Ance | Osservatorio congiunturale

Industria delle costruzioni: crescita ancora troppo contenuta

Le previsioni di crescita per il 2017 fanno riferimento a una crescita ingessata. Mentre si conferma il trend positivo degli investimenti in riqualificazione del patrimonio abitativo si registra un rallentamento per la nuova edilizia abitativa ed è migliore la stima per le costruzioni non residenziali private. Lieve aumento nelle opere pubbliche. Si fa leva sulle risorse per le infrastrutture. Un migliore accesso al fondo di garanzia, il fondo d’investimenti e sviluppo infrastrutturale e la ricostruzione delle zone colpite dal sisma nel Centro Italia.

La ripresa dell’economia italiana continua ad essere considerata fragile: il 2016, appena concluso, secondo l’Istat, ha registrato un aumento del Pil appena dello 0,8% in termini reali.
La situazione risulta ancora incerta per quanto concerne il mercato delle costruzioni.

La stima formulata dall’Ance in riferimento al 2016 è stata di un lieve aumento degli investimenti in costruzioni dello 0,3% in termini reali (+0,2% in valore), confermando così la previsione già espressa nell’Osservatorio dello scorso luglio. Questa stima tiene conto del sentiment delle imprese associate, espresso nell’indagine rapida di ottobre scorso, di un lieve allentamento della crisi.

L’indice Istat della produzione nelle costruzioni, evidenzia, nei primi dieci mesi del 2016, un lieve calo dello 0,2% nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente.

L’analisi mensile dei dati rileva, dopo un inizio di anno positivo, un andamento di riduzione nei mesi successivi, intervallato dalle sole variazioni tendenziali positive di aprile (+2,8%) e di agosto (+5,1%).slide-osservatorio-congiunturale-gennaio-2017_pagina_03

L’occupazione

Con riferimento ai dati occupazionali le costruzioni continuano a essere l’unico settore di attività economica a segno negativo. Nei primi nove mesi del 2016 gli occupati si riducono del 4,9% su base annua, a fronte di un aumento degli addetti dell’1,4% nell’insieme dei settori di attività economica.

Il bilancio complessivo dei posti di lavoro persi nelle costruzioni dall’inizio della crisi continua ad aumentare: dal quarto trimestre 2008 al terzo trimestre 2016 le costruzioni hanno perso quasi 600.000 posti di lavoro, con una flessione in termini percentuali del 30%.

Anche in termini di imprese, il dato è negativo. Tra il 2008 e il 2014, sono uscite dal settore delle costruzioni oltre 100mila imprese (-16%). La crisi ha colpito maggiormente le imprese con oltre 1 addetto (-26,9%) e le medie imprese fino a 49 addetti hanno registrato la cessata attività per il 40%. Sono scomparse dal mercato quasi un terzo (-31%) delle imprese con più di 50 addetti.slide-osservatorio-congiunturale-gennaio-2017_pagina_05

I comparti

La stima dell’Ance nel 2016 per gli investimenti in nuova edilizia residenziale si attesta al -3,4% in termini reali rispetto al 2015. I dati Istat sui permessi di costruire continuano a calare.

Note positive per quanto concerne le riqualificazioni del patrimonio abitativo: si conferma la dinamica positiva giungendo così a rappresentare il 37% del valore degli investimenti in costruzioni. Per quanto concerne gli investimenti privati in costruzioni non residenziali il 2016 ha registrato un aumento dello 0,8% in termini reali. Lieve è stato l’aumento nelle opere pubbliche: 0,4%.

I bandi di gara per i lavori pubblici nel corso del 2016 hanno registrato un ridimensionamento della domanda. Su questo ha inciso lo shock da innovazione e l’incertezza derivante dall’applicazione delle nuove regole legate all’entrata in vigore del nuovo Codice degli appalti. Nei primi 11 mesi dell’anno scorso i bandi di gara per lavori sono diminuiti del 2,3% nel numero e del 12,6% in valore nel confronto con il 2015.slide-osservatorio-congiunturale-gennaio-2017_pagina_06

Le previsioni

La previsione dell’associazione dei costruttori parla di un aumento dello 0,8% in termini reali (+1,8% in termini nominali) degli investimenti in costruzioni. L’analisi fa leva sull’impatto sui livelli produttivi delle misure contenute nella legge di bilancio 2017 finalizzate al rilancio degli investimenti infrastrutturali e al rafforzamento degli incentivi fiscali esistenti e, in particolare agli interventi di messa in sicurezza sismica e di efficientamento energetico.

La legge di bilancio ha rivolto grande attenzione al comparto dell’edilizia e ha previsto misure che una volta attuate potranno realmente la ripresa degli investimenti pubblici e privati. Il superamento del Patto di Stabilità interno, il rilancio degli investimenti territoriali, l’avvio della ricostruzione delle zone colpite dagli eventi sismici nel Centro Italia, insieme al fondo per gli investimenti e allo sviluppo infrastrutturale del Paese dovrebbero avere un impatto positivo sull’attività del comparto edile.slide-osservatorio-congiunturale-gennaio-2017_pagina_09

Un’ulteriore leva per gli investimenti può derivare dalla proroga per cinque anni, ovvero dal 2017 al 2021 della detrazione Irpef-Ires delle spese sostenute per interventi di messa in sicurezza statica delle abitazioni e degli immobili a destinazione produttiva, situati nelle zone ad alta pericolosità sismica.

Da segnalare che la norma prevede un potenziamento della detrazione (fino all’85%) se l’intervento interessa interi condomini con conseguente riduzione del rischio sismico. Nel dettaglio dei singoli comparti è prevista una crescita pari all’1,9% rispetto all’anno appena conclusosi per quanto concerne gli investimenti in opere pubbliche, un aumento dell’1,4% per gli investimenti di manutenzione straordinaria sullo stock abitativo e un investimento dello 0,3% per gli investimenti del non residenziale privato.slide-osservatorio-congiunturale-gennaio-2017_pagina_13

Solo gli investimenti in nuove abitazioni continuano a registrare segni negativi: la previsione per il 2017 rispetto al 2016 registra un calo dell’1,4%. Un ulteriore rafforzamento per la ripresa del settore può venire dalla proroga della misura riguardante la detrazione del 50% dell’Iva per l’acquisto di case in classe energetica A o B (misura introdotta dalla legge di stabilità 2016 scaduta lo scorso anno).

Tra le altre misure si potrebbe considerare la riduzione dell’imposta di registro per la rottamazione di case obsolete ed energivore con la permuta con abitazioni in classe energetica elevata, insieme al riconoscimento della detrazione Irpef del 50% per gli interventi di demolizione e ricostruzione con ampliamento volumetrico e un regime premiale (registro e ipocatastali fisse) per l’impresa che acquista immobili da riqualificare energeticamente entro i 5 anni successivi.slide-osservatorio-congiunturale-gennaio-2017_pagina_17

Il mercato immobiliare

L’andamento positivo delle compravendite di abitazioni nel terzo trimestre dello scorso anno (+17,4%) ha coinvolto sia i comuni capoluogo sia quelli non capoluogo e ha riguardato tutte le aree geografiche del Paese.

Le infrastrutture

Le risorse per nuove opere pubbliche riguardano nel 2017 un incremento in termini reali del 23,4% rispetto all’anno precedente. La crescita delle risorse è dovuta principalmente al fondo investimenti e sviluppo infrastrutturale e alla risorse previste per la ricostruzione del Centro Italia. Il fondo investimenti e sviluppo, dotato di 47 milioni negli anni 2017-2032, di cui 8,5 miliardi nel triennio 2017-2019, finanzierà trasporti e viabilità, infrastrutture, difesa del suolo, edilizia pubblica, prevenzione del rischio sismico e andrà ad alimentare il piano nazionale per la messa in sicurezza del territorio e del patrimonio immobiliare “Casa Italia”.

Terremoto Centro Italia | Finanziamenti per la ricostruzione

Per la ricostruzione delle zone colpite dagli eventi sismici del Centro Italia la legge di bilancio prevede un finanziamento complessivo stimato in 6mila milioni di euro così articolato:

100 milioni di euro per l’anno 2017 e 200 milioni di euro annui dall’anno 2018 all’anno 2047 per la concessione del credito d’imposta maturato in relazione all’accesso ai finanziamenti agevolati, di durata venticinquennale, per la ricostruzione privata. Si stima che questo stanziamento sia in grado di attivare investimenti per la ricostruzione privata pari a 4.650 milioni di euro;

200 milioni di euro per l’anno 2017, 300 milioni di euro per l’anno 2018, 350 milioni di euro per l’anno 2019 e 150 milioni di euro per l’anno 2020 (1.000 milioni di euro complessivi) per ricostruzione pubblica;

300 milioni di euro a valere sui programmi operativi cofinanziati dai fondi strutturali 2014-2020 delle Regioni colpite dall’evento sismico del 24 agosto 2016.slide-osservatorio-congiunturale-gennaio-2017_pagina_30

Credito | Le imprese pensano a strumenti di finanza alternativa

Mentre continua a diminuire la rischiosità delle costruzioni le erogazioni si contraggono ancora. È stato registrato un -4.3 per cento nel settore abitativo e -14,1% nel non residenziale. Questo calo delle erogazioni è spiegabile con i profondi problemi del sistema bancario alle prese con la sottocapitalizzazione, il livello elevato delle sofferenze, i problemi nella raccolta a media e lunga scadenza.

A fine anno il Governo ha varato un dl a favore delle banche in crisi. A prescindere dall’impatto sociale di tutela del risparmio contenuto nella norma è importante capire quale ruolo, quale profilo gestionale e quali politiche creditizie assumeranno le banche salvate con risorse pubbliche (20 miliardi).

Due possibili soluzioni possono dare nuovo impulso ai finanziamenti alle imprese: la nuova operatività del fondo di garanzia per le pmi e il nuovo strumento di capitalizzazione del Mise. Dall’indagine ance presso le imprese associate è emerso inoltre un sempre maggiore interesse per gli strumenti di finanza alternativa: minibond, crowdfunding, fondi di private equity e specializzati in infrastrutture).slide-osservatorio-congiunturale-gennaio-2017_pagina_21Qui l’Osservatorio Congiunturale Ance

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