Agenda digitale delle costruzioni | Analisi Anafyo – Tecniche Nuove

Italian Bim Report 2016

È stato presentato in anteprima a Roma presso la sede Ance l’Italian Bim Report 2016 a cura di Anafyo in collaborazione con la divisione Edilizia di Tecniche Nuove. Edoardo Accettulli (responsabile Sviluppo, implementazione di processi, tecnologie in ambito Aec di Anafyo) ha illustrato un quadro in cui emerge che la maggiore richiesta in assoluto di progettazione Bim è per gli uffici privati (29%). Seguono istruzione al 24%, infrastrutture ed edifici pubblici entrambi al 19%. Contrariamente al 2015 con il valore più basso, ultimi della graduatoria gli edifici sanitari al 9%.

Presentato a Roma in anteprima, presso Ance, a una ristretta platea di operatori il secondo Bim Report – 2016, iniziativa di Anafyo in collaborazione con la divisione Edilizia Architettura del Gruppo Editoriale Tecniche Nuove. Sponsor dell’iniziativa sono stati anche quest’anno Nke ed Str.

Da sinistra: Edoardo Accettulli (Anafyo), Livia Randaccio (Imprese Edili, Tecniche Nuove), Andrea Torre (NKE).

Appalti Bim: +30% rispetto al 2015

Diciamo subito che i bandi in Bim nel 2016 non sono diminuiti rispetto al 2015 (si attestavano sul miliardo di euro) ma sono cresciuti.

Considerando tutti gli appalti analizzati, sia pubblici, sia privati, è stata raggiunta la considerevole cifra di 2.6 miliardi di euro. In assoluto due volte e mezzo il valore del 2015, di cui 1.3 miliardi di euro per una sola commessa, il Tunnel Ferroviario del Brennero. Si tratta di un’importante infrastruttura che da sola vale la metà degli appalti Bim di tutto il 2016. Interessante notare che, anche senza tenere in considerazione il Tunnel del Brennero il valore degli appalti Bim salirebbe del 30% rispetto allo scorso anno posizionandosi a quota 1.3 miliardi di euro.

Il Tunnel Ferroviario del Brennero è l’unica opera infrastrutturale d’importo di gran lunga superiore alla media degli altri appalti. Da notare come si passa dal 35% del valore totale del Bim nel privato contro il 65% del pubblico, considerando il Tunnel del Brennero, al 68% del privato contro il 32% del pubblico escludendo dal conteggio questa grande infrastruttura ferroviaria.

Appalti pubblici 58%, appalti privati 42%

Altro dato interessante è il rapporto assoluto fra progetti pubblici e privati. Per il 58% i progetti Bim sono appalti pubblici e solo il 42% è dovuto a progetti privati. Questo dimostra come il settore pubblico sia già più sensibile all’utilizzo della metodologia, anche se complessivamente ha prodotto appalti di valore più basso.

Anche analizzando il valore prodotto per categoria l’analisi risulta pesantemente condizionato dal Tunnel (stf, senza tunnel ferroviario). Infatti le infrastrutture pesano per il 70% del totale. Se omettiamo il Tunnel del Brennero, lo stesso parametro scende al 40%. Si tratta in ogni caso della categoria maggiormente presente, almeno in termini di valore economico, nei progetti Bim del 2016. Al secondo posto sono gli uffici in generale al 14% (29% stf), seguiti dal settore sanitario 11% (22% stf). Nettamente indietro troviamo gli edifici pubblici al 5% (3% stf) e settore d’istruzione al 4% (2% stf).

La maggiore richiesta in assoluto di progettazione Bim è per gli uffici privati al 29%. Seguono istruzione al 24%, infrastrutture ed edifici pubblici entrambi al 19%. Contrariamente al 2015 con il valore più basso, ultimi della graduatoria gli edifici sanitari al 9%.

Il confronto tra gli operatori

Gioia Gorgerino | Vice Presidente Giovani Ance.

Gioia Gorgerino | Vice Presidente Giovani Ance

«I processi di digitalizzazione sono fondamentali per la crescita delle nostre imprese. Da imprenditrice e da tecnico affermo che siamo pronti a compiere il salto culturale che porterà le nostre imprese a far parte a pieno titolo della rivoluzione organizzativa, di processo e di prodotto, necessaria a inserire le costruzioni nel programma Industria 4.0. A questo scopo abbiamo intrapreso un arduo percorso di informazione e formazione per educare e formare la nostra dirigenza e le maestranze di cantiere. Mi fa piacere vedere in sala l’arch. Francesco Ruperto, esperto e collega, con il quale ci stiamo confrontando proprio in materia di Bim. Certamente come sistema d’imprese dobbiamo digitalizzare il nostro settore ma quando dall’altra parte troviamo una pubblica amministrazione fortemente in ritardo andiamo incontro veramente a seri problemi. Il sistema ha bisogno di cambiare ma dobbiamo farlo tutti insieme, pubblico e privato. Noi siamo pronti a fare la nostra parte».

Edoardo Accettulli | Anafyo.

Edoardo Accettulli | Anafyo

«Anche per tipologia d’intervento, segnaliamo piccole differenze rispetto allo scorso anno. Abbiamo nel 2016 un sensibile aumento delle ristrutturazioni che passano dal 19% del 2015 al 32% di quest’anno. Calano le nuove edificazioni, passando dal 66% a un più modesto 59%. Quasi dimezzati gli interventi di natura mista che passano dal 15% al 9%. Le nuove edificazioni continuano ad essere in prima linea rispetto alla progettazione Bim. Si evidenzia tuttavia un netto incremento dell’utilizzo della metodologia Bim nelle ristrutturazioni, che nel prossimo futuro costituiranno con molta probabilità il settore di punta del settore delle costruzioni».

Maria Grazia Marchi | Business Developer.

Maria Grazia Marchi | Business Developer

«Mi sono avvicinata al Bim con un progetto che non è iniziato come Bim ma come consulenza strategica per un’impresa edile alle prese con un riposizionamento di mercato. Ci troviamo ora nella fase di chiusura di questo progetto che ha ricevuto anche un finanziamento pubblico. L’esigenza era quella di trovare strumenti e metodi adatti per la realizzazione di un nuovo prodotto e servizio che ci ha portati a imbatterci nel Bim. Abbiamo perciò pensato di creare all’interno dell’azienda un’area di ricerca e sviluppo dedicata creando un team composto da nuove risorse dedicate al Bim insieme ad esperti di prodotto. Abbiamo ritenuto che creare nell’azienda una sorta di start up ci permettesse d’innescare procedure innovative che almeno inizialmente non andassero a condizionare se non destabilizzare quelle tradizionali dell’azienda ma potessero via via contaminarla. Queste modalità innovative ci hanno spinto anche a cercare partner di sviluppo tecnologico e istituzionali nuovi e innovativi. Il processo innovativo che abbiamo innescato ci sta consentendo di fugare il timore dell’imprenditore di perdere il controllo delle sue procedure e di mostrare al contrario come le tecnologie portino ad avere capacità previsionali con la possibilità di creare scenari multipli che rendono le scelte dell’impresa sempre più consapevoli e mirate».

Arch. Enrico Bonvento | IQT Consulting, Rovigo.

Arch. Enrico Bonvento | IQT Consulting, Rovigo

«Con Anafyo abbiamo cominciato a sviluppare le nostre prime esperienze Bim. La nostra prima esperienza è stata negativa credo anche perché non era un progetto sviluppato subito in Bim ma abbiamo trasformato un progetto tradizionale in logica bim e con una committenza non preparata. Un’esperienza che non ripeteremo più. Oggi, accompagnati da Anafyo, stiamo sviluppando competenze interne. Il percorso sarà lungo ma stiamo già dando risposte in logica Bim al mercato. I vantaggi di lavorare in Bim certamente li vedremo tra qualche anno, per ora stiamo investendo in apprendimento».

Francesco Ruperto | Coordinatore Master Bim – Sapienza Università di Roma.

Francesco Ruperto | Coordinatore Master Bim – Sapienza Università di Roma

«Alcuni dei bandi citati nel Rapporto Anafyo sono riferibili alla Presidenza del Consiglio che abbiamo supportato come Rup. Approfitto di quest’occasione per sensibilizzare l’uditorio e chi si approccia al Bim, sia come impresa sia come stazione appaltante, sull’importanza di un corretto approccio al Bim e sulla qualità di un corretto capitolato informativo. Intanto va detto che molti dei bandi che abbiamo visto scontavano l’assenza di una normativa di riferimento (normativa volontaria oggi esistente a livello nazionale, Uni 11337) quale presupposto fondamentale affinché i bandi Bim abbiano un minimo di substrato qualitativo. In assenza, operavamo tra il febbraio e il dicembre 2016, abbiamo avuto serie difficoltà nel garantire la libera concorrenza delle imprese con riferimenti chiari e un glossario universale. Avere una normazione condivisa tra tutti gli attori è un fatto di assoluto rilievo. L’altro criterio strategico è saper valutare correttamente la premialità legata al Bim perché in questo modo si opera una chiusura o un’apertura del mercato. E in un momento come questo dove imprese e progettisti sono arrivati sfiancati da una crisi decennale si tratta di un aspetto davvero importante. Rendiamoci conto che viviamo in un momento di crisi perdurante e non di post crisi. Ritengo utilissimo che Anafyo monitori come il Bim venga commissionato in Italia perché anche noi ci stiamo accorgendo che spesso viene richiesto in forme un po’ naïf, anche divertenti da leggere. Avere una normativa italiana di riferimento vuol dire avere un pilastro a garanzia della qualità del bando e del capitolato informativo. Il decreto del Mit che tutti stiamo aspettando sarà certamente un altro elemento dirimente d’indirizzo per le stazioni appaltanti. Molte stazioni appaltanti oggi, giustamente, si fanno assistere da consulenti esterni. Sul lungo periodo dovrebbe avvenire il contrario, le competenze, diversificate e complesse, devono diventare patrimonio della stazione appaltante. L’Italia non ha bisogno del Bim “copia e incolla” e credo che il decreto sarà d’aiuto anche in questo».

Andrea Torre | NKE, partner Autodesk.

Andrea Torre | NKE, partner Autodesk

«NKE è sponsor di quest’incontro, siamo partner Autodesk e quindi vendiamo la tecnologia. Un breve commento a proposito di un intervento su un edificio storico, la manifattura Tabacchi a Firenze, 90mila mq che la committenza ha voluto progettare in Bim. Il salto di qualità che ha stupito la stessa committenza sono stati la velocità e la precisione. Parliamo di un rilievo laser scanner di nuvole di punti di interni ed esterni e costruzione del modello Bim. 12 giorni per la nuvola di punti e tre settimane per la “bimmizzazione” (lod 350) con utilizzo di 5 persone, un bim coordinator e quattro giovanissimi professionisti che hanno modellato rapidamente. La cosa più interessante è stato l’arricchimento di questo modello attraverso una serie di parametri nelle famiglie di Revit per la gestione del modello (parametri impiantistici, strutturali…) e la presentazione alla committenza con la realtà virtuale. A breve dovremmo poter costruire il vero e proprio cantiere digitale, gli strumenti e le tecnologie ci sono, i professionisti preparati ci sono, possiamo portare il Bim nel pubblico, alcuni tecnici illuminati (ancora pochi) ci sono e ci stanno già provando».

Pietro Alagia | Cattolica Immobiliare.

Pietro Alagia | Cattolica Immobiliare

«Siamo affrontando il tema della progettazione Bim, in particolare mi riferisco a due iniziative, una riqualificazione e una nuova costruzione che stiamo valutando di approcciare in Bim. In entrambi i casi scontiamo però approcci precedenti di tipo tradizionale e questo ci ha fatto capire quanto ancora ci sia bisogno di una campagna informativa intensa sulla progettazione digitale. Anche grandi strutture nazionali e internazionali sono restie, in assenza di obbligo a impegnarsi nell’utilizzo del Bim. Al contrario, noi riteniamo che già nella fase dell’appalto e della verifica della progettazione in fase pre-costruttiva possa essere un elemento veramente fondamentale. Il nostro intervento è partito in prima battuta per ottimizzare la fase di gestione del patrimonio immobiliare poi ci siamo accorti che anche in fase di progettazione era necessario implementare subito il modello per giovarci dei vantaggi nel passaggio dal progetto al cantiere. Sull’esistente vedo ancora molte difficoltà ma ritengo già importante che si diffonda una cultura aziendale sul nuovo che faciliterà il resto del processo».

Carlo Belvedere | Ascomac.

Carlo Belvedere | Ascomac

«I sistemi di modellazione parametrici hanno rappresentato per noi uno dei punti di leva per il nuovo Codice degli Appalti ai fini del tracciamento del ciclo di vita del costruito per l’offerta economicamente più vantaggiosa e lo abbiamo ottenuto. Il sistema di modellazione parametrica in una filiera di legalità consente di tracciare il percorso “equo-sostenibile”. Per questo ci siamo battuti sollecitando l’attenzione del Parlamento e del Governo con proposte finalizzate al corretto recepimento delle direttive europee puntando sulla legalità, sulla progettazione innovativa e sulla sostenibilità degli appalti e, quindi, sull’intero ciclo vita legale, progettuale, ambientale del prodotto/opera/infrastruttura in funzione, applicazione e/o attuazione degli aspetti qualitativi, ambientali, sociali, in particolare dei costi delle emissioni di gas a effetto serra e di altre sostanze inquinanti nonché altri costi legati all’attenuazione dei cambiamenti climatici. È questa la vera rivoluzione per la trasparenza e la sostenibilità introdotta dalla normativa Ue sugli appalti, non il solito massimo ribasso con le varianti in corso d’opera che poi il cittadino paga sempre e comunque».

Stefano Amista | Str.

Stefano Amista | Str

«Str in questa fase si sta concentrando nel supportare i clienti nelle integrazioni che riguardano i tempi e i costi. Stiamo dando particolare enfasi a un nuovo tipo di computazione che diventa parametrica. Abbiamo introdotto un concetto di computazione per regole che ha ridotto decisamente i tempi d’implementazione: progetto e computo in Bim. Uno dei casi più interessanti lo stiamo sviluppando con Euromilano che ci sta facendo introdurre parecchie migliorie soprattutto per ottenere la simulazione di cantiere. L’aspetto più interessante è la computazione integrata: se cambio il progetto cambio automaticamente il computo. Un altro caso eccellente è il comune di Liscate, che sta diventando il modello dei modelli. Questo è un caso dove emerge tutta la bontà della collaborazione dinamica. Il Bim non si fa solo per le grandi strutture. Stiamo lavorando su un albergo in legno (tre milioni di euro). La sfida è stata quella di lavorare in cantiere sul modello Ikea e ci siamo riusciti. Str sta andando anche all’estero a portare le tecnologie e soprattutto Francia e Spagna ci stanno vedendo come una piattaforma molto interessante».

Livia Randaccio | Imprese Edili, Tecniche Nuove.

Livia Randaccio | Imprese Edili, Tecniche Nuove

«L’anteprima romana della presentazione del secondo Rapporto sullo stato dell’arte dei bandi Bim in Italia presso la sede dei costruttori edili non è stata casuale ma ha voluto sottolineare l’impegno delle imprese del sistema Ance nell’operazione di diffusione della consapevolezza che non si può procrastinare ulteriormente l’entrata a pieno titolo nel processo di digitalizzazione delle costruzioni. Anafyo e Tecniche Nuove hanno trovato soprattutto nei Giovani dell’Ance una platea di imprenditori attenta e pronta a procedere alla sperimentazione del progetto digitale nelle proprie imprese. L’obiettivo che vogliono raggiungere è entrare a tutti gli effetti nel piano industria 4.0 incidendo nell’economia del paese e lavorando sulle specificità dell’industria edile. Il cammino è lungo, non privo di ostacoli ma indifferibile e soprattutto possibile. La digitalizzazione dei processi edilizi consentirà legalità, trasparenza, innovazione di prodotto, gestione del ciclo di vita del costruito e sostenibilità, a tutto vantaggio di un corretto uso del territorio. Più che la sfida digitale e dell’innovazione tecnologica, le imprese italiane devono vincere, a mio avviso, quella della semplificazione burocratica e del corretto rapporto con una Pubblica Amministrazione restia a cambiare pelle. Per non parlare della necessità di formazione delle stazioni appaltanti pubbliche. Va anche detto però che segnali positivi giungono dalla nuova normativa sugli appalti sia nel segno della semplificazione sia su quello dell’introduzione dell’informatizzazione».

Qui le slide di presentazione del Bim Report 2016

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