PlanRadar | «Le case del futuro»

Il rapporto sui trend globali della casa in epoca post pandemica

PlanRadar presenta l’ultima su tre delle survey dedicate al settore immobiliare. Tra le tendenze maggiormente emerse dall’indagine la predilezione di case ibride con spazi multifunzionali, l’utilizzo di materiali riciclati e sostenibili e la presenza di spazi aperti e aree comuni.
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PlanRadar, una delle principali piattaforme digitali per la gestione dei cantieri immobiliari in Europa, presenta “Le case del futuro”, il rapporto dedicato ai principali trend della casa a livello mondiale, a cui hanno preso parte esperti del settore architettura, design e gestione degli uffici che lavorano in 12 diversi paesi (Il team PlanRadar ha effettuato la ricerca nei 12 paesi di Europa, Nord America e Medio Oriente in cui la società è presente: Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Austria, Francia, Spagna, Italia, Slovacchia, Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia ed Emirati Arabi Uniti).). Lo studio fa seguito ai primi due pubblicati nelle scorse settimane, dedicati rispettivamente al mondo dell’architettura e al comparto direzionale.

Secondo quanto rilevato dalla terza e ultima indagine, la pandemia di Covid-19 ha modificato profondamente l’idea tradizionale di abitazione, che è diventata anche il luogo di lavoro per miliardi di persone. Analizzando le politiche nazionali, le priorità architettoniche e le tendenze abitative dei Paesi oggetto dello studio, PlanRadar mostra infatti come l’idea di casa sia in continuo mutamento per una serie di fattori che vanno dalle politiche governative ai trend di consumo ed economici, dalle innovazioni tecnologiche ai cambiamenti culturali.

I principali risultati della ricerca mettono in luce aspetti molto diversi da paese a paese:

  • Il 58% dei Paesi vede le case “ibride”, cioè abitazioni in cui gli inquilini vivono e lavorano, come una tendenza fondamentale per il design del futuro.
  • Tre quinti degli interior designer considerano la biofilia una tendenza chiave, due quinti prevedono l’uso di colori più naturali e un quarto ritiene l’eco-chic in voga.
  • Il 66% dei Paesi auspica un uso sempre maggiore di mobili riciclati e sostenibili.
  • Il 92% dei Paesi ritiene che i sistemi di illuminazione avanzati siano ormai una realtà consolidata.
  • Il 91% degli ungheresi possiede una casa di proprietà, il che ne fa il primo Paese per numero di proprietari di case.
  • Il 50,5% dei tedeschi ha una casa di proprietà, la percentuale più bassa dell’Ue e in forte contrapposizione rispetto all’Italia.
  • Il 70% dei cittadini degli Emirati Arabi Uniti vive in affitto anziché in case di proprietà, la proporzione più bassa al mondo. Qui le dimensioni delle camere da letto, di 3m², sono le più ridotte in assoluto.
  • I francesi esprimono interesse per la più ampia gamma di tendenze dell’interior design, con una predilezione per lo stile Japandi, ovvero un mix tra stile giapponese e scandinavo.
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Secondo i dati dell’Ocse, le spese per la casa assorbono circa il 20% del reddito mensile della popolazione, rendendola la più grande fonte di spesa per la maggior parte delle persone. Inoltre si stima che la popolazione mondiale raggiungerà quota 8,5 miliardi di persone nel 2030 e 9,7 miliardi nel 2050, pertanto offrire abitazioni di qualità e in grado di consentire alle persone di vivere in modo sostenibile rappresenta una delle maggiori sfide che la società dovrà affrontare a livello globale.

Alla luce di queste considerazioni diventa fondamentale capire come cambierà la casa e quali caratteristiche diventeranno prioritarie per le persone che le abitano, soprattutto per coloro che lavorano nel comparto immobiliare. Analizzando le proiezioni, gli annunci, le politiche e i white paper presentati da esperti e autorità nel campo dell’architettura in 12 Paesi, PlanRadar ha elaborato un quadro dello stato attuale delle abitazioni in tutto il mondo e della relativa evoluzione attesa nei prossimi anni.

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Dimensioni delle case del futuro

Per capire le tendenze nella progettazione delle abitazioni si è partiti dalle dimensioni delle case nei 12 Paesi oggetto dello studio. I dati dimostrano come gli enti governativi abbiano ormai compreso il bisogno delle persone di avere più spazio a disposizione.

Alcune differenze emergono in modo evidente:

  • I Paesi con la superficie minima più elevata per le abitazioni sono il Regno Unito, la Spagna e l’Austria: un bilocale nel Regno Unito deve avere una superficie minima di 37 mq, in Spagna di 36 mq e in Austria di 30 mq. Al quarto posto c’è la Polonia, dove la superficie minima è di 27,5 mq.
  • Gli altri Paesi europei hanno superfici minime degli appartamenti nella media. In Francia, la dimensione minima legale è di 14 mq, come in Italia. La Repubblica Ceca richiede almeno 16 m².
  • In alcuni Paesi, tra cui gli Stati Uniti e gli Eau, gli standard minimi variano da stato a stato: a New York, ad esempio, la superficie minima di un appartamento è pari a 13,9 mq, alla pari con la Francia, mentre a Dubai le abitazioni private devono avere una superficie minima di 21 mq.

Non è facile dunque stabilire se le case stiano diventando più grandi o più piccole, ma nel campione analizzato da PlanRadar è stato possibile individuare alcune tendenze:

Nel Regno Unito, una legge del 2015 ha fissato la superficie minima per un bilocale per una persona a 37 mq e per un quadrilocale per cinque persone a 93 mq, vietando abitazioni più piccole.

Negli Stati Uniti, la legislazione relativa alle dimensioni delle case viene attuata a livello statale. L’American Institute of Architects (“Aia”), inoltre, ha rilevato un aumento delle dimensioni e del numero di bagni nelle abitazioni nel periodo 2020/21, il che suggerisce che le case stiano diventando più grandi.

In Francia, la superficie minima delle abitazioni più piccole salirà a 28 mq a partire dal 2023, il doppio rispetto a oggi.

In Austria le statistiche mostrano che la superficie media delle case è in leggero calo da un decennio, essendo passata da 99,7 mq nel 2014 a 99,2 mq nel 2015; ciononostante le case sono molto più grandi rispetto alle medie degli anni ‘90, quando si aggiravano intorno agli 86 mq.

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Tendenze dell’interior design

L’evoluzione del design degli ambienti domestici non riflette solo tendenze di breve termine, ma rappresenta anche cambiamenti e preoccupazioni importanti per la società. Di seguito i principali trend emersi dal sondaggio.

Sostenibilità

I consumatori di tutto il mondo sono preoccupati per la crisi climatica e c’è chiaramente un forte interesse per il design che può contribuire ad affrontare e mitigare questo fenomeno di portata globale. In questo frangente, la sostenibilità è probabilmente la tendenza più rilevante per il futuro dell’interior design.

In sette dei 12 Paesi analizzati, la biofilia, la tendenza a utilizzare piante, acqua e altri materiali naturali all’interno e all’esterno è destinata a crescere nel prossimo futuro. In particolare, Germania, Francia e Repubblica Ceca prevedono che i biomateriali diventeranno una delle principali tendenze dell’interior design, mentre Austria, Francia ed Emirati Arabi Uniti propendono più per lo stile l’eco chic.

Case e uffici ibridi

La pandemia ha indubbiamente trasformato anche la natura delle case, diventate per molti anche il proprio luogo di lavoro. In sette dei 12 Paesi, una tendenza chiave è rappresentata dalle case ibride con spazi multifunzionali: le persone desiderano vivere in spazi che possano essere trasformati in ufficio durante le ore di lavoro, per poi utilizzarli come soggiorno (o altro) nel resto della giornata. In cinque dei 12 Paesi (USA, Regno Unito, Germania, Austria e Francia) si prevede la presenza di uffici domestici, con spazi dedicato al lavoro.

Aumentare la luce naturale e le aree esterne

I lockdown dovuti alla pandemia di Covid-19 potrebbero aver influenzato i gusti delle persone anche in altri modi: un quarto dei Paesi dà ora la priorità agli spazi all’aperto, mentre Stati Uniti, Regno Unito, Austria e Francia hanno espresso un maggiore interesse per gli spazi comuni. Nel frattempo, Francia, Repubblica Ceca e Slovacchia hanno mostrato una chiara volontà nell’aumentare la quantità di luce naturale in casa. Insomma, che si tratti di biofilia, di aumento della luce naturale o di aggiunta di balconi o giardini, è chiaro più che mai il desiderio di avere interni delle case che consentano di mantenere le persone a contatto con l’esterno.

Idee uniche e fuori dagli schemi

Sebbene alcune di queste aspettative siano universali, è anche sorprendente notare quanto i gusti differiscano tra i vari Paesi sulla maggior parte delle caratteristiche. Gli americani sono gli unici a volere cucine all’aperto, mentre gli inglesi cercano una maggiore insonorizzazione e i tedeschi desiderano superfici autopulenti. I polacchi amano invece sedersi su pouf e prediligono i toni del marrone, mentre gli spagnoli sono i soli a volere forme più arrotondate negli interni. I francesi hanno i gusti più eclettici, esprimendo interesse per 12 delle 35 tendenze potenziali, seguiti da americani, inglesi e polacchi.

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Le tendenze che stanno cambiando il modo di vivere

La tendenza a prediligere materiali riciclati e/o sostenibili era presente in più della metà dei Paesi: è stata citata come importante in 8 dei 12 Paesi (Germania, Austria, Francia, Spagna, Slovacchia, Ungheria, Italia, Polonia), con un terzo dei Paesi si aspetta di assistere a un maggiore utilizzo di materiali naturali nei mobili e attento alle catene di distribuzione locali.

La pandemia sembra aver influenzato anche le scelte di arredamento: i mobili flessibili o modulari saranno probabilmente presenti nelle case negli Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Austria e Francia, e si prevede inoltre che i mobili a scomparsa diventeranno più popolari anche negli Stati Uniti, Regno Unito e Austria. Nel frattempo, la domanda di mobili ortopedici è destinata a crescere negli Emirati Arabi Uniti e si prevede che i mobili per l’home office saranno più venduti in Francia e Ungheria.

Il report ha osservato anche un interesse crescente per i mobili artigianali: le creazioni su misura saranno ricercate in Austria, Francia e Polonia, mentre i mobili artigianali che integrano tecnologie intelligenti sono destinati a crescere negli Stati Uniti, Austria e Ungheria.

Ma le differenze nei gusti in materia di arredamento sono forse il dato più evidente dello studio, considerato che ogni nazione dimostra di avere preferenze molto diverse. Ecco alcuni esempi che dimostrano quanto possano essere diversificati i gusti.

  • Solo Spagna ed Emirati Arabi Uniti desiderano mobili “ispirati alla natura” (gli spagnoli sono gli unici a volere più mobili ecologici nelle proprie case).
  • La Polonia è l’unico Paese che vedrà crescere il gusto per il design scandinavo, oltre a desiderare mobili realizzati con materiali biodegradabili.
  • La Germania vorrebbe vedere un maggior numero di materiali autopulenti nei mobili.
  • Infine l’Austria vorrebbe vedere più sedie, tavoli, letti e scrivanie stampati in 3d.

Dispositivi intelligenti per la casa

Negli ultimi anni il concetto di casa intelligente – ossia che incorpora sensori e altre tecnologie per migliorare il confort e risparmiare denaro – ha registrato un crescente interesse. La tecnologia, infatti, è sempre più radicata nella vita di tutti i giorni, e la ricerca di PlanRadar ha individuato tre macroaree con cui catalogare questi dispositivi: i sistemi di illuminazione avanzata (11 Paesi), i termostati intelligenti e la sicurezza domestica (10 ciascuno). Queste tecnologie sono già abbastanza diffuse e la loro popolarità deriva dagli evidenti benefici che offrono, dal miglioramento della salute mentale e fisica al risparmio energetico e di denaro. La crisi energetica europea in corso, inoltre, potrebbe accelerarne la diffusione.

Le persone ricercano anche e sempre più spesso l’interazione con la tecnologia: si prevede infatti che la diffusione di altoparlanti intelligenti come il sistema “Alexa” di Amazon crescerà in otto dei 12 Paesi.

Non sorprende che gli Stati Uniti siano al primo posto (insieme alla Francia) per l’interesse nei confronti dei dispositivi smart per la casa: hanno espresso interesse per 14 delle 24 tecnologie analizzate dallo studio. Italia e Germania hanno mostrato interesse per 11 tecnologie, mentre la Slovacchia è la meno interessata, avendone indicate solo cinque.

All’estremità opposta della scala, alcune tecnologie per la casa intelligente molto specifiche sembrano interessare solo una parte del campione:

  • l’Italia è l’unico Paese che considera molto importanti le mangiatoie per animali domestici e i monitor per bambini;
  • gli Stati Uniti sono gli unici a richiedere robot di compagnia e rilevatori intelligenti di perdite d’acqua;
  • Francia e Germania sono le uniche nazioni che hanno espresso un forte interesse per i robot tosaerba.

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