Finanza locale | Rapporto Cdp

Investimenti pubblici locali strategici nei settori idrico e banda ultralarga

Pubblicato oggi il Rapporto Finanza Locale n. 3 di agosto 2017 a cura del Centro Ricerca e Studi di Cassa depositi e prestiti. Nel documento viene proposta un’analisi delle dinamiche attuali e storiche del debito del settore pubblico, provando a valutare gli effetti di politiche maggiormente orientate alla crescita. Sono inoltre analizzati due settori ritenuti strategici per gli investimenti pubblici locali: idrico e banda ultralarga.

Nel Rapporto Finanza Locale n. 3 di agosto 2017 Cdp propone un’analisi delle dinamiche attuali e storiche del debito del settore pubblico, provando a valutare gli effetti di politiche maggiormente orientate alla crescita. Sono inoltre analizzati due settori, ritenuti strategici per gli investimenti pubblici locali: idrico e banda ultralarga.

Per quanto riguarda la spesa delle singole Amministrazioni Pubbliche italiane si nota una tendenza trasversale a ridurre la spesa in conto capitale a vantaggio della spesa corrente. Infatti, tra il 2008 e il 2015, mentre gli investimenti pubblici in termini reali sono diminuiti del 30% (con un picco nei comuni, dove sono calati del 32%), la spesa corrente primaria è aumentata dell’1,6%.

L’evoluzione del rapporto debito-Pil e il contributo degli enti eocali

Nella variazione debito-Pil tra il 2008 e il 2016 è proprio la crescita l’elemento che è mancato. Il contributo positivo degli avanzi primari è stato più che compensato dall’effetto congiunto della dinamica dei tassi d’interesse e della bassa crescita nominale del Pil. Nello studio si sono infine confrontati degli scenari alternativi di evoluzione del rapporto debito-Pil, prevedendo politiche più espansive sul lato degli investimenti pubblici locali. In particolare, se fosse stato permesso agli Enti Locali di “spendere” il surplus primario accumulato in nuovi investimenti, il rapporto debito-Pil si sarebbe potuto ridurre di circa 4 p.p. al 2016.

Il finanziamento degli investimenti nel sistema idrico integrato

Il Sistema Idrico Integrato (SII) italiano soffre di importanti carenze infrastrutturali. Solo per citare alcuni dati: nel 2016, il 35% dell’acqua immessa nella rete non ha raggiunto gli utenti finali e il 22% delle condotte risulta avere un’età maggiore di 50 anni, a fronte di una vita utile media di circa 40 anni. Per coprire i fabbisogni di ammodernamento si stima un fabbisogno di investimenti pari a 25,3 miliardi di euro. Nonostante i significativi passi in avanti fatti negli ultimi anni – come l’istituzione di una specifica autorità indipendente (AEEGSI) e l’introduzione di schemi regolatori che consentono adeguamenti tariffari in linea con gli investimenti realizzati – la diversificazione delle fonti di finanziamento degli investimenti rimane un punto fondamentale per favorire il progressivo adeguamento della performance del settore idrico agli standard europei.

Gli investimenti in reti di nuova generazione: il ruolo cruciale delle amministrazioni territoriali

Nel settore della banda larga e ultralarga sono necessari ingenti investimenti in reti digitali ad alta velocità e capacità, al fine di colmare il gap digitale che ancora ci distanzia dalla maggior parte dei Paesi europei. Il Piano del Governo ha già ottenuto i primi risultati positivi. Gli investimenti privati nel solo biennio 2015-2016 sono aumentati del 32%; l’intervento pubblico ha, inoltre, garantito risorse finanziarie aggiuntive nelle aree cosiddette a fallimento di mercato. In questo contesto, le amministrazioni locali possono svolgere un ruolo fondamentale, favorendo la riduzione dei tempi burocratici, promuovendo i partenariati pubblico – privati e valorizzando gli strumenti finanziari nazionali e le opportunità di finanziamento offerte dall’Unione Europea.

Qui Rapporto Finanza Locale n. 3 di agosto 2017 Cdp

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