Lombardia | Dissesto idrogeologico

In Lombardia è in aumento il rischio del dissesto idrogeologico

Sono 580mila i lombardi che vivono in aree a severo rischio idrogeologico. I rappresentanti delle categorie professionali ritengono insufficienti le misure di prevenzione affidate alla pianificazione comunale. Situazione aggravata dalle risorse fermate dal Patto di stabilità.

Ance Lombardia, Legambiente Lombardia, Consulta Regionale degli architetti e Ordine dei geologi della Lombardia hanno presentato il focus Lombardia del rapporto sullo stato del Rischio del territorio italiano, curato da Ance-Cresme Ricerche.dissesto idrogeologico Il rapporto riguarda la ricognizione più aggiornata dell’esposizione a rischi da frane, alluvioni ed eventi sismici a cui è sottoposto il territorio. I numeri sono una conferma del quadro allarmante di una regione in cui 580mila persone (ovvero quasi il 6% dell’intera popolazione regionale) sono esposte a rischio per il solo fatto di risiedere in aree a forte criticità idrogeologica. In queste aree risultano infatti localizzati ben 99mila edifici residenziali, di cui un sesto nella sola provincia di Pavia. Si tratta di aree che interessano il 9% della superficie regionale e che sono dislocate nel territorio amministrato dal 60% dei comuni lombardi. Nelle aree vi sono anche le attività produttive, le scuole e gli ospedali: complessivamente sono 50mila gli insediamenti esposti, che occupano 200mila addetti. Allarmante è il dato relativo a scuole, ospedali e imprese: 623 scuole, 50 ospedali e oltre 5000 industrie sono localizzati in aree ad elevato rischio. Nelle aree ad elevato rischio della Lombardia la popolazione esposta è aumentata del 9% dal 2001, e il numero di abitazioni è cresciuto del 15,2%, dati superiori anche alle medie nazionali.

Damiano Di Simine | Presidente Legambiente Lombardia
Damiano Di Simine | Presidente Legambiente Lombardia

Damiano Di Simine | Presidente Legambiente Lombardia «Nonostante dal 1997 vige l’obbligo di studio geologico nella pianificazione comunale le scelte localizzative appaiono indifferenti ai fattori di rischio idrogeologico, anche per la sopravvivenza di antiche previsioni urbanistiche che pochi amministratori hanno il coraggio di mettere in discussione: il risultato è che popolazione e insediamenti continuano ad assieparsi in aree che potrebbero finire sott’acqua e venir invase dai detriti». In Lombardia, nei soli anni compresi tra il 2009 e il gennaio 2014 il Cresme vi ha rilevato 125 eventi di dissesto che, in almeno 25 casi, hanno causato danni a persone, oltre che a edifici e infrastrutture, con perdite di vite umane, anche se in numero limitato (2 vittime) e danni o minacce agli edifici che hanno comportato la necessità di sfollare 630 persone.

Vincenzo Giovine | Presidente Ordine Geologi lombardi «Affinchè gli studi geologici a corredo dei Piani di Governo del Territorio possano rispondere perfettamente alle esigenze di tutela e sicurezza di un territorio, dal punto di vista dei rischi di carattere geologico, idrogeologico o sismico è necessario che sia certa e non venga a mancare l’azione di controllo esercitata, a tutti i livelli, dagli enti territoriali comunali o sovracomunali. I progetti degli interventi edificatori pubblici e privati, come già avviene per le prescrizioni urbanistiche, devono obbligatoriamente essere verificati dai tecnici delle amministrazioni locali a livello puntuale verificando la conformità degli stessi con i contenuti degli strumenti urbanistici controllando, in particolar modo l’incidenza, l’impatto e le modifiche che ogni singolo intervento opera sull’ambiente circostante. Solo attraverso l’azione di controllo e verifica sarà garantita l’efficacia degli studi di pianificazione».

Rischio sismico. Al rischio idrogeologico si aggiunge poi quello sismico, rischi sismici significativi interessano il 3,5% del territorio regionale, con una popolazione esposta di 172.773 abitanti distribuiti in 38.885 edifici residenziali. Oltre a questi, in aree a rischio sismico si trovano 14.166 attività economiche, con 47.199 addetti: tra queste, 180 scuole e 16 ospedali. Gli eventi sismici significativi (superiori al 3° grado di magnitudo) sono stati 23 nel periodo 2005-2014, e, anche se nessuno è risultato classificabile come grave, hanno drammaticamente messo in evidenza lo stato di gravissima fragilità del patrimonio edilizio esistente. Le province orientali sono le più interessate. dissesto territorio

Manutenzione e investimenti. Per ridurre il rischio occorre agire su più fronti: la gestione del territorio richiede un’assidua e coordinata azione di manutenzione per evitare l’innesto di nuove fenomenologie di dissesto, prevenendo nuovi insediamenti in aree già riconosciute come soggette ad alluvioni e frane e se necessario programmando la delocalizzazione degli insediamenti più a rischio. Occorre poi mettere in sicurezza il patrimonio edilizio (a partire da scuole, ospedali ed edifici pubblici) verificandone la sicurezza statica e adottando prescrizioni e modalità costruttive antisismiche. Per questo occorrono risorse, che devono essere collocate in cima alle priorità d’investimento pubblico ma anche adeguatezza della spesa, con appostamenti finanziari e progetti congruenti alle priorità. Il rapporto effettua una stima delle risorse investite in particolare sulle opere di prevenzione: in particolare gli investimenti urgenti per la manutenzione del territorio, finanziati ai sensi del dl 180/98, ammontano a 415 milioni di euro nell’intero periodo 1999-2013; mentre gli investimenti ambientali, con finanziamenti prevalentemente a carico degli Enti Locali, sono stimati in 1850 milioni di euro su un periodo che va dal 2002 al 2011. Complessivamente, dunque, un ammontare significativo, di poco superiore ai 200 milioni annui, che appare però insufficiente a far fronte alle necessità, considerato che gran parte di queste risorse sono giustamente assorbite da grandi e complessi interventi, dalla sicurezza idraulica di Milano alla paleofrana del Lago d’Idro, che però rappresentano una porzione minore dell’immensa casistica di episodi di dissesto.

Angelo Monti | Presidente Consulta Architetti Lombardia
Angelo Monti | Presidente Consulta Architetti Lombardia

Angelo Monti | Presidente Consulta Architetti Lombardia «La vulnerabilità ha guidato prevalentemente investimenti e programmi di urgenza e politiche dell’emergenza. La consapevolezza è che solo una disciplina di prevenzione e programmazione può sostenere una seria difesa del suolo. Questo a partire dalla richiamata sostenibilità delle trasformazioni urbanistiche di salvaguardia degli ambiti sensibili alla convinzione che la riqualificazione preventiva del patrimonio edilizio in termini di sicurezza sia colta non come costo ma necessario investimento civile, sociale ed anche economico».

Gianluigi |Coghi Coordinatore Centro studi Ance Lombardia
Gianluigi Coghi | Coordinatore Centro studi Ance Lombardia

Secondo quanto è emerso c’è la situazione paradossale delle risorse pubbliche che scarseggiano, e in particolare mirino della critica vi è il patto di stabilità, che impedisce di attuare interventi anche quando gli enti locali hanno le risorse in cassa, che invece potrebbero essere destinate a priorità ben definite, a partire dalla messa in sicurezza dell’edilizia scolastica e porre rimedio alla situazione è il forte appello di Gianluigi Coghi, coordinatore del centro studi di Ance Lombardia, «escludiamo le spese per la prevenzione del rischio idrogeologico dal computo del Patto di Stabilità interno, un meccanismo troppo rigido che impedisce di spendere i soldi anche alle amministrazioni che ce li hanno: in Lombardia si tratta di 1 miliardo di euro».

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