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Italcementi sul fronte green ha due obiettivi: riduzione delle emissioni ed economia circolare

Di transizione ecologica abbiamo parlato con Dante Parisi, Eco brand manager di Italcementi: «Sia come gruppo che come Italcementi abbiamo adottato gli impegni contenuti nell’Agenda Onu 2030 - afferma l’Eco brand manager -. Che significa lavorare su due capisaldi: riduzione delle emissioni di CO2 dei prodotti e promozione di soluzioni in linea con i principi dell’economia circolare».

Una storia antica, quella di Italcementi, che affonda le sue radici nella seconda metà del XIX secolo. Ma che da sempre ha fatto della ricerca e dell’innovazione il suo tratto distintivo.

Una storia che continua nella sua dimensione internazionale, dopo l’ingresso, avvenuto sei anni fa, nel gruppo HeidelbergCement, un colosso che vanta 3mila siti produttivi in più di 50 Paesi, dà lavoro a 51mila persone e che prevede per il 2025 di tagliare del 30% le emissioni di CO2 per tonnellata di cemento e per il 2050 di raggiungere la carbon neutrality (rispetto al 1990; nda).

i-lab, il laboratorio di ricerca di Italcementi

Dopo il riassetto della struttura industriale avvenuto tre anni fa, Italcementi conta oggi dieci cementerie a ciclo completo, cinque centri di macinazione, 122 impianti di calcestruzzo e 12 cave per inerti (la rete industriale si completa con la presenza di Calcestruzzi spa).

Tutti i siti produttivi dispongono della certificazione ambientale Iso 14001. La società bergamasca fa ricerca da sempre: una peculiarità che, dieci anni fa, ha portato a dar vita a i.lab, il centro di ricerca all’interno del parco scientifico e tecnologico del Kilometro Rosso di Bergamo.

Dai suoi laboratori sono usciti, solo per citarne alcuni, il cemento biodinamico impiegato per Palazzo Italia, il padiglione italiano di Expo2015, e il cemento sostenibile per il ponte San Giorgio a Genova.

Il 2021 è stato invece l’anno di eco.build, l’eco brand di Italcementi e Calcestruzzi: gamma di prodotti a bassa impronta ambientale e con materie prime seconde provenienti dal settore edile e da altri settori industriali.

Dante Parisi, eco brand manager Italcementi

Di transizione ecologica abbiamo parlato con Dante Parisi, Eco brand manager di Italcementi. Una nuova figura nel panorama dei green job, che sta a indicare l’importanza che i grandi gruppi oggi danno alla sostenibilità. Parisi ha una laurea in economia e un master sui materiali al Politecnico di Milano. Da un paio di anni è il coordinatore e il responsabile del progetto eco.build.

«Sia come gruppo che come Italcementi abbiamo adottato gli impegni contenuti nell’Agenda Onu 2030 – afferma l’Eco brand manager -. Che significa lavorare su due capisaldi: riduzione delle emissioni di CO2 dei prodotti e promozione di soluzioni in linea con i principi dell’economia circolare».

Definiti gli obiettivi, le soluzioni nei confronti del mercato si sono concentrate su tre categorie di prodotto: eco.build top (cementi a basso tenore di clinker ed elevato contenuto di riciclato), eco.build premium (cementi a basso tenore di clinker o elevato contenuto di riciclato), eco.build classic (cementi a basso tenore di clinker). Tre gamme di prodotto di identica qualità e performance, la cui differenza sta nel plus di sostenibilità.

Identica triplice classificazione per la gamma eco.build del calcestruzzo, con eco.cam (contenuto minimo di riciclato del 5%), eco.tm (proposte tailor made) e low carbon (progettato per ridurre le emissioni di CO2).

Betoniera eco.build di Calcestruzzi

Italcementi e Calcestruzzi forniscono la Life cycle assessment e l’Environmental product declaration dei propri prodotti, per comunicarne gli impatti e consentirne una loro valutazione nell’ambito dei criteri ambientali minimi per le gare di appalto pubbliche e nei principali schemi di rating per la valutazione della sostenibilità delle costruzioni.

Ai prodotti si aggiunge la certificazione degli impianti secondo lo standard internazionale Csc (Responsible sourcing certificate for concrete and its supply chain), che prevede la certificazione di tutta la filiera di processo – dal trasporto al riutilizzo delle materie prime – per garantire calcestruzzi performanti e filiere sicure e responsabili.

L’insieme delle azioni intraprese da Italcementi nel 2020, compreso anche l’uso di combustibili alternativi per l’alimentazione delle cementerie, hanno consentito di ridurre le emissioni, rispetto al 2019, di circa 10 chilogrammi di CO2 per tonnellata di cemento.

Uno dei laboratori di ricerca Italcementi

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