Ampliamento e prefabbricazione

Intervento cromatico con fascia di pannelli in alluminio smaltati a fuoco

Il committente desiderava dare una nuova immagine all’immobile esistente e costruire in aderenza un edificio in prefabbricato a basso costo

L’ampliamento
L’edificio si trovava su un’area di sedime di una struttura preesistente utilizzata come magazzino, danneggiata da un incendio distruttivo, per il quale si è dovuto procedere alla demolizione dell’intero fabbricato totalmente reso inagibile.
Il nuovo fabbricato. È stato realizzato con struttura portante prefabbricata in c.a. e c.a.v. (Baraclit spa) con fondazioni e muri perimetrali del piano interrato gettati in opera.
La maglia strutturale ha interassi di 7,48×14,05 ml con 21 pilastri in c.a.v. (110 x 68 cm per la fila centrale e 90×90 cm per le file laterali).
I pilastri in c.a.v. sono incastrati alla base negli alveoli ricavati nelle strutture di fondazione. In alto sono collegati alle travi di banchina con vincolo cerniera. Alcuni pilastri hanno la sezione rastremata e/o presentano mensole sporgenti per consentire l’appoggio delle travi porta solaio, dei solai intermedi.
Le travi porta solaio sono del tipo th 100, in cemento armato, con la parte inferiore prefabbricata e la superiore gettata in opera. I nodi tra le travi e i pilastri sono realizzati mediante spinotti metallici uscenti dalla rastremazione dei pilastri che vanno a inserirsi in fori predisposti nelle travi e che vengono spillati con getti in c.a. in opera. Tali nodi sono assimilati a cerniere.
Solai nervati. I solai sono ad elementi nervati prefabbricati del tipo Ipersol, che vengono collegati alle travi mediante getto di completamento in opera.
In corrispondenza dei pilastri il pannello solaio, opportunamente ancorato, funge da trave di collegamento in opera. Il solaio del piano terreno ha una altezza di 90 cm, con un carico utile di 3 mila kg/mq., mentre quello del piano primo, con un carico utile di 500 kg/mq., ha una altezza di 50 cm.
La copertura è realizzata con travi in c.a.p. del tipo Aliant, collegate a cerniera e quelle di banchina.
La tamponatura è realizzata con pannelli prefabbricati dello spessore, di 25 cm, a taglio termico, vincolati in basso alle strutture. In alto gli stessi sono controventati alle travi di banchina, con vincolo capace di trasmettere a queste solo le spinte orizzontali, mentre in direzione longitudinale il nodo consente lo scorrimento fra struttura e tamponamento.
Il calcolo strutturale è stato effettuato con programma che utilizza la tecnica degli elementi finiti.

Piano fondale
ll piano fondale è stato intestato a una quota pari a -7,5 m, in modo da superare il terreno vegetale superficiale con scarse caratteristiche di resistenza e raggiungere lo strato di terreno limoso argilloso sabbioso caratterizzato da un buon grado di compattezza. Tale strato, caratterizzato da una portata adeguata ai carichi trasmessi, non presenta caratteristiche tali da indurre problemi di cedimenti assoluti o differenziali dal momento che i carichi di esercizio sono nell’ordine delle pressione di preconsolidazione del terreno. Tale quota è stata raggiunta con uno strato di calcestruzzo magro di 10 cm, che sommati allo spessore delle strutture fondali, hanno permesso di soddisfare le indicazioni della relazione geologica. Le strutture di fondazione consistono in una platea di altezza pari a 100 cm per tutto il perimetro e plinti isolati di dimensioni 450x450x100 cm per i pilastri centrali. In corrispondenza di tutti i pilastri è stato previsto un bicchiere che ha dimensione in pianta variabile in funzione della dimensione del pilastro stesso, altezza pari a 150 cm e spessore del bicchiere pari a 50 cm.
Cordolo e palificata. Il collegamento delle strutture fondali viene garantito, in particolare per quanto concerne i plinti isolati, mediante cordolo di collegamento.
In aderenza all’edificio rimasto integro, stante il fatto che la nuova costruzione, a differenza di quella preesistente, presenta uno sviluppo anche a livello interrato, è stata prevista una palificata di contenimento; in particolare tali pali hanno diametro di 80 cm, posti a un passo di 1,20 m, collegati in testa da un cordolo in c.a., sezione di 100×100 cm.
Inoltre, in ragione del fatto che l’attività di cantiere presentava delle interferenze con lo svolgimento della normale attività del committente, si è dovuto provvedere a limitare al minimo la zona di cantiere, in particolare per quanto concerne lo scavo e il passaggio dei mezzi. Pertanto, per lo scavo della zona interrata, non si è proceduto al contenimento del terreno mediante una scarpata, bensì realizzando una palificata anche lungo gli altri tre lati, oltre quello in aderenza all’edificio esistente, con le medesime caratteristiche di quello descritte in precedenza.

La pensilina
In corrispondenza del prospetto sud è stata realizzata una pensilina esterna, di dimensioni in pianta pari a 4,12×28,76 ml, a mezzo di travi in acciaio Ipe 330, disposte parallelamente alle pareti corte dell’edificio, sorrette da tre sistemi di mensole e puntoni fissati sulle strutture in c.a. dell’edificio.
In corrispondenza del lato est dell’immobile sono state realizzate due scale in acciaio e due vani ascensori, con struttura portante in acciaio, aventi funzione di scala di sicurezza e collegamento tra i vari piani.
I due vani scala e ascensore sono separati e posti alle estremità della parete lunga dell’edificio. Le rampe della scala sono state realizzate con grigliati elettroforgiati.
La struttura portante in acciaio di scala e ascensore è rivestita con pannelli in lamiera forata, mentre la copertura è costituita da elementi grecati in lamiera metallica.

Chi ha fatto Cosa
Progetto preliminare, definitivo, esecutivo, direzione lavori: Studio Signorini Associati

Progetto architettonico: Studio Signorini Associati
Progetto strutturale: Ing. Paolo Zucconi e Marco Zucconi (opere in c.a.); ing. Carlo Alberto Beffa (scale in acciaio)
Progetto impiantistico: p.i. Giammario Baldoni
Impresa esecutrice: Colonna Costruzioni srl
Struttura prefabbricata: Baraclit spa
Opere da pittore: Artebella Restauri di Giotto Schadhauser
Foto: Francesco Signorini

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