.
La copertura è costituita da un’importante travatura primaria e secondaria in legno lamellare di abete giustificata, oltre per rispondere alla conformazione architettonica dell’edificio, anche dalla necessità di avere, attraverso un sovradimensionamento degli elementi, una resistenza al fuoco di 60’.

I vantaggi che contraddistinguono il pacchetto di copertura sono molteplici: ottimo potere isolante, ottima traspirabilità al vapore e inerzia termica, che determina un buon comportamento in regime estivo dell’edificio.
I vantaggi che contraddistinguono il pacchetto di copertura sono molteplici: ottimo potere isolante, ottima traspirabilità al vapore e inerzia termica, che determina un buon comportamento in regime estivo dell’edificio.

La struttura in legno da appoggio al pacchetto isolato e ventilato. I vantaggi che contraddistinguono questo pacchetto di copertura sono molteplici e sicuramente fra i principali vi sono l’ottimo potere isolante, l’ottima traspirabilità al vapore, senza dimenticare l’inerzia termica, che determina un buon comportamento in regime estivo dell’edificio.
Vantaggi che sono possibili grazie all’impiego della fibra di legno come materiale isolante. Essa permette di unire ai vantaggi di un materiale ottenuto da materie prime riciclate e di origine naturale, (la fibra di legno è prodotta con gli scarti delle lavorazioni del legno), l’ulteriore vantaggio derivante dall’alta massa del materiale, quindi di una buona inerzia termica, che consente in regime estivo di assorbire il caldo esterno ritardandone l’ingresso all’interno degli ambienti sottotetto. In questo modo i locali saranno confortevoli anche d’estate necessitando di impianti di climatizzazione meno potenti. Lo sviluppo di questo materiale per 22 cm di spessore permette a tale pacchetto di raggiungere un valore di trasmittanza di 0,17 W/m2K.
«Particolare attenzione è stata data allo studio e alla realizzazione dei collegamenti tra la struttura in legno e la struttura di portante in calcestruzzo oltre che tra gli stessi collegamenti legno-legno. Anche a fronte dei recenti episodi che hanno interessato le nostra zone, si sono alzati gli standard di verifica già previsti a livello normativo per garantire un’alta resistenza degli stessi in caso di sisma e quindi la maggiore prevedibile sicurezza di chi usufruisce dell’edificio – conclude l’arch. Lugli – nonostante questa imposizione si è comunque riusciti ad adottare soluzioni costruttive mai impattanti e invasive prevedendo esclusivamente collegamenti definiti a scomparsa e quindi non visibili così da favorire, ove possibile, il risultato estetico».

LA FACCIATA VENTILATA

1. Sistema a giunto chiuso con aggancio invisibile. La facciata ventilata è costituita da una sottostruttura formata da profili in alluminio En aw-6060, lavorati e preassemblati alla lastra secondo le linee ortogonali di progetto e adattata alle dimensioni delle lastre di finitura.
Il pre-assemblaggio è avvenuto utilizzando inserti con incastro a baionetta previa idonea foratura cieca sul retro della lastra di finitura; il serraggio degli inserti è avvenuto per mezzo di viti inox e i profili (dotati d’apposito alloggiamento) dovranno collaborare con le lastre di finitura utilizzando idonei collanti strutturali, al fine di aumentarne la resistenza e la messa in sicurezza delle lastre stesse.
La sottostruttura è dotata di incastri con tolleranze di ± 2/10 di mm, aventi la funzione di vincolare l’allineamento delle lastre e assicurare una dimensione costante e predeterminata delle fughe, permettendo inoltre la riduzione a casellario incorso d’opera.
I profili di sottostruttura sono dotati di apposite guide per alloggiare il sistema di ancoraggio (staffa e gancio) puntuale a parete (laterizi, cemento armato o elementi strutturali portanti), la staffa e il gancio permettono il fissaggio sicuro e puntuale di ogni singola lastra (230 kg a trazione normale al piano di facciata che corrisponde alla resistenza lungo i vettori di sollecitazioni dovute al vento).
Le regolazioni micrometriche sui tre assi principali, permettono allineamenti perfetti e hanno consentito la realizzazione della complanarità fra le singole lastre, la posa pertanto è stata realizzata senza alcuna preparazione del supporto su cui la facciata ventilata è stata fissata. La facciata ventilata garantisce l’assenza di ponti termici apprezzabili con la muratura o la struttura di supporto.
La sottostruttura pre-assemblata su lastra, sormonta e si accoppia alla sottostruttura della lastra che la precede, in tal modo la facciata è stata definita a giunto chiuso e quindi sostiene una camera a circolazione d’aria contenuta al minimo.
2. Rivestimento esterno. Grès fine porcellanato di qualità superiore, omogeneo in tutto spessore del tipo granito ceramico. Si tratta di lastre di granito ceramico, compatte nella massa, composte da argille nobili, quarzi, feldspati e ossidi metallici calcinati (senza collanti, resine o additivi), pressate a 450 kg/cm2 e completamente sinterizzate a una temperatura di 1260 °C.
Gli effetti estetici non sono conseguenza di trattamenti o applicazioni superficiali e sono presenti in tutto lo spessore della lastra. Sono state pertanto possibili tutte le lavorazioni tipiche della pietra naturale (torello, lucidatura coste).

ENERGIA & IMPIANTI

Per l’asilo nido l’intenzione era quella di realizzare un edificio con una prestazione energetica di elevato valore per quanto riguarda l’involucro e dotarlo di un’impiantistica che ne facesse un edificio di avanguardia nel settore.
Si è pensato innanzitutto di localizzare la centrale per la produzione sia del caldo che del freddo in un manufatto estraneo al corpo di fabbrica principale, in modo da eliminare tutti i rischi potenziali che la contiguità di tali locali con l’asilo stesso avrebbero indotto.
Si è collocato pertanto nella porzione nord, in prossimità dell’accesso all’area dell’asilo, il manufatto che ospita la piccola centrale di microcoogenerazione e che ha trovato sulla sua copertura (opportunamente mitigata da elementi architettonici) la macchina per la produzione del raffrescamento (gruppo frigo).
L’impianto di microcoogenerazione (tarato solamente sul fabbisogno termico) ha consentito di evitare la collocazione in sito di impianti diversi per l’utilizzo di energia rinnovabile (tipo pannelli fotovoltaici).

Dettagli della struttura a lavori ultimati.
Dettagli della struttura a lavori ultimati.

La scelta di realizzare inoltre sia il riscaldamento che il raffrescamento attraverso l’utilizzo di impianti a pavimento (tale da garantire un elevato livello di comfort negli ambienti) ha indotto a scegliere impianti di trattamento aria (Uta) collocati all’interno delle varie zone e autonomi per settore, in grado di garantire il controllo delle condizioni termoigrometriche dei vari locali.
L’edificio nel suo complesso è dotato di finestrature (sia a parete sia in copertura) in grado di garantire l’aerazione naturale dei locali, per i quali è richiesta tale prestazione, nelle misure e nelle quantità dettate dal Rue, ma per accrescere il livello prestazionale si è pensato d’integrare il sistema della ventilazione dei locali realizzando un sistema «Ibrido» con il concorso dell’ausilio della ventilazione meccanica.

Chi ha fatto Cosa
Committente
Gruppo Concorde spa
Tutor della proprietà
geom. Luciano Corradini
Progettista architettonico
arch. Marco Lugli
Direttore lavori
arch. Tiziano Lugli
Progettista strutturale
Ing. Giovanni Sacchetti, Ing. Philippe De Schryver
Progetto impianti e prevenzione incendi
P. i. Stefano Gianas, P. i. Vincenzo Vaccari
Valutazioni economiche
Ing. Paolo Ghioni
Progetto ambientale
Geom. Gianluca Savigni, Geom. Matteo Ferrari
Progetto infrastrutture
Ing. Uber Gualandri, Ing. Alessandro Gualandri
Coordinatore sicurezza
geom. Simonetta Zanasi

Imprese
Legno | Strutture fuori terra
Vibro-Bloc spa, Montese (Mo)
Opere edili struttura in calcestruzzo finiture opere esterne urbanizzazioni impianti meccanici e aeraulici
Lori Costruzioni società generale di costruzioni Fiorano Modenese, Modena
Cartongesso e controsoffitti
Vaneton srl, Modena
Lattonerie e copertura
Fratelli Ceresoli srl, Toano, Reggio Emilia
Facciata ventilata ceramica
Geos Italy srl, San Mauro Torinese, To
Fornitura e posa serramenti
Metro Infissi srl, Castello di Serravalle, Bologna

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