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Il Pnrr italiano scommette sulle costruzioni

Una quantità di risorse mai viste prima: 222 miliardi complessivi tra fondi europei e risorse nazionali del Fondo complementare. Sono quelle previste dal Piano italiano di ripresa e resilienza, un programma imponente, suddiviso in 6 missioni e 16 componenti, che destina ben 107,7 miliardi a progetti che riguardano il settore delle costruzioni.

Una quantità di risorse mai viste prima: 222 miliardi complessivi tra fondi europei e risorse nazionali del Fondo complementare. Sono quelle previste dal Piano italiano di ripresa e resilienza, un programma imponente, suddiviso in 6 missioni e 16 componenti, che destina ben 107,7 miliardi a progetti che riguardano il settore delle costruzioni.

I grandi interventi infrastrutturali costituiscono una parte significativa del Piano, che ha l’obiettivo di rendere il sistema infrastrutturale italiano più moderno, digitale e sostenibile. Non a caso protagonisti saranno gli investimenti sulle reti ad alta velocità e sui nodi ferroviari nazionali e regionali, con particolare attenzione al Mezzogiorno.

Opere di cui si parla da anni, che mirano a migliorare il collegamento e quindi anche lo sviluppo dei territori. Ma anche interventi mirati a colmare il gap di manutenzione delle opere esistenti, con la previsione di investimenti cospicui per la sicurezza delle strade e di ponti, viadotti e cavalcavia.

Grande rilevanza ha inoltre nel Pnrr italiano il capitolo sulla rivoluzione verde e transizione ecologica. Qui vengono individuati tutti quegli interventi che hanno l’obiettivo di cambiare il volto del Paese e delle città italiane.

A cominciare dagli investimenti per il trasporto rapido di massa, con 3,6 miliardi per la realizzazione di metro, tram, filovie e funivie e ulteriori 600 milioni destinati alla costruzione e manutenzione di reti ciclabili.

Accanto a questi il Piano italiano punta, inoltre, a migliorare l’efficienza e la sicurezza del patrimonio edilizio pubblico con interventi che riguardano, in particolare, scuole e tribunali.

Per gli edifici scolastici sono previsti 800 milioni, destinati a un grande piano di sostituzione e riqualificazione energetica di circa 200 strutture. Per gli edifici giudiziari ci sono, invece, 430 milioni, che serviranno per migliorare 50 strutture obsolete che incidono negativamente sul funzionamento dell’attività giudiziaria.

È innegabile l’attenzione che il Governo sta rivolgendo allo sviluppo sostenibile del Paese. Una rivoluzione green che vede nel Superbonus 110% uno strumento unico per concretizzarsi raggiungendo importanti obiettivi di crescita e miglioramento ambientale, ragione per cui tutta la filiera del settore sta chiedendo a gran voce certezze sul futuro della misura.

Sempre nell’ottica della valorizzazione del territorio e dell’efficientamento energetico del patrimonio dei Comuni, il Pnrr rilancia una scommessa collaudata e vincente, ossia l’utilizzo delle procedure del cosiddetto “Piano spagnolo”: termini perentori per l’assegnazione dei fondi e l’avvio dei cantieri, pena il definanziamento.

Non mancano, inoltre, le misure per la riduzione del rischio idrogeologico: 2,49 miliardi per mettere in sicurezza il territorio e prevenire frane e allagamenti. Ma le costruzioni hanno un ruolo determinante anche per il raggiungimento degli obiettivi legati all’istruzione e all’inclusione sociale.

Sul fronte della scuola, infatti, il Pnrr mette a disposizione cospicui investimenti per asili nido, scuole dell’infanzia e primarie: si tratta di ben 4,6 miliardi. Fondi che serviranno a creare nuove strutture e riqualificare e mettere in sicurezza quelle esistenti, potenziando aule e spazi dedicati sia alla formazione che allo sport. Previste risorse dedicate, inoltre, alla realizzazione di alloggi per studenti (960 mln) e alle scuole 4.0 (2,1 miliardi).

Grande attenzione è rivolta, inoltre, al sostegno delle famiglie e delle situazioni di fragilità sociale. In quest’ottica il Pnrr prevede progetti di rigenerazione urbana per 3,3 miliardi, che hanno proprio l’obiettivo di migliorare la qualità dell’abitare e ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale. Previsti, inoltre, piani urbani integrati per 2,92 mliliardi, dedicati alle periferie delle Città metropolitane, con la possibilità di partecipazione di investimenti privati fino al 30%.

Priorità, naturalmente, al capitolo salute, con l’obiettivo di creare e potenziare le strutture e i presidi territoriali: sia le cosiddette case della comunità, pensate per decongestionare gli ospedali, a cui è assegnato un plafond del valore di 2 miliardi, che gli ospedali di comunità (1 miliardo), ovvero presidi sanitari per ricoveri brevi. L’obiettivo è quello di rendere moderno ed efficiente, anche sotto il profilo tecnologico e digitale, il patrimonio edilizio ospedaliero italiano.

(Fonte: Ance)

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