Spazi pubblici esterni | Fogliano Redipuglia, Gorizia

Il Tappeto delle Pietre d’Italia

Il piazzale d’ingresso (tappeto lapideo) alla Casa della III Armata, situata presso il Comune di Fogliano Redipuglia (Gorizia) ospita spazi espositivi come parti integranti del "Memoriale diffuso della Grande Guerra". All'interno di un quadrato di 20 metri di lato sono collocate 8047 pietre, una per ogni Comune italiano, assemblate secondo un motivo geometrico di scomposizione triangolare della forma quadrata, riferibile alle decorazioni lapidee realizzate secondo l'antica tecnica dell'opus sectile.

Il progetto del Memoriale della Grande Guerra “Casa della III Armata” di Fogliano Redipuglia prende avvio dalla riconfigurazione degli spazi esterni ai piedi del Colle Sant’Elia, prospiciente il grande Sacrario Militare. Il progetto fu suddiviso in un primo stralcio funzionale per la realizzazione di una grande area che misura l’estensione bidimensionale di una superficie quadrata di venti metri di lato.

Si tratta della prima testimonianza di una serie di opere incentrate sul restauro conservativo del Sacrario Militare di Redipuglia e sulla ridefinizione del ruolo della “Casa della III Armata” all’interno del Parco della Rimembranza.

La piazza verso il Sacrario | ©Paolo Marcoaldi

Progetto e intervento

Gli spazi antistanti la Casa della III Armata erano prevalentemente utilizzati come aree di transito e sosta per i veicoli dei turisti e del personale. Questo uso carrabile degli spazi compresi tra la Casa e la strada regionale 305 di Redipuglia era rafforzato dalla presenza di una rotatoria, la cui isola centrale era rimarcata in elevato da una siepe a forma di stella che si trova quasi perfettamente in asse con il Sacrario.

Il progetto di riconfigurazione degli spazi esterni ha previsto innanzitutto la chiusura al traffico veicolare degli spazi antistanti la Casa della III Armata, per favorire la relazione visiva e percettiva tra il Sacrario, la Casa e il colle Sant’Elia. Il tappeto diviene, quindi, il naturale recapito geometrico del Sacrario e cerniera visiva dei percorsi che convogliano tutte le direzioni principali.

La sua figura quadrata restituisce dignità formale a uno spazio dai margini indefiniti e scarsamente relazionati con il contesto. All’interno di questo quadrato di 20 metri di lato sono collocate 8047 pietre, una per ogni Comune italiano, assemblate secondo un motivo geometrico di scomposizione triangolare della forma quadrata, riferibile alle decorazioni lapidee realizzate secondo l’antica tecnica dell’opus sectile, rielaborata agli inizi del ‘900 dalla scuola del Bauhaus in opere pittoriche e di tessitoria, principalmente nel lavoro di Anni Albers.

Vista aerea notturna da drone della piazza realizzata | © Fabio Pappalettera.

Dopo aver ultimato la rimozione della pavimentazione esistente e abbattuto gli alberi malfermi, il pavimento viene montato a secco su una struttura di sostegno incassata nel terreno, un sistema costituito da una serie di supporti in acciaio, dimensionati per sostenere i carichi di progetto, sormontati da una griglia metallica sulla quale le singole pietre vengono fissate mediante ancoraggi chimici. Ogni pietra è separata dalle altre in modo da consentire all’impianto d’illuminazione sottostante di lasciar filtrare la luce prigioniera tra le fughe delle pietre.

Di notte il tappeto lapideo si trasforma in un braciere, una lampada che prosegue l’illuminazione del Sacrario verso la Casa della III Armata offrendo al visitatore uno spazio segnato dal passaggio tenue delle scie luminose sulla superficie naturale della pietra. La gravità delle pietre frazionate e l’energia luminosa che tende alla loro rarefazione sono pensate in una densa sintesi poetica in cui alle tinte e alle tessiture materiche delle pietre d’Italia si associa il controluce, attraverso cui la sagoma litica in ombra si staglia su un fondale luminoso, evidenziando i contorni nel passaggio tra i campi a tonalità chiara e quelli a tonalità scura.

Grazie a questa modalità figurale quasi elementare, si è approdati a un sottile gioco sintattico, intessuto di addensamenti chiaroscurali e rarefazioni cromatiche e luministiche in forte dialogo complementare con il Sacrario da un lato e la Casa dall’altro. Il Tappeto delle Pietre d’Italia trova, tra gli altri, un ulteriore riferimento iconografico nella scena finale del film Schindler’s list, nella quale tutti i sopravvissuti del ghetto di Varsavia passano, uno dopo l’altro, sulla tomba del loro salvatore a deporre una pietra.

Le pietre sono legame e memoria, ricordo che si trasfigura in un alto simbolo di riconoscenza, attraverso un passaggio spirituale ininterrotto tra le generazioni; le pietre come gli uomini sono “figlie della terra” che conservano una bellezza senza tempo perché contengono la storia dell’uomo, il suo sapere e perché sono testimoni mute di vita e di morte, di eterna memoria e della forza stessa della vita.

Progetto strutturale

Il progetto strutturale a sostegno del tappeto di pietre è costituito da:

  • grigliato Keller in acciaio S235jr in moduli con barra portante di dimensione 30×2 mm, interasse 33 mm, collegati tra di loro attraverso le barre secondarie di dimensioni 10×2 interasse 66 mm. La scelta del modulo di dimensioni 620×620 mm è stata definita con due finalità: renderla coerente con la maglia del tappeto 625×625 mm e rendere le operazioni di manutenzione agevoli, riducendo il peso del singolo modulo (circa 9 kg);
  • trasverso di appoggio formato da scatolare metallico 50x30x2 mm in acciaio S235jr con interasse 625 mm disposti lungo gli assi B-zg; il trasverso ha la funzione di garantire un appoggio continuo alla barra portante del grigliato Keller;
  • L metallica in acciaio S235jr 40x80x6 mm disposta sul perimetro della vasca in c.a. con funzione di bordatura laterale;
  • scatolare metallico in acciaio S235jr 30x30x2 mm; lo scatolare ha la funzione di supporto verticale disposto lungo gli incroci degli assi con maglia 625×625 mm; gli scatolari sono forniti di piastra di base in acciaio S235jr 110x110x8 mm predisposta per il fissaggio sulla vasca in c.a. tramite ancoraggi meccanici o chimici;
  • vasca in c.a. dimensioni circa 20x20x0.20 m Rck 32/40;
  • magrone di pulizia di spessore 10 cm su cui posare la vasca in c.a. Rck 12/15.

Per proteggere la carpenteria metallica alla corrosione, è stata prevista la zincatura di tutti gli elementi.

Dettaglio | © Marco Introini

Rete fognaria per acque piovane

Per la rete di drenaggio dell’area è stata prevista una fognatura che provvede a recepire le acque provenienti dal tappeto e dal piazzale. Il bacino ha una pendenza dell’1% – 1,5% che fa capo a una canaletta raccogli acque dalla quale derivano le tubazioni di scarico che adducono alla rete principale di scarico delle acque meteoriche.

Impianto lavaggio vasca

La rete di adduzione di lavaggio della vasca è derivata dall’allaccio d’utenza e fa capo a un sistema autoclave posizionato nelle vicinanze dell’ingresso al piazzale. Dal gruppo di pompaggio deriva la distribuzione fino ai singoli ugelli. Il tratto di rete dall’utenza all’autoclave, e da quest’ultima fino all’ingresso vasca, è realizzata in tubazione Pead con posa interrata. La distribuzione all’interno della vasca dei singoli ugelli verrà eseguita con tubazione multistrato isolata contro il gelo, posata a vista con sistemi di fissaggio.

Scavo della vasca e montaggio della sottostruttura.

Impianto elettrico

La retroilluminazione del tappeto lapideo ha lo scopo di conferire al tappeto, nel corso della notte, un suggestivo effetto “braciere”. La tecnologia Led Rgb con controllo Dmx consente la gestione completa dell’illuminazione e rende possibile la realizzazione di vari scenari di luci e di colori (effetto fuoco, tricolore, luce bianca…).

Con il sistema d’illuminazione, l’impianto elettrico si sviluppa per la gran parte all’interno del volume sottostante il tappeto lapideo. Sono perciò stati utilizzati apparati e componenti in “classe II” (doppio isolamento) per una maggiore protezione delle persone contro i contatti indiretti, con grado di protezione Ip67 idonei all’immersione temporanea (per un tempo <30 min).

In prossimità del quadro elettrico è posta la centralina di controllo e gestione dell’illuminazione, dalla quale parte il segnale Dmx su apposito cavo Bus, fino al raggiungimento delle interfacce e dei convertitori installati in prossimità degli apparecchi illuminanti.

Assemblaggio e posizionamento dei moduli pavimentali.

CHI HA FATTO COSA

Opera: Piazza delle Pietre d’Italia
Autori: prof. arch. Orazio Carpenzano [Capogruppo], studio di architettura Tommaso Pallaria, arch. Paolo Marcoaldi, arch. Fabio Balducci, arch. Alessandra Di Giacomo
Luogo: Sacrario Militare di Redipuglia, Via III Armata, 27, 34070 Fogliano Redipuglia (Go)
Responsabile unico del procedimento: ing. Luigi Valerio Sant’Andrea
Progetto storico scientifico: Anna Villari (coord.), Federico Cataldi, Nicola Maranesi, Marco Mondini, Desirée Tommaselli, Gianluca Virga
Strutture: Setin srl, ing. Filippo Daniele
Impianti: ing. Fabio Garzia; c.s.e. ing. Danilo Mori, collaborazione alla redazione del progetto dott. Mauro Pagliaretti, dott. Davide Pirillo, arch. Alessandro Pirisi, dott. Giulia Spiridigliozzi
Committenza: Presidenza del Consiglio dei Ministri – Struttura di Missione per gli anniversari di interesse nazionale, ministero della Difesa – Commissariato generale per le onoranze ai caduti – Gen. Rosario Aiosa
Impresa costruttrice: Bodino Engineering srl
Budget dell’opera: 400.000 euro
Dimensioni: 400 mq (20×20 m)

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