Prospettive | Milano Futura

Il progetto Milano 2040 già palcoscenico di polemiche

I cento anni dalla nascita della Città degli Studi del capoluogo lombardo celebrati alla Statale. Intanto esplodono le polemiche sulle aree post Expo.

Cento anni fa, il 6 novembre 1915, Luigi Mangiagalli, poi primo Rettore della Statale, dava simbolicamente avvio ai lavori della Città degli Studi di Milano insieme al presidente del Consiglio Salandra, al sindaco Caldara, al vescovo Cardinal Ferrari e a molti altri esponenti delle istituzioni, della cultura e della società civile ambrosiana.

Entrata dell'università Statale di Milano, via Festa del Perdono
Entrata dell’università Statale di Milano, via Festa del Perdono

Per celebrare degnamente la ricorrenza la Statale e il Politecnico hanno organizzato «La Grande Milano: 10 idee per 100 anni. Dalla Città degli Studi (1915) a …» evento che ricorre , singolare coincidenza, alla vigilia della presentazione da parte del presidente del Consiglio Matteo Renzi di un altro grande progetto che sorgerà sull’area ex Expo: «Milano 2040», una cittadella della scienza coordinata dall’Istituto italiano di tecnologia di Genova (IIt>>) assieme all’Isi>> di Torino e alla Fondazione Mach>> di Trento, collaboratori fondamentali il Politecnico e la Statale. Ma a differenza dello spirito sinergico e di armonia tra l’allora già presente Politecnico e la nuova università , ricordato dal Rettore del Politecnico Giovanni Azzone, che con il collega Gianluca Vago ha presentato la giornata, «Milano 2040» si è trasformata nel palcoscenico di polemiche.

Area di proprietà di Arexpo
Area di proprietà di Arexpo, a Milano Rho

Il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni ha rilevato il rischio che esso scardini il modello locale in quanto in Lombardia ci sono tutti gli enti che possono realizzare il post Expo: il centro europeo di nano medicina, l’istituto nazionale di genetica molecolare, il parco tecnologico padano, il Cnao e molti altri. «Per questo dico sì al progetto del Governo solo a condizione che siano coinvolte tutte le istituzioni lombarde che si occupano di innovazione e ricerca e che sono un’eccellenza a livello europeo» ha ribadito,  ricordando che i terreni del sito Expo non sono di proprietà del Governo, ma di una società che si chiama Arexpo, della quale fanno parte la Regione Lombardia e il comune di Milano. Mentre qui si discute dove mettere le bandierine di «questo è mio e questo è tuo», a Parigi – lo ha affermato il rettore della Statale Gianluca Vago – stanno già costruendo gli edifici in una operazione che unisce 8 università e 10 centri di ricerca. Lo stato ha finanziato 7 miliardi di euro, 4 in infrastrutture e 3 in ricerca. Le imprese si prevede ne mettano 10. Questo è il livello competitivo. La polemica ha oscurato le riflessioni sulla città, sul suo ruolo e sulla sua capacità di essere portavoce e avanguardia di idee e progetti per il futuro, espresse dal vescovo Mario Delpini, dal vicesindaco di Milano Francesca Balzani e dagli altri invitati dei due Rettori: Rocco Corigliano della Fondazione Cariplo, Sergio Escobar (Piccolo Teatro) il fondatore di Comunità Nuova don Gino Rigoldi, il commissario unico di Expo 2015 Giuseppe Sala, il presidente dell’associazione Vidas Ferruccio De Bortoli. In precedenza Luca Clerici, della Statale, aveva illustrato la figura di Luigi Mangiagalli.
La tavola rotonda è stata anche l’occasione per intitolare a Mangiagalli l’aula Magna di via Festa del Perdono recentemente ristrutturata, un luogo privilegiato di incontro e confronto per tutta la comunità universitaria e cittadina. La mattinata si è conclusa con un evento nell’evento: il presidente della giuria Gianni Berengo Gardin ha premiato i vincitori del challenge fotografico «Vita da studenti: una sostenibile leggerezza». E’ seguita l’inaugurazione della mostra allestita nel corridoio antistante l’aula Magna, esposizione delle 12 foto premiate e delle oltre 60 migliori immagini selezionate. (Benito Sicchiero)

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