Festival Architettura in Città | Paracity

Installazione temporanea a Torino: legno e policarbonato per un’architettura parassita

Progettata e realizzata a Torino un’installazione multimediale in cui si spiegano i principi dell’architettura parassita. Si percorre così un archetipo di paesaggio urbano realizzato con strutture di legno che rievocano i fronti ciechi degli edifici, intesi come spazi verticali edificabili.

«Si scrive Paracity ma si legge parassiti e Parassiti sono le architetture senza suolo, ovvero organismi edilizi autosufficienti che si servono di edifici esistenti per poter vivere, alla stregua di organismi biologici parassiti.

Paracity
Paracity | Copertura piana intermedia tra i fabbricati del complesso del Basic Village a Torino dove viene posta l’installazione interattiva in legno, alluminio e policarbonato Paracube.

Il termine, lungi dall’avere un’accezione negativa, serve a spiegare una forma progettuale che prevede l’introduzione di corpi architettonici nuovi e distinti in edifici e/o strutture urbane esistenti con le quali condividono principalmente suolo, strutture e impianti in un legame di necessità parassitaria.
Paracity è un progetto che crede nella città e nelle sue potenzialità e che opera in un’ottica di sostenibilità ambientale e sociale volta a limitare le nuove strutture edilizie in favore del massimo riutilizzo dell’esistente, ci spiega Giuditta Gandelli dell’impresa Gandelli Legnami entrando nel merito dell’intervento compiuto a Torino.
Il progetto nasce dopo una lunga e inedita osservazione della città e si sviluppa attraverso due direttrici.
La prima riguarda l’attività di ricerca e sviluppo avvenuta negli anni in ambito universitario presso il Politecnico di Torino, prima nel Laboratorio d’Innovazione Tecnologica con particolare attenzione alla scienza e tecnologia dei materiali da costruzione utilizzabili, poi con vari progetti e casi studio sviluppati nell’Atelier Costruire nel Costruito.
Dall’attività accademica sono scaturiti vari elaborati tra i quali anche diverse tesi di laurea che approfondiscono il tema dell’architettura parassita. La seconda direttrice investe una sfera più diretta e pragmatica riguardante l’attività di progettazione svolta in ambito professionale, attraverso l’elaborazione di progetti, la partecipazione a concorsi e a eventi culturali.
Cercando tra gli scarti urbani suggestioni e luoghi d’intervento da sfruttare da veri e propri parassiti, saltano all’occhio le interruzioni del tessuto urbano quali punti incompiuti, accostamenti non risolti, come anche i fronti ciechi degli edifici. Essi possono divenire il punto di partenza per nuove elaborazioni progettuali che utilizzando le tecnologie attuali, permettono di eseguire interventi minimi, ridotti, sostenibili, capaci di integrarsi all’esistente, sovrapponendosi a esso e suggerendo nuove possibilità prima non contemplate dalla realtà costruita – continua l’esponente dello studio di progettazione specificando che l’essenza rivitalizzante del parassita in architettura e nel settore delle costruzioni edili è in grado di dare nuovo senso e nuova vita ad architetture esistenti ma dimenticate oppure non sfruttate per la funzione che dovrebbero svolgere, per creare una città che non si cancelli, ma che sedimenti l’esistente arricchendosi con nuovi segni.
In Italia la normativa e le possibilità di applicazione di tecnologie costruttive non convenzionali rappresentano due grandi limiti per l’applicazione di questa filosofia, essendo esse rispettivamente ancorate a una metodologia di governo del territorio non sufficientemente stabile e rapida e a prassi edilizie tradizionali.

Concept di progetto
Paracity | Concept di progetto.

Paracity propone una lettura della trasformazione della città che sostituisce alla logica dei macro interventi e delle grandi varianti dei Piani Regolatori, una modalità d’implementazione debole, basata su pratiche di agopuntura che consistono nell’inserire interventi puntuali in punti nevralgici in modo da ridare energie ai singoli corpi edilizi.
Sulle eredità del passato e sugli edifici figli del boom edilizio degli anni 60’ possono aprirsi ora nuove ipotesi d’intervento per ridisegnare la città in modo organico, completandola e accrescendone democraticamente i linguaggi, dando risposta al fabbisogno di nuovi spazi da vivere e abitare senza continuare a consumare preziosi suoli agricoli».
La filosofia che sta alla base del progetto scaturisce da una domanda fondamentale: la città costruita ha già esaurito le sue potenzialità edificatorie?
Secondo quanto asserito dall’arch. Gandelli la sfida da affrontare è quella di dimostrare che è possibile superare i vincoli normativi con l’applicazione lineare e logica del pensiero che oggi, nei programmi politici, è purtroppo solo uno slogan: il consumo zero del territorio. Cavalcando l’onda emotiva di un sentire collettivo che comprende i rischi della progressiva e inarrestabile cancellazione del territorio naturale, nascono i piani di tutela del paesaggio e del territorio, ma non ci sono strumenti che consentano di superare gli standard igienico-edilizi, nati in decenni in cui era fondamentale rispettare certi parametri, ma che oggi la tecnologia ha reso obsoleti.

SUOLO EDIFICABILE E PIANO VERTICALE DELL’ESISTENTE
L’iniziativa parte dalla città di Torino e dai suoi muri ciechi che divengono nuove terre per nuove architetture: il suolo edificabile s’identifica con il piano verticale dell’esistente.
Il parassita urbano, sfruttando questi spazi al limite del costruito, vuole porsi come nuova strategia di densificazione della città, di sovrascrittura dei manufatti esistenti, permettendo di mettere in discussione gli strumenti urbanistici e architettonici e di concretizzare un movimento fondato sul riciclaggio architettonico e urbano. Attraverso ipotesi progettuali contestualizzate all’interno della città di Torino, si è cercato di dimostrare come l’architettura parassita incentivi la riduzione del consumo di suolo, l’alleggerimento della congestione infrastrutturale, il rinnovo sociale degli spazi e permetta d’introdurre nuove dinamiche compositive, tecnologiche e spaziali.

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Paracity | Montaggio della base in pannelli X-Lam fissati con piastre.

Il progetto Paracity viene presentato per la prima volta nel 2013, in occasione della terza edizione del Festival Architettura in Città, alle Officine Grandi Riparazioni (Ogr) di Torino con il titolo: Paracity. Architetture senza suolo. Nell’ambito della manifestazione, viene progettata e realizzata un’installazione multimediale in cui si spiegano i principi dell’architettura parassita, consentendo ai visitatori di percorrere un archetipo di paesaggio urbano realizzato con strutture di legno che rievocano i fronti ciechi degli edifici, intesi come spazi verticali edificabili.

FRONTI CIECHI E TESSUTI URBANI SCLEROTIZZATI
Dopo il successo e l’interesse riscontrato, il progetto si espande nelle città con l’obiettivo di parassitare milioni di spazi in centinaia di città, per dare un nuovo senso agli spazi della collettività che versano in gravi condizioni di degrado.
Il tema è stato esteso dai fronti ciechi degli edifici a tutti gli spazi che i tessuti urbani ormai sclerotizzati offrono numerosi quali addizioni, sopraelevazioni, riplasmazioni, fusioni, completamenti, operando delle vere e proprie inserzioni urbane. Sostenendo e proponendo che non consumare ulteriore suolo sia l’unica e inevitabile direzione da seguire per uno sviluppo intelligente e sostenibile delle nostre città.

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Paracity | Telaio Portante in Alluminio dei pannelli in policarbonato.

Il parassita chiede un cambiamento di mentalità che parte dai progettisti per riversarsi a cascata nelle istituzioni dove è necessario rinnovare gli strumenti del mestiere per arrestare definitivamente i lucrosi processi di cementificazione del territorio.
I progetti Paracity diventano così un oggetto che si confronta con le istituzioni per riscrivere le norme che definiscono i rapporti tra spazio pubblico e privato, incentivando il riuso e rendendo sconvenienti, in termini di oneri, gli insediamenti sui terreni periferici.
Occorre vietare che i nuovi piani regolatori rendano edificabili i terreni agricoli, occorre disinnescare la pratica della speculazione edilizia, rendendo fiscalmente poco conveniente mantenere terreni agricoli non coltivati in attesa di un prossimo cambio di destinazione d’uso. Tutte queste operazioni vanno accompagnate da un processo di rinnovamento culturale, che molti cittadini hanno già compiuto.

MODULO PARACUBE
In occasione del Festival di Architettura in Città 2014 il cambiamento arriva e si manifesta concretamente con la realizzazione del Paracube, installazione interattiva in legno, alluminio e policarbonato posta con un leggero sbalzo su una copertura piana intermedia che spicca tra i fabbricati del complesso del Basic Village a Torino.

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Paracity | Posa del primo portale in policarbonato rosso.

Il Paracube a una prima osservazione si rivela essere un intervento di microarchitettura estemporanea ma realizzabile, che si colma di luce grazie al gioco di trasparenze e visuali determinato dall’uso del policarbonato. Il legno posto alla base dona alla struttura la solidità necessaria e assolve la funzione di basamento sul quale si innestano profili metallici e connettori in alluminio che permettono l’elevazione delle pareti, mantenendo al contempo un’elevata leggerezza rispetto alle tradizionali fondamenta.
La scelta dei materiali è stata dettata dalla necessità di non appesantire le strutture portanti degli edifici esistenti; la salvaguardia dell’esistente è stata operata posizionando una guaina protettiva e un tappeto in erba sintetica che evitano di danneggiare l’elemento ospitante. Per uniformare il Paracube alla tematica del Festival sono stati collocati 4 «cannocchiali» visivi che rimandano ai 4 temi: Apprendere, Lavorare, Nutrirsi, Oziare.
Attraverso di essi, il visitatore può guardare cosa accade all’interno del parassita, accedendo alle quattro visuali proposte.

IL POLICARBONATO
Il policarbonato è un tecnopolimero innovativo e versatile per le sue caratteristiche di trasparenza, isolamento termico e resistenza agli urti. In edilizia viene ampiamente impiegato nella produzione di lastre alveolari e compatte e pannelli modulari, ottenuti mediante il processo di estrusione continua, della materia prima.
Durante la fase di produzione, tramite la tecnologia della co-estrusione, il prodotto viene protetto dall’esposizione ai raggi ultravioletti garantendone la durata nel tempo.

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Paracity | Fissaggio angolare dei pannelli profilo-portale.

Dal punto di vista estetico, il policarbonato può essere opportunamente colorato per modulare la trasmissione luminosa, ottimizzare l’effetto ombra permettendo quindi un minor surriscaldamento dell’ambiente interno.
La continua ricerca di nuovi materiali e l’abbinamento a specifici accessori per il montaggio, garantisce allo stesso tempo un facile montaggio, e la rispondenza alle normative in merito alla resistenza al fuoco, ai carichi e per la sicurezza degli edifici. In particolar modo i prodotti sono conformi alle normative per l’isolamento termico e il risparmio energetico negli edifici.

I PANNELLI X-LAM
L’X-lam o Cross Lam è un prodotto per l’edilizia in legno lamellare a strati incrociati composto da un minimo di tre pannelli monostrato in legno massiccio incollati fra loro ad angolo di 90°.
Attualmente la dimensione massima producibile è di 2,95×16 m. In funzione dei requisiti statici, i pannelli possono contare un maggior numero di strati e di conseguenza uno spessore maggiore. Per l’incollaggio viene impiegata colla ecologica, la cui percentuale non supera l’1% sul totale dei componenti del prodotto.
L’X-Lam offre possibilità praticamente illimitate in fatto di progettazione, stile e architettura, risulta assolutamente compatibile con gli altri materiali da costruzione. E si presta per la realizzazione di muri esterni, di pareti interne, di solai e di coperture.
Gli elementi, già pre-dimensionati e sagomati, vengono trasportati via camion direttamente in cantiere, dove l’impresa edile procede al montaggio.

PRE-MONTAGGIO
Al fine di ottimizzare le varie fasi di posa in opera delle strutture e data la precarietà dello spazio di posa in cantiere, durante la produzione degli elementi strutturali e di rivestimento si è proceduto al pre-montaggio del modulo parassita in officina.
Tale operazione ha permesso di eseguire in modo sicuro la posa in opera e la predisposizione di tutti gli elementi necessari per il montaggio in cantiere. Si sono, infatti pre-assemblati gli elementi strutturali di connessione, i pannelli di tamponamento e i pannelli in alluminio composito per il tamponamento dei timpani.

FASI DI MONTAGGIO
L’area scelta e messa a disposizione per la posa del modulo parassita era situata al secondo piano su una superficie piana in cemento dotata di rivestimento in guaina impermeabile bituminata. Pertanto, la posa in opera delle strutture è stata attuata in modo da non pregiudicare o danneggiare in alcun modo il manto di copertura esistente. Dopo aver trasferito in quota tutti gli elementi necessari per il montaggio, si è proceduto secondo il seguente schema:

  • stesura del manto in erba sintetica sulla copertura esistente a protezione della guaina bituminosa esistente
  • posizionamento e assemblaggio della base in legno X-Lam
  • preparazione dei connettori in alluminio e prefissaggio per la posa alla base in X-Lam
  • posizionamento dei pannelli in policarbonato sui telai in alluminio, secondo la progettazione e l’alternanza dei colori
  • inserimento dei cannocchiali negli alloggiamenti preformati sui pannelli di tamponamento, fissati con viti mediante avvitatore automatico.
  • applicazione delle serigrafie in vinile polimerico sui pannelli perimetrali per la brandizzazione degli elementi
  • posizionamento di un pannello a led atto a garantire la visibilità notturna del modulo Paracube.
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Paracity | Paracube a lavori ultimati.

Il modulo di 2.40×2.40×2.40 metri ha una base d’appoggio realizzata mediante 4 pannelli in legno strutturale X-Lam di larghezza 600 mm e di spessore 100 mm, resi solidali tra loro mediante delle apposite staffe d’unione in acciaio. Questa base robusta e leggera ha garantito un solido ancoraggio delle strutture di tamponamento costituite da telai in alluminio sui quali sono stati ancorati i pannelli di policarbonato alveolare. Il sistema modulare in policarbonato utilizzato per la realizzazione dei tamponamenti del modulo parassita è a parete multipla, con larghezza 600 mm e spessore 20 mm a sei pareti.

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Cos’è? Sistema modulare di policarbonato alveolare biprotetto per coperture traslucide
ArcoPlus 626 reversò è un sistema modulare composto da pannelli di policarbonato alveolare coestruso a 6 pareti, con spessore di 20 mm, ancorato alle strutture esistenti mediante apposite staffe d’ancoraggio.
I pannelli sono resi solidali tra loro mediante un profilo coprigiunto in policarbonato protetto, assemblabile a scatto, o mediante un connettore in alluminio, che garantiscono una perfetta tenuta all’acqua.
Al fine di garantire la tenuta al carico neve e la resistenza alle sollecitazioni in depressione, si consiglia la posa delle staffe d’ancoraggio per ogni arcareccio.
Il fissaggio dei pannelli di policarbonato alla struttura sottostante, avviene mediante apposite staffe, che dovranno essere ancorate agli arcarecci mediante idonee viti (escluse dalla fornitura) autoperforanti-autofilettanti (su strutture metalliche), e mordenti (strutture di legno). Il sistema prevede la possibilità di scegliere un diverso tipo di profilo d’unione, in base alle necessità di portata richiesta.

Al fine di controllare la temperatura interna del modulo, il materiale è stato prodotto con un particolare trattamento denominato Ir, che riduce il calore proveniente dal riscaldamento solare delle superfici esterne, limitando l’irraggiamento interno. I montanti in alluminio sono stati ancorati alla base in X-Lam attraverso dei rivetti; una volta stabilizzata la struttura verticale, sono state montate a incastro le traverse in alluminio.
Per dare continuità al rivestimento in policarbonato, i pannelli sono stati precedentemente sottoposti a una particolare lavorazione di pre-taglio che garantisce la realizzazione di angoli retti, consentendone l’inserimento all’interno dei profili in alluminio.
Il principio di realizzazione di tutta la struttura sfrutta la versatilità del materiale di rivestimento, che permette di ottenere 4 portali caratterizzati da superfici continue, senza profili di raccordo e finiture che assolvono la funzione di parete e copertura. La giunzione di questi elementi è stata ottenuta mediante appositi connettori in alluminio estruso, ancorati alla base in legno e posti all’interno del tamponamento con funzione strutturale e di giunzione tra i pannelli.
Per completare la struttura di tamponamento, si sono realizzati dei pannelli in alluminio composito che, integrati con i profili estrusi di sostegno, garantiscono sia la tenuta agli agenti atmosferici sia il perfetto raccordo con gli altri elementi in policarbonato.
All’atto pratico grazie alla costruzione del Paracube, si è messo in evidenza un nuovo modello di crescita urbana che racconta l’architettura parassita, una metafora che apre nuove ipotesi di intervento per ridisegnare la città e dare risposta al fabbisogno di edificato alternativo alla demolizione e al consumo di suolo. Lo scopo di questa modalità di esplorazione urbana è stato inoltre di far percepire agli abitanti quanti e quali siano i «terreni verticali» nella città. Ad implementazione pratica di questa finalità è stata sviluppata un’applicazione mobile, la parAPPcity.it, che consente a chiunque d’intervenire nel censimento dei fronti ciechi dei fabbricati, aprendo quindi la chiamata a tutti i cittadini che vorranno impegnarsi in prima persona, fotografando e georefenziando muri ciechi e spazi urbani parassitabili.

Caratteristiche dell’involucro
Nome prodotto: ArcoPlus626
Spessore: 20 mm
Struttura: 6 pareti
Larghezza utile modulo: 600 mm
Isolamento termico: 1,7 W/mqK
Isolamento acustico: 20 dB
Dilatazione lineare: 0,065 mm/m°C
Reazione al Fuoco: EuroClass B-s1,d0

Chi ha fatto Cosa
Committente: Festival architettura in città 2014
Location: Tetto del Basic Village Torino, Corso Regio Parco 39
Superficie coperta: Mq 5,76
Progettazione: Davide Maria Giachino; Giorgio Rolando; Vladyslav Mazur; Giuditta Gandelli; Simona Valenti; Tamara Del Bel Belluz
Consulente strutture policarbonato: Francesco Martinolich; Pier Paolo Nardi
Consulente strutture legno: Luca Demasi; Daniele Marucco
Posatori: Andrea Dellino; Gianluca Calegaro; Silvio Ruffoni; Bruno Multari
Direzione lavori: Studio element, Davide Maria Giachino
Elementi in legno: Gandelli Legnami srl
Elementi in policarbonato: Docks&Docker sas,  dott. Gallina srl
Elementi Adesivizzati: Colorecolori srl, Igino Biagini
Prove di montaggio in azienda: 5+6 giugno 2014
Inizio lavori: 7 giugno 2014
Fine lavori: 8 giugno 2014
Inaugurazione: 10 giugno 2014

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